Immagino che i frequentatori della Stamberga siano appassionati lettori, quando anche autentici divoratori di libri: in quanto tale, spesso mi sono chiesta in che modo avrei potuto contagiare i miei figli con l'amore per la lettura.
Devo dare ragione a Daniel Pennac, che sostiene che "leggere" è un verbo che non ammette l'imperativo, tanto quanto "amare" o "odiare": puoi anche legare qualcuno alla sedia come Alfieri, ma non potrai mai costringerlo a leggere e soprattutto a farlo, prima o poi, con passione.
Dal 1999 è attiva l'iniziativa "Nati per leggere", promossa dall'Associazione Culturale Pediatri, l'Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino - ONLUS.
"Nati per leggere" promuove la lettura ad alta voce per i bambini dai sei mesi ai sei anni: "la stimolazione e il senso di protezione che genera nel bambino il sentirsi accanto un adulto che legge e racconta storie già dal primo anno di vita(...) è impareggiabile. Il beneficio che il bambino trae dalla lettura a voce alta, operata in famiglia in età prescolare, è documentato da molti studi. Il precoce e quotidiano contatto con i libri e la lettura mediati da mamma e papà favorisce il futuro successo scolastico dei bambini".
Il bambino, seduto tra le braccia di una persona amata, si sente sicuro e protetto, nonché al centro dell'attenzione: il momento della lettura diventa così un piacere, una coccola che il bambino prima accetta volentieri e che, poi, sarà lui stesso a richiedere. E sarà per ricreare e ritrovare questa atmosfera di tenerezza e piacere che, da grande, prenderà in mano lui stesso un libro.
Certo, leggere per un pupetto di sei mesi non è cosa da poco. Innanzitutto la soglia dell'attenzione a questa età è molto bassa, quindi i primi tentativi potrebbero essere frustranti. L'immagine del logo, con questo abbraccio tenero mamma-bebè, e il pupo tutto attento al libro sarà replicabile solo per alcuni...secondi, almeno nei primi tempi: poi sarà tutto un divincolarsi e un cercare altri svaghi. Starà al genitore inventarsi nuovi modi di attirare l'attenzione del figlio, trasformandosi in attore e leggendo con grande enfasi. Esistono librini di soli "ehh!", "ahh!", "oooohhh!!", che a noi adulti paiono assurdi, mentre per un bimbo di pochi mesi sono interessantissimi, se intonati come si deve.
Siccome non tutti nasciamo attori, le biblioteche organizzano letture animate per i più piccoli, grazie a volontari e veri attori che si prestano al gioco: mi assicurano che assistere a questi incontri è divertente anche per gli adulti.
E la biblioteca si propone anche come luogo accogliente per i bambini, dove leggere è un piacere e un gioco, grazie a spazi arredati appositamente per i piccoli lettori, con cuscinoni, tappeti di gomma, poster colorati. Spesso i libri si trovano in scatole colorate insieme a pupazzi di peluche e altri giochi.
Qui un genitore potrà trovare ispirazione per le letture dei propri figli: "Nati per leggere" propone un catalogo di letture adatte ad ogni età, che sicuramente i bibliotecari conoscono e possono consigliare.
Come primo approccio, si consigliano rime, filastrocche e ninne nanne, perché ritmo e ripetizione aiutano la memoria e producono piacevoli effetti sonori, da accompagnare anche con movimenti del corpo.
Ci sono libri proposti per le fasi critiche dello sviluppo del bambino: le prime pappe, la nanna e l'uso del vasino (i libri sulla cacca sono gettonatissimi!). E storie che vengono in aiuto nei momenti di crisi, come i capricci o i comportamenti che a un adulto possono sembrare inspiegabili: ecco che il libro diventa una coccola, un'occasione per "stemperare in un sorriso tensioni e malumori", un gioco per far tornare il sorriso a genitori e figli.
E quando il bimbo diventa più grande, insieme a lui crescono anche i libri, con storie più complesse, approfondimenti sulla natura e la vita di tutti i giorni, argomenti che stimolino la sua curiosità.
Importante, per il genitore, è non scoraggiarsi di fronte ai primi insuccessi; procurare al pupo libri che possano essere maltrattati, meglio se robusti, o di stoffa o plastica: i bambini mettono in bocca tutto e non hanno ancora la buona grazia necessaria a maneggiare un libro prezioso; non imporre mai la lettura e, viceversa, mai rifiutarsi di rileggere la stessa storia, anche se fosse la millesima volta (e guai a cambiare una parola!).
I tecnicismi li lascio al sito dell'iniziativa e agli incontri che la promuovono - consiglio di partecipare, ne vale la pena. Certo, dopo aver appreso che è nei primi mesi di vita che le connessioni neuronali hanno il maggiore sviluppo e che affinché ciò avvenga è necessario stimolare il più possibile il bambino, anche il genitore modello entra in crisi, roso da dubbi e assillato dall'insicurezza "lo stimolerò abbastanza, questo pupo?". E una volta a casa, ecco il genitore preparare la stanza dei giochi con pianoforte e batteria, per stimolare movimento e udito; oggetti di tutti i materiali e le consistenze, per il senso del tatto; percorsi-vita che metterebbero alla prova anche un atleta olimpico.
No, signori, non serve leggere "Guerra e pace" in versione ridotta per sei-mesenni: l'obiettivo non è creare dei piccoli geni. Come ben dice il pediatra spagnolo Carlos Gonzales, "quello che i genitori danno al figlio quando giocano con lui non sono conoscenze o tecniche di studio, ma la meravigliosa sensazione di sentirsi amato [...]". (Da "Bésame mucho", 2008)
L'importante è fare le cose con amore e per amore. Lettura compresa.
Bibliografia essenziale:
- Nati per leggere - Una guida per genitori e futuri lettori, a cura di Nives Benati, 2008
- Me lo leggi?, Giorgia Cozza, 2012
- Come un romanzo, Daniel Pennac, 1993
- Libri e lettura da 0 a 6 anni, Rita Valentino Merletti, 2001
Io ho un Nano di 10 anni che ormai legge da prevalentemente da solo. Tuttavia, non tutte le sere, ma quasi, continuiamo a leggere insieme a voce alta, è troppo bello quel momento di intimità, pieno di domande e discorsi "seri", come dice lui, proprio come quando aveva tre anni e inaugurammo il primo libro, fino ad allora erano novelle o racconti che finivano la sera stessa, Cipollino, di Gianni Rodari.
Che bello! Un'assistente sociale e mamma, a un incontro di promozione di "Nati per leggere", ci raccontava che con il figlio maggiore aveva fatto uno sbaglio: una volta che aveva imparato a leggere, a scuola, lei gli prestava meno attenzione, "tanto sai leggere da solo". Invece è importante continuare anche quando il bimbo è in grado di leggere per conto suo, proprio per il legame affettivo che si era creato in precedenza e che non è giusto venga interrotto.
Che bella iniziativa! In effetti, penso che lo stimolo alla lettura da parte dei genitori e la condivisione del momento di incontro con il testo con i bambini sino gli strumenti più validi per guidare le giovani generazioni al mondo dei libri, ovvero proiettarli, allo stesso tempo, verso un passatempo sano e verso la fondamentale attività della riflessione. Non sempre questi tentativi vanno a buon fine, ma è pu vero che una buona semina è la premessa essenziale per un raccolto di qualità. Ricordo ancora il primo libro con cui ho imparato a leggere (col supporto della mamma): era una favoletta su un bambino e la cura dei denti, divertente e istruttiva allo stesso tempo!