Recensione
Il titolo e la copertina sembrano promettere la classica storia: una giovane donna in carriera affronta una crisi nel lavoro/in amore, quando il caso irrompe nella sua vita sotto forma di eredità/vecchio libro/incombenza e le cambierà la vita, con un nuovo lavoro e un nuovo amore. Se è quello che state cercando, non leggete questo romanzo: non c'è un libro di ricette segrete che guida la protagonista alla scoperta di sé, non ci sono nemmeno le ricette che tanto tirano, ma c'è altro, anzi, molto altro.
La storia prende piede nel 1999, nel pieno boom delle dot-com, quando giovani nerd ambiziosi quanto geniali si trovano ricchi sfondati da un giorno all'altro grazie alla fiducia del mercato azionario. Internet è ancora una terra promessa di opportunità e la creatività dei programmatori non conosce briglie né limiti.
Alla vigilia della quotazione in borsa della sua società, Emily convince la sorella Jess ad acquistare delle azioni a un prezzo agevolato per i familiari dei soci: Jess studia filosofia, è vegana e ambientalista e non ha un soldo in tasca, pur godendo di una borsa di studio e lavorando part-time in un negozio di libri antichi. "Niente succede per caso", questo sembra essere il leit motiv del romanzo: la ricerca di un prestito per l'acquisto delle azioni è solo il primo dei tanti fatti apparentemente insignificanti che si legano l'un l'altro in modi inaspettati. Le sorelle Bach sono presentate come le protagoniste del romanzo, ma ricoprono un ruolo infinitesimamente più di spicco rispetto a quello degli altri personaggi, che non hanno niente da invidiare. A cominciare da George, scorbutico proprietario della libreria dove lavora Jess, disilluso dalla vita e chiuso in sé (e nella sua splendida villa). Oppure Jonathan, fidanzato di Emily, ambizioso informatico senza troppi scrupoli; Orion, suo amico e collega, programmatore geniale ma ancora inesperto della vita; Sandra, sospettosa cliente di George che nasconde, lei sì, un bel segreto.
In quarta di copertina si paragona l'autrice alla Austen: potrebbe sembrare azzardato, ma in fondo la Goodman restituisce con freschezza e profondità un ritratto sincero e talvolta duro di quelli che sono stati gli anni a cavallo del millennio, con tutte le loro speranze e i loro dolori. Il suo sguardo diretto e impietoso ricorda quello dell'autrice inglese, come anche la sua analisi delle relazioni e dei sentimenti.
Decisamente fuori contesto nel mezzo degli innumerevoli romanzi sulla "Cosità segreta delle cose", avrebbe meritato un titolo più degno del contenuto; l'originale "The cookbook collector" mi piace già di più, nella sua mancanza di precisione sul genere del collezionista in questione: peccato che, tradotto in italiano, il gioco non possa funzionare altrettanto bene.
I commenti che ho pescato in rete sono per lo più di lettrici deluse e (giustamente, dico io) arrabbiate: qualcuno parla di flop, ma a mio parere non lo è del romanzo in sé quanto del modo in cui viene proposto, che non potrà che creare scontento. Peccato davvero, perché il microcosmo creato dalla Goodman avrebbe meritato di meglio.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La collezionista di ricette segrete
- Titolo originale: The cookbook collector
- Autore: Allegra Goodman
- Traduttore: C. De Caro
- Editore: Newton Compton
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Anagramma
- ISBN-13: 978-8854136946
- Pagine: 478
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 9,90 Euro
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