Recensione
Philip Pullman è conosciuto per la sua trilogia fantasy per ragazzi Queste oscure materie. La popolarità della serie, letta e apprezzata anche dagli adulti, è data soprattutto dalla natura anticlericale dell'opera, espressa nell'ideazione di un'Europa alternativa dominata da una teocrazia assoluta che ha relegato la scienza al ruolo di teologia sperimentale operando un continuo oscurantismo. La nemesi assoluta de Le cronache di Narnia di C.S. Lewis, insomma, che non ha mancato di generare prevedibili e sterili polemiche.
Nel 2010, come parte del progetto Canongate Myth Series - una serie di romanzi brevi che riscrivono personaggi ed episodi del mito -, Pullman pubblicò Il buon Gesù e il cattivo Cristo, una rivisitazione personale della vita di Gesù. Inutile dire che tale pubblicazione sollevò nuovamente il vespaio, tanto che l'autore ricevette numerose lettere di minaccia e fu bollato definitivamente come blasfemo.
Il buon Gesù e il cattivo Cristo, in realtà, di blasfemo e sovversivo non ha nulla. Parlando al suo pubblico più affezionato, quello giovane, Pullman riassume a suo modo gli eventi salienti del Vangelo, in capitoli brevissimi e dallo stile estremamente semplificato, quasi favolistico. La novità apportata è la scissione in due della figura del profeta: Gesù, il personaggio passato alla storia come Figlio di Dio e Re dei Giudei, e Cristo, suo fratello nell'ombra designato alla nascita come portavoce di Dio. Mentre Gesù predica e compie miracoli, portato in trionfo dagli apostoli e dalle folle, Cristo si sostituisce ai quattro evangelisti riportandone ogni parola, spronato da un misterioso straniero che lui crede un angelo.
Definito "apocalittico" dal Guardian, questo romanzetto non merita certo tanto scalpore (e in effetti il libro in Italia è passato pressoché inosservato): sebbene l'esistenza di Cristo, passata sotto silenzio, incarni ancora una volta l'aspra critica di oscurantismo rivolta dall'autore alla chiesa cattolica, nonché i travisamenti di cui i testi sacri sono sempre stati oggetto, Pullman rinuncia alla sua vena polemica, o non riesce a esprimerla appieno. La narrazione è pacata, fin troppo politically correct nell'evitare di approfondire episodi particolarmente controversi che avrebbero potuto essere spunto di critica, come il rapporto tra Maria Maddalena e Gesù o l'incontro di quest'ultimo con la donna di Canaan. Gesù, escluse alcune ragazzate compiute durante l'infanzia, non viene affatto stravolto nella sua natura, e Cristo, spettatore silente delle prodezze del fratello, pur essendo roso da dubbi agisce sempre con l'intento di mettere in atto la volontà divina. L'unico apporto anticlericale convincente dato da Pullman, ma già ottimamente espresso da altri come José Saramago ne Il vangelo secondo Gesù Cristo, è la trasformazione di Gesù in vittima sacrificale necessaria per la successiva affermazione della religione cattolica, progetto in cui Cristo, pur amando teneramente suo fratello, riveste il ruolo di carnefice e poi di sostituto.
Non solo Pullman non scandalizza, ma nemmeno stupisce o convince. Non si capisce precisamente a quale target questo libro sia rivolto, se ai ragazzini per offrire loro un differente spunto di lettura del Vangelo (e in questo caso lo scopo è raggiunto solo parzialmente), se agli adulti con lo stesso proposito (e in questo caso fallisce miseramente), se ha un intento puramente intrattenitivo. Anche in questo caso, volendo togliere all'opera ogni pretesa, si tratta di un romanzetto mediocre, costruito in modo estremamente semplificato, fino a diventare mero riassunto negli episodi meno rivisitati. Una delusione sotto ogni punto di vista.
Giudizio:
+1stella+Dettagli del libro
- Titolo: Il buon Gesù e il cattivo Cristo
- Titolo originale: The Good Man Jesus and the Scoundrel Christ
- Autore: Philip Pullman
- Traduttore: Bartocci M.
- Editore: TEA
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Saggistica TEA
- ISBN-13: 9788850228720
- Pagine: 162
- Formato - Prezzo: Brossura - 8.50 Euro
Concordo. Libro decisamente inutile e una totale delusione rispetto a Queste oscure materie.
Concordo anche io!
Pullman ha perso una buona occasione per scandalizzare sul serio. Proprio non capisco il perché di tutta questa polemica in UK, paese - si presume - meno bigotto del nostro, dove al contrario il romanzo non se lo è filato nessuno.