Recensione
Finalmente un romanzo di genere rosa scritto come si deve, dal principio alla fine. Non mi metterò ad analizzare tutti i personaggi o le situazioni, perché mi è semplicemente piaciuto e non voglio svelarne tutti i retroscena.
La protagonista, un'affascinante donna in carriera molto risoluta e ferma nelle sue posizioni, si scontra con un uomo tanto bello quanto superficiale, almeno secondo lei. In un ritmo serrato di dialoghi, assisteremo a una battaglia all'ultimo sangue che ci condurrà sui sentieri morbidi del cuore. In un ambiente di lavoro professionale, Jennifer ci mostrerà tutti i lati della sua combattiva personalità, dimostrando, come spesso accade, che il pregiudizio non porta proprio da nessuna parte, se non a farci un'idea sbagliata del soggetto che stiamo giudicando a priori negativamente. Ian da parte sua, invece, racconterà a un pubblico femminile, più attraverso i gesti che le parole, la scoperta della propria fragilità di uomo e il desiderio di attaccamento verso una donna che lo farà letteralmente uscire fuori di testa.
Trovo che il climax di tensione sia ben distribuito durante tutto il corso della vicenda: la protagonista viene caratterizzata in un modo e questa scelta caratteriale viene portata avanti fino alla fine; il protagonista maschile a tratti appare un pochino debole, ma soltanto perché si trova ad essere attratto sempre di più da una donna che in principio rendeva difficile persino parlare del costo di un pacchetto di caramelle senza costringerlo ad alzare la voce. Ho letto in un'intervista che l'autrice, per scrivere il romanzo si sia ispirata ai romanzi "Regency", ma di cosa tratta questo genere?
"Il romanzo Regency è ambientato rigorosamente nel periodo che va dal 1811 al 1820, con ambientazione preferibilmente inglese o coloniale. Questo periodo, durante il quale re Giorgio III, incapace di governare a causa della pazzia, fu sostituito dal figlio, divenuto nel 1820 re Giorgio IV, fu segnato dalle guerre napoleoniche, ed è diventato terreno fertile per la narrativa, in quanto si tratta, per l’Inghilterra, di un’epoca di passaggio capace di fornire molti spunti letterari. O forse è meglio dire inesauribili, visto che ancora oggi il genere Regency non conosce tramonto.
Dal rigore dell’epoca vittoriana, nell’epoca della reggenza si va incontro a un diffuso lassismo nei costumi dell’alta società, che seguendo le mode dettate dal giovane reggente, dedito al gioco e alle feste, si uniforma a nuove regole di etichetta e abbigliamento. Gli echi delle battaglie nel Continente giungono attraverso gli ufficiali, che diventano parte integrante della narrativa Regency decretando una volta per tutte “il fascino della divisa” sulle giovani donne. Già in orgoglio e pregiudizio, così come in persuasione, questi elementi entrano a far parte dell’universo femminile narrato dalla Austen: l’infido Wickam, che seduce la giovane Lydia dopo aver affascinato tutta la famiglia Bennett, Wentworth, antico e imperituro amore di Anne Elliott rappresentano due aspetti del rapporto fra le fanciulle inglesi e il lontano mondo militare.
L’aspetto più importante resta, nel genere Regency, il mercato matrimoniale, che si svolge principalmente durante la Stagione Londinese, nel periodo in cui i Lord risiedono nella capitale per partecipare alla Camera. Feste e balli hanno lo scopo principale di mettere in mostra le giovani in età da marito e di combinare per entrambe le parti matrimoni vantaggiosi.
Non si possono dimenticare le vicende che d’estate si svolgono nelle varie tenute di campagna, così come gli intrecci che avvengono fra i possidenti terrieri, meglio se almeno in possesso di un Mr. davanti al nome.
Rare le problematiche sociali, ma non assenti: l’inizio dell’era industriale non può restare fuori dal mondo dorato raccontato nel genere."
Anna Premoli è stata definita "il primo vero caso italiano di successo passato attraverso l'autopubblicazione". L'autrice non ambisce a vivere di scrittura, dal canto mio, però, spero che si dedichi alla stesura di un nuovo romanzo. Diciamoci la verità, questo tipo di letteratura è passibile di critica da tutte le parti e non sono io a volerne giudicare i contenuti o a salire sul podio dell'illeggibilità conferendole una medaglia; ritengo soltanto che, oggettivamente, sia scritto con criterio, includendo tutti gli elementi che fanno di un romanzo rosa un vero romanzo di genere. Apprezzabile l'inserimento di scene sessuali velate, che, visto il periodo, sono una rarità. Meno apprezzabile l'inserimento di qualche parolaccia; nonostante, infatti, in due situazioni calzi perfettamente l'uso di alcune parole forti, non sono un'amante di suddette parole, anche se oggi come oggi viene quasi naturale accettarle, visto soprattutto il cambiamento d'uso del linguaggio.
Se dovessi trovargli un difetto, sarebbe senza ombra di dubbio il voler usare la prima persona per raccontare le vicende. La prima persona è un espediente immediato, semplice e di facile attuazione, peccato che non ci permetta di scoprire i sentimenti e le sensazioni di Ian che, come ho scritto più in alto, intuiremo dalle sue azioni e non dai suoi pensieri.
Pur non essendoci una trama molto originale, trovo invece i dialoghi ben costruiti e la scelta di un ambiente lavorativo che accoglie entrambi i protagonisti, una piacevole novità che spero di ritrovare anche in altri romanzi di genere.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Ti prego lasciati odiare
- Autore: Anna Premoli
- Editore: Newton Compton
- Data di Pubblicazione: 2013
- Collana: Anagramma
- ISBN-13: 978-8854147928
- Pagine: 318
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 14,90 (Disponibile anche in ebook a euro 3,49)
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