Recensione
Omicidi al liceo è il nuovo giallo della scrittrice emergente Teresa Angelico e mostra quella combinazione di buona volontà e inesperienza caratteristica di molte opere di esordienti.Soprassediamo sulla scelta della copertina che fa tanto Young Adult ed è sicuramente molto ammiccante per un certo tipo di pubblico, ma non rende assolutamente giustizia né alla natura né allo stile del racconto, che è invece un mystery adulto che si ispira nientemeno che a un'opera di Agatha Christie, C'era una volta. Di fatto l'autrice ha ripreso la trama del giallo della Christie e ne ha modificato l'ambientazione dalla Tebe del 200 a.C. all'Italia contemporanea, prendendo in parola ciò che aveva dichiarato la stessa grande giallista a proposito di C'era una volta, ovvero che l'ambientazione non era assolutamente rilevante ai fini di quella particolare storia, ma che quanto narrato poteva adattarsi benissimo nell'epoca moderna.
Teresa Angelico dimostra quant'è vera questa affermazione adattando perfettamente la storia di una comunità ristretta lacerata da invidie e gelosie alla realtà di un moderno liceo classico del centro Italia, dove la protagonista Elisabetta torna a insegnare dopo anni di lontananza per scoprire che l'oasi idilliaca che ricordava è diventata un covo di vipere sull'orlo del collasso. Il risultato è un'opera con un buon ritmo e la giusta dose di suspence che va in crescendo man mano che ci si avvicina all'epilogo, molto ben sostenuta dalla frustrazione della protagonista nello scoprire che il rassicurante paradiso dei suoi ricordi di ragazza non combacia assolutamente con la brutalità della realtà che i suoi occhi di adulta non possono più ignorare.
Ciò che lascia a desiderare, ma a dir la verità questo era già un difetto dell'opera della Christie, è la scarsa coerenza nella gestione di alcuni aspetti della trama e la superficialità di alcune scelte narrative, a partire dalla figura del colpevole, le cui motivazioni per la catena di omicidi commessa sinceramente appaiono poco convincenti e potevano essere chiarite un po' meglio. Ugualmente, il modo in cui uno dei personaggi intuisce che i diversi omicidi sono collegati fra loro è un po' risibile e non molto significativo (ma c'era poi bisogno di questa folgorante intuizione per capire che tre insegnanti morti nel giro di pochi mesi non sono frutto del caso?).
Inoltre l'autrice ha la brutta abitudine di dimenticarsi i personaggi per strada dopo averli tenuti al centro della narrazione per diversi capitoli. L'esempio più eclatante è quello di Arianna, l'elemento di rottura dei precari equilibri della scuola, che finisce nel dimenticatoio non appena esigenze di trama la fanno uscire di scena. Visto il suo ruolo fondamentale nell'avvio della catena di omicidi, col procedere delle indagini si poteva svelare qualcosa di più sul suo passato e sul perché del suo comportamento meschino. Altra cosa assolutamente inspiegabile è il personaggio di André, lontano parente del preside che appare e scompare senza alcun motivo. Tra l'altro non è chiaro perché lui, che è un medico, passi le giornate a girovagare liberamente nella sala professori di un liceo. A proposito del liceo, in effetti, mi pare che l'autrice si prenda qualche "licenza poetica" perché mi risultava che i professori venissero assunti tramite concorsi e graduatorie e non su libera scelta del preside, il quale fra l'altro va e viene senza limiti di giorni e orari, come se a scuola non ci lavorasse ma fosse lì in villeggiatura. Anche la figura di Elisabetta presenta diverse lacune: la donna è sposata e ha una figlia ma nella descrizione delle attività quotidiane della protagonista il marito è inesistente e la figlia compare all'improvviso per un paio di pagine infilata dentro a forza affinché possa rivelare, con una coincidenza piuttosto improbabile, un dettaglio fondamentale relativo al mistero in esame. Che poi, è possibile che con un omicida che gironzola per la scuola, Elisabetta si angusti per se stessa e non per la figlia che frequenta lo stesso liceo, e quando ha bisogno di conforto si butti fra le braccia di un collega e non senta il bisogno di avere il parere del marito? Suggerirei un buon consulente matrimoniale se non un avvocato divorzista.
Ultimo appunto lo farei al linguaggio che è curato e corretto ma un po' piatto e forzato, sia nei dialoghi che nelle descrizioni. A parte la scelta di alcuni termini (non ho mai sentito nessuno chiamare un pc "personal" o i lettori DVD "riproduttori di DVD", se non in documenti scritti in burocratese), l'autrice sembra più impegnata a scrivere un buon tema per ottenere l'approvazione dell'insegnante di italiano che un romanzo con conversazioni reali. I personaggi si parlano in modo poco spontaneo, come se fossero coscienti di "esser letti" e si preoccupassero di spiegare cose al lettore e non come se stessero veramente conversando fra loro. Tra l'altro se si riporta in modo esteso uno scambio di mail, con tanto di mittente e destinatario, è inutile ripetere prima di ogni mail "lui rispose", "lei rispose".
In conclusione non ho avuto un'impressione del tutto negativa, anzi mi è molto piaciuta l'attenzione data dall'autrice alla creazione del giusto grado di suspense e disperazione e la trama gialla è comunque accattivante e convincente: il racconto però patisce sicuramente l'inesperienza della scrittrice che rimane troppo legata al modello a cui si è ispirata e non sviluppa in modo adeguato tutti gli aspetti dell'opera.
Giudizio:
+2stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: ...1,2,3... Omicidi al liceo
- Autore: Teresa Angelico
- Editore: Amazon
- Data di Pubblicazione: 2012
- ASIN: B009JVYMBY
- Pagine: 272
- Formato - Prezzo: Kindle ebook - Euro 0,89
0 Commenti a “...1,2,3... Omicidi al liceo - Teresa Angelico”
Posta un commento