27 agosto 2013

La bambinaia - Marco Tiano

Quando Giorgia e Simone, giovane coppia di avvocati romani, arrivano in provincia di Siracusa insieme al figlioletto Mattia per un’opportunità di lavoro, è la fine dell’estate. Le giornate sono ancora lunghe e calde e la casa che hanno comprato – una villa in stile ottocentesco – è un gioiello isolato nelle campagne assolate del siracusano, tra i campi di grano dorati e gli agrumeti. Ma tra gli anziani dei paesi vicini girano strane voci, vecchie storie – storie di sangue di un passato sepolto – a proposito di quella casa, e Giorgia e Simone non tarderanno a scoprire sulla loro pelle che Villa Teresa non è un luogo come tutti gli altri…

Recensione

Sarebbe una buona idea, quella della Fazi Editore, di pubblicare in formato e-book brevi romanzi di autori esordienti. Lo sarebbe davvero, in un'Italia in cui gli autori esordienti devono sgomitare per farsi notare, se questi brevi romanzi meritassero realmente la pubblicazione sotto il marchio di un editore così noto. La bambinaia, duole dirlo, non ha molto più (e semmai ha molto meno) di tanti racconti autopubblicati o leggibili gratuitamente sulle maggiori piattaforme di fanfiction italiane.

Il tema è già, di per sé, logoro: una famiglia si trasferisce in una villa nel siracusano ritenuta infestata da un fantasma che ha già causato diverse morti registrate come accidentali: nella nursery di Villa Teresa, infatti, più di cent'anni prima la piccola Sara, di sette anni, è stata uccisa dalla bambinaia, e sembra che il suo spirito aleggi ancora senza pace attorno alla casa, con il proposito di vendicarsi di ogni madre che vi si trasferisca con i figli.

Non è tuttavia il tema della casa stregata, che a trecento anni dagli albori del romanzo gotico riesce ancora a riservare qualche sorpresa, il difetto principale dell'opera di esordio di Marco Tiano. Già dall’incipit, infatti, La bambinaia si presenta come un racconto decisamente amatoriale: laddove uno scrittore competente si limiterebbe a qualche dettaglio rivelatore per lasciare ai suoi lettori il compito di intuire i rapporti tra i coniugi e a qualche dialogo per spiegare cosa fanno in un’auto, dove stanno andando e da dove vengono, l’autore riassume vita, morte e miracoli degli occupanti dell’Opel. Oltre a questo continuo raccontare invece di mostrare (lo show, don't tell è ridotto ai minimi termini), sono presenti tutti i tipici difetti della scrittura degli esordienti italiani: abbondano le proposizioni esclamative nella voce narrante (Amava già quella villa!), le frasi sono brevissime e dal costrutto estremamente semplice, manca qualsiasi segno di interpunzione diverso dal punto e dalla virgola.

Di thrilling e di horror, in questo romanzo, non c'è proprio nulla. La trama, linearissima, va dal punto A al punto B senza la minima sorpresa, e gli avvenimenti sovrannaturali che si susseguono nella villa infestata sono così abusati e usurati che strappano uno sbadiglio dopo l'altro. I personaggi sono che più scontati non si può: andiamo dalla madre a tempo pieno, Giorgia, da poco ripresasi da un esaurimento nervoso e quindi inizialmente ritenuta inattendibile dal marito Simone, avvocato, innamoratissimo della sua famiglia, al figlio Mattia, che dovrebbe avere sette anni ma che ha un ipod e un iphone, è iscritto a Facebook, esce da solo in bicicletta, parla come un tredicenne. C'è qualche comprimario, tutti sbiaditi o, al contrario, caricati fino al grottesco: padre Antonio, lo scialbo prete del paese; zia Lucia, la valchirica proprietaria del market della zona; Sara, che sembra la parodia di una bambina fantasma.

C'è la sensazione non solo che l'autore conosca molto poco la scrittura, ma anche che non si premuri di assicurarsi del realismo o della veridicità di ciò che inserisce nella trama: un bambino di sette anni non parla né agisce come Mattia; due genitori in tensione per le voci che circolano attorno alla casa appena acquistata non lascerebbero mai scorrazzare il figlio di sette anni per tutta la giornata con un compagno di giochi che non si premurano nemmeno di conoscere; una donna incinta di due o tre mesi non può sentire scalciare il feto e dunque accorgersi di aver perso il bambino perché non riesce più ad avvertirne i movimenti.

C'è ancora, per l'autore, parecchio lavoro da fare per raggiungere anche solo la sufficienza.

Giudizio:

+1stella+

Dettagli del libro

  • Titolo: La bambinaia
  • Autore: Marco Tiano
  • Editore: Fazi Editore venduto da Amazon
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • ISBN-13: 9788876253133
  • Pagine: 103
  • Formato - Prezzo: Ebook - 1.99 Euro

1 Commenti:

  • 27 agosto 2013 alle ore 17:38
    Anonimo says:

    Non ho letto il racconto ma, avendo partecipato al concorso indetto da Fazi, ne ero informata. Sono perplessa.

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