Recensione
Per essere un thriller, genere che personalmente ritengo fin troppo limitato e costruito, Vernice fresca si presenta molto bene: un romanzo fresco, intrigante, molto più originale di quanto possa consentire la struttura rigida e spesso stereotipata del thriller.
Singolare la scelta dell'ambientazione glocal, a voler usare un neologismo: globale e locale insieme. Si parla di ingegneria genetica, di guerra batteriologica, di strascichi di guerra fredda che collegano l'Italia al Kazakistan, eppure tutta l'azione ha luogo nel cuore della profonda provincia lombarda. Questo spirito si scorge meglio nella gestione dei personaggi, stritolati nella morsa tra vita pubblica e vita privata, con conseguenti conflitti etici e così via.
Protagonista fondamentale e centro indiscusso del romanzo è Duilio Cattaneo, una personalità che si presenta solida e granitica alla soglia dei sessant'anni; Duilio vive la sua vita giostrandosi tra il lavoro in una grossa società farmaceutica a conduzione familiare (la classica grande e potente famiglia con le mani in pasta pressocché ovunque) e la vita privata, la relazione con Olga, influente avvocato della città. Come da copione, un incidente di laboratorio mal taciuto e mai ben chiarito ufficialmente dà avvio all'azione: per Duilio sarà sempre più difficile chiudere gli occhi sulle attività più oscure e llecite dell'azienda. L'incontro con una microbiologa e attivista avversa all'azienda capovolge tutto: mentre trame oscure si rivelano, Duilio perde le sue salde convinzioni e sarà costretto a rimettere in discussione ogni aspetto della sua vita.
Giocando liberamente con il tema del complotto, della guerra batteriologica, l'autore riesce a smarcarsi dalle strette maglie del genere narrativo e a regalare al lettore, insieme a una storia adrenalinica, un composito e verosimile ritratto dell'Italia contemporanea, soprattutto sugli aspetti sociologici e politici: spregiudicati dirigenti d'azienda, comunisti folgorati sulla via di Arcore, padri assenti, adulteri, idealisti irriducibili - questi i personaggi che affollano il romanzo. Tutto ciò è ben sostenuto da una scrittura adeguata: l'autore è capace di ottime presentazioni dei personaggi, scritte con uno stile nervoso e sintetico, a volte quasi lapidario. Sotto il profilo stilistico la stessa cura riscontrata nell'elaborazione dei ritratti dei personaggi si presenta egualmente adeguata, complice un vocabolario ricco e uno stile duttile, che si adatta alle diverse sequenze, di azione o di riflessione.
Se questi sono gli innegabili punti di forza, qualche punto debole c'è, e non ne è altro che il rovescio della medaglia: quella stessa scrittura ben ponderata talvolta diventa pesante, affatica la lettura; certe descrizioni risultano eccessive, con effetti nefasti su un romanzo che, come richiesto dal genere, dev'essere sempre frenetico e dinamico. Tutto si potrebbe dire, in effetti, meno che il romanzo si faccia leggere facilmente e scivoli via con facilità: l'impegno richiesto, certo ben ripagato, è notevole, pure troppo per un romanzo destinato a far riflettere, intrattenendo.
Laddove la scelta dell'ambientazione, audace, mi pare pressoché esente da difetti, quella stessa scelta di personaggi e temi, che pure è uno dei punti di forza del romanzo, risulta talvolta insoddisfacente: posto sia assolutamente realistico, il mondo evocato dall'autore sembra troppo grigio e troppo riduttivo, come se in Italia, o nel mondo, vi siano solo gente spregiudicata, adulteri, ideali traditi. Con l'ovvia esclusione del protagonista, alcuni personaggi conoscono una caratterizzazione un po' estremizzata, verrebbe da dire, quasi faziosa.
Nel complesso, il giudizio è decisamente positivo, l'operazione condotta è audace e l'esperienza di lettura esaltante e densa di carica riflessiva. Non scivola via, ma di sicuro lascia qualcosa.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Vernice fresca
- Autore: Antonio Grassi
- Editore: Libreria Dornetti
- Data di Pubblicazione: 2013
- ISBN-13: 9788890093838
- Pagine: 492
- Formato - Prezzo: Brossura - 17,00 Euro
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