Recensione
Con gli occhi chiusi è un Bildungsroman al negativo, ossia un romanzo di formazione che si conclude non con la crescita del protagonista e con il suo inserimento nella società degli adulti, ma con un suo fallimento.
Scritto nel 1913, si inserisce nel contesto della letteratura di inizio Novecento in cui a dominare sono gli inetti, gli antieroi: primo tra tutti lo Zeno Cosini di Svevo, Michele de Gli Indifferenti di Moravia, Mattia Pascal di Pirandello e molti altri.
La storia, ambientata tra Siena, Firenze e le stupende campagne toscane, racconta la storia di Pietro Rosi, un giovane adolescente privo di passioni, talenti e di un vero sogno, che si lascia trascinare dagli eventi della vita senza mai reagire davvero. Vive sottomesso dal padre, un uomo violento e pieno di sé che gestisce una trattoria e diversi poderi in campagna, che lo spinge ad allontanarsi dalla scuola e dall'istruzione in generale e gli rinfaccia sempre di non essere scaltro come lui, che senza saper né leggere né scrivere, col solo duro lavoro, è riuscito ad arricchirsi. La madre muore quando è ancora un bambino, e quasi non riesce a provare dolore né a esprimere sentimenti. Tutto sembra scivolargli addosso.
La figura che condiziona in modo più significativo la sua esistenza è quella di Ghisola, una contadina che vive a Poggio a' Meli, dove la famiglia di Pietro amministra i poderi, insieme ai nonni che sono a servizio dei Rosi. Ghisola è analfabeta, bruttina, si veste di stracci, ma tra lei e Pietro si stabilisce un forte legame fin da quando sono piccoli, legame tuttavia destinato a rimanere nell'indefinito e nell'incomunicabilità. Quando la ragazza viene mandata via dal padre di Pietro, che intuisce la possibilità di una relazione tra i due, ed è costretta a tornare a Redda, Pietro si perde in una serie di scelte di vita sbagliate, passando da una breve militanza socialista ad un impegno poco proficuo negli studi tecnici, cercando inutilmente di ritrovare l'amore e la sincerità della contadina che ormai ha compromesso la sua purezza per denaro.
Il romanzo è fortemente autobiografico e ricco di elementi psicanalitici (da poco tempo Freud aveva reso pubblici i suoi studi e influenzato fortemente la letteratura dell'epoca). Pietro è alter-ego dell'autore sia per quanto riguarda il rapporto fortemente conflittuale col padre che per le difficoltà incontrate nel percorso scolastico; ma soprattutto Ghisola richiama Isola, protagonista di un tormentato amore giovanile di Tozzi.
Ciò che colpisce maggiormente è la perfetta rievocazione del mondo della campagna toscana di fine Ottocento: numerose sono le descrizioni delle colline, dei loro colori e profumi, degli elementi naturali che sembrano sempre riflettere la tragicità e l'incompletezza dei personaggi.
In conclusione il titolo dell'opera merita una spiegazione. In parte è riferito anch'esso ad un elemento biografico dello scrittore: Tozzi infatti fu colpito da una malattia agli occhi che lo costrinse al buio per molto tempo. Ma vivere con gli occhi chiusi è anche sinonimo di incomunicabilità, dell'impossibilità di comprendere appieno la realtà e le persone che fanno parte della vita del personaggio.
Sarà infatti nel fallimento e nella delusione che si concluderà la vicenda di Pietro.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Con gli occhi chiusi
- Autore: Federigo Tozzi
- Editore: BUR
- Data di Pubblicazione: 1995
- Collana: La Scala
- ISBN-13: 9788817202930
- Pagine: 192
- Formato - Prezzo: Brossura - 6,80 Euro
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