Recensione
Questo romanzo, edito nel 1973, è il primo dei sedici pubblicati da Hoban che, in precedenza, aveva scritto solo libri per bambini e ragazzi. E' peraltro una favola -ancorché per adulti- e, come tale, piena di simbolismi che necessitano di essere interpretati. A prescindere comunque da qualsiasi interpretazione, la sua lettura risulta estremamente piacevole ed avvincente. Ma è anche un romanzo che tratta di un argomento sempre attuale come quello del rapporto genitore-figli.
Dato il contesto surreale del romanzo, la trama non risulta particolarmente significativa. In ogni caso si può immaginare che, in un mondo abbastanza simile al nostro, ma con in aggiunta qualche elemento fantastico, Jachin, come suo padre prima di lui, fosse un commerciante di mappe: Vendeva mappe per scavare pozzi. Vendeva mappe di visioni-e-miracoli agli asceti, mappe di malattie-e-incidenti ai medici, mappe di denaro-e-gioielli ai ladri, e mappe di ladri alla polizia. Talvolta, per esigenze particolari, era lui stesso a disegnare queste mappe. Per anni, attingendo a una enorme quantità di cognizioni minuziosissime, raccolte in tanti anni di lavoro ed osservazioni, si era dedicato a disegnare per il figlio una mappa guida che gli avrebbe indicato dove trovare tutto ciò di cui gli fosse venuta voglia di andare in cerca, assicurandogli così un buon punto di partenza per la sua vita di uomo, ma quando infine aveva deciso di mostrarla al figlio, questi non ne era rimasto particolarmente colpito e si era limitato a segnalare che non indicava dove trovare un leone.
Un giorno Jachin scomparve e, quando madre e figlio andarono a cercarlo nel suo laboratorio, trovarono solo un biglietto su cui c'era scritto che andava a cercare un leone.
E' diventato matto? Non ci sono più leoni, aveva detto la moglie di Jachin, dato che tutti ormai sapevano come un virus, trasmesso dal morso delle pulci, avesse fatto estinguere la specie.
Da anni il rapporto di Jachin con sua moglie non funzionava anche sotto l'aspetto prettamente fisico. Alla fine, sentendosi soffocare dall'insoddisfacente menage coniugale, l'uomo aveva deciso di andarsene in un altro paese. Qui aveva trovato lavoro in una libreria e si era formato una nuova famiglia. Jachin, il leone, lo vedeva tutti i giorni. L'animale lo aspettava per la strada che percorreva per andare al lavoro. Jachin, quando lo incontrava, rischiava la vita, perché più volte era rimasto vittima dei suoi artigli ed aveva dovuto ricorrere alle cure dell'ospedale. I medici, non riuscendo a capire cosa gli procurasse quelle ferite e pensando che fossero autoinflitte, avevano stabilito di internarlo in un istituto psichiatrico. Per esserne dimesso, Jachin era stato costretto a fingere di non credere più all'esistenza del leone, anche se non era il solo ad averlo visto.
Dopo un certo tempo, Boaz, il figlio di Jachin, che era rimasto affascinato dall'immagine del leone morente scolpito in un antico bassorilievo, si era messo anche lui alla ricerca del leone. Nel suo girovagare sperava di riuscire anche a incontrare suo padre. Boaz però aveva capito che Jachin, quando aveva scritto di voler andare alla ricerca del leone, non intendeva un animale in carne ed ossa. Boaz, inoltre, avrebbe voluto che suo padre gli restituisse la mappa che aveva disegnato per lui e che si era portato via. Ogni tanto si fermava dove trovava lavoro per guadagnare i soldi che gli servivano per continuare a viaggiare. Veniva a conoscere molte persone durante i suoi spostamenti e questi incontri lo aiutavano a crescere.
Si potrebbe affermare che il viaggio alla ricerca del leone stia a simboleggiare per Boaz il passaggio dall'adolescenza alla maturità, mentre la belva che tende a divorare Jachin è il rimorso per aver abbandonato il figlio, come se il rimorso e la maturità fossero due facce della stessa medaglia rappresentata da leone, tant'è che quando i due s'incontreranno... Ma questa è la mia interpretazione, non è detto che sia l'interpretazione giusta o la sola; ogni lettore potrà dare la propria.
I nomi Jachin e Boaz sono quelli che, secondo la Bibbia (I Re, 7,21), Salomone diede alle colonne erette davanti al vestibolo del Tempio: Jachin, cioè il Signore "rende stabile", e Boaz, "da Lui viene la forza". Russell Hoban, nato a Philadelphia nel 1925 da genitori ebrei emigrati dall'Ucraina, è vissuto dal 1969 a Londra dove è morto nel 2011.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La ricerca del leone
- Titolo originale: The Lion of Boaz-Jachin and Jachin-Boaz
- Autore: Russell Hoban
- Traduttore: Adriana Motti
- Editore: Adelphi
- Data di Pubblicazione: 1976
- Collana: Narrativa contemporanea
- ISBN-13: 9788845901331
- Pagine: 218
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 7,23
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