E in lui nasce il desiderio di emulare il grande artista, di mettersi alla prova, scoprendo così un talento innato, tanto da riuscire a conquistarsi la fiducia e la stima di Peire. Ma tutto cambia quando un evento funesto rompe la quiete di quel luogo sacro: approfittando della confusione creata dai lavori, qualcuno s’intrufola nella cripta della cattedrale e ruba le reliquie di san Pietro. Un atto vile e blasfemo, che mette a repentaglio l’intera comunità benedettina e i delicati rapporti con l’autorità papale. Perché quelle reliquie custodiscono un segreto dirompente, un segreto di cui solo l’abate è a conoscenza. E gli unici che possono ritrovarle senza destare sospetti sono Blai e Sebastià, un cavaliere crociato su cui grava un passato oscuro e che, alcuni anni prima, ha preso i voti per espiare le sue colpe. La loro missione sarà irta di ostacoli: tra lotte di potere, intrighi e tradimenti, dovranno salvare uno tra i simboli più venerati della Cristianità e, soprattutto, le ragioni stesse dell’esistenza della Chiesa di Cristo…
Recensione
La Cattedrale del Mistero arriva in Italia insignito dal prestigioso premio Néstor Luján che viene dato in Spagna al miglior romanzo storico dell'anno. Dubito peraltro che in Italia lo conoscano in molti.
Contrariamente a quanto scritto nella quarta di copertina del libro, il giovane Blai non "rimane affascinato dai lavori di restauro tanto da far nascere in lui il desiderio di emulare il grande artista", ma dalla bellezza di Candia, la figlia del maestro Peire, lo scultore di fama. Appena la incontra, Blai si innamora e decide di impegnarsi nel lavoro di edificazione della cattedrale, sperando di entrare nelle grazie del padre della giovane amata e poterne ottenere la mano. Ma della ragazza si innamora anche il figlio del nobile che finanzia le opere di restauro della cattedrale, mettendo una seria ipoteca sulle possibilità del giovane Blai, agli ultimi posti nella scala sociale, di coronare il suo sogno d'amore. Le lotte, gli intrighi e gli omicidi, che si susseguono fino al lieto fine, non vengono compiuti per i begli occhi di Candia ma per il possesso delle reliquie di San Pietro. Le reliquie di qualche santo, non diversamente da oggi, erano un business per chi le deteneva e quindi potevano diventare oggetto di desiderio da parte di qualche famiglia potente.
Per quanto l'autrice, Núria Esponellà, non sia alla sua prima pubblicazione, in questo romanzo si riscontrano alcuni difetti tipici in genere degli esordienti quali:
- un eccesso di informazioni nei primi capitoli che rendono inizialmente un po' ostica la lettura;
- la ripetizione di nozioni nel timore che il lettore non le abbia sufficientemente recepite;
- una ridondanza di figure retoriche più adatte alla literary fiction che a un romanzo di genere, il quale richiederebbe una scrittura più asciutta. Alcuni esempi: "le ceneri del suo cuore", "oasi di pace", "il frutto acerbo della guerra", "buio come la gola di un lupo". O ancora, indossava l'abito grigio delle monache benedettine, che lasciava solamente intuire le sue forme, come un'ostrica la presenza di una perla. E lascia perplessi anche la frase si comportava come un uomo fatto e finito; non aveva più voglia di andare su e giù come un bue senza campanaccio.
Talvolta le similitudini si sovrappongono l'una all'altra, come: "Molto più tardi, a notte fonda, aveva udito un latrato da bestia feroce che rimbombava con immenso frastuono, come se nelle viscere della montagna gridassero centinaia di voci oscure che cercavano di farsi sentire". Appare infine strano che Núria Esponellà, un'insegnante, cada in una tautologia come questa: "trovava che fosse di una bellezza angelica, perfetta, senza difetti".
Viene da chiedersi se alcune incongruenze non dipendano dalla traduzione dallo spagnolo all'italiano. La parola "toccacciarla", ad esempio, intesa come palpeggiamento spinto, non mi risulta esistere nella nostra lingua e il francesismo "routinaria" è un termine talmente brutto da diffidare qualunque scrittore dall'usarlo anche se la parola si ritrova in qualche dizionario. Inoltre la sensazione di claustrofobia non potrà essere descritta come se i muri si "attorcigliassero"; al più come se si stringessero addosso. E se un "sottinteso" è per Blai talmente chiaro da non aver necessità di spiegazione, non si dirà che "Blai non lo fece esplicitare".
Alcune fra le espressioni usate nel romanzo sono per lo più di uso colloquiale, ma non hanno una valenza letteraria, pertanto non si dovrebbe scrivere che "l'abate lasciò che il priore se ne andasse con la pulce nell'orecchio" o che "Sebastà ci aveva fatto il callo".
Non si mette in discussione la validità delle ricerche storiche fatte dall'autrice, e l'elemento più valido del romanzo è appunto lo spaccato di vita medievale che ci viene offerto. Per quanto riguarda il cosiddetto "mistero" della cattedrale, risulta un po' discutibile il modo in cui viene introdotto: la scrittrice ne fa cenno infatti nelle prime pagine del romanzo ("l'abate aveva cinquant'anni e da oltre dieci serbava un segreto"), per poi riprenderlo solo verso la fine del libro. A questo proposito Núria Esponellà sfodera una certa ironia dicendo che "un uomo solo che custodisce un segreto è come una mela cotogna saporita che non viene usata per fare la cotognata e finisce per marcire", lunga metafora che potrebbe riassumersi in: non c'è gusto ad avere un segreto se non lo si può condividere.
Il linguaggio castigato, i buoni sentimenti di cui abbonda il romanzo ed anche la scelta del titolo italiano "La cattedrale del mistero" sembrerebbero indirizzare il libro ad un pubblico molto giovane. Il titolo in catalano Rere els murs, ovvero "dietro le mura", risulta a mio avviso meno altisonante ma più accattivante per un pubblico adulto.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La cattedrale del mistero. Il segreto della reliquia maledetta
- Titolo originale: Rere els murs
- Autore: Núria Esponellà
- Traduttore: Simone Bertelegni
- Editore: Tre60
- Data di Pubblicazione: 2013
- ISBN-13: 9788867020898
- Pagine: 416
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - Euro 9,90
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