Recensione
La vita mi ha insegnato che è il bene ad aver bisogno di giustificazione. E’ il bene che necessita di un perché, una causa, un motivo. E’ il bene che, in realtà, rappresenta il più profondo degli enigmi.
Le mie recensioni iniziano sempre con un appunto sulla trama. Sempre. Questa volta non sarà possibile.
Perché è un noir, forse direte voi, così ben costruito che anche una sola parola di troppo rovinerebbe il piacere di scoprirlo.
No. Disgraziatamente, la trama in Derrumbe è solo promessa: un gioco di astuzie tra un onesto detective e un folle assassino che sceglie le sue vittime a caso, lasciando sulla scena del delitto una scarpa della vittima precedente. La prima parte del romanzo ha effettivamente questo filo conduttore, che si interrompe bruscamente quando il killer sceglie di innamorarsi perversamente di una persona molto vicina all'ispettore Manila. Ci si aspetterebbe che la seconda parte prosegua con i tentativi della polizia spagnola di rintracciare l'assassino, ma Menéndez Salmón vira bruscamente su altri personaggi e altri delitti, concentrandosi questa volta su un trio di pericolosi terroristi anarchici, gli Estirpatori, che sfogano sul mondo la violenza tipica di chi ha tutto ma sente il vuoto della società moderna. La seconda parte termina con un terribile attentato, e ricompare l'ombra dell'ispettore Manila: ancora una volta, il lettore si aggrappa alla speranza che la terza parte intreccerà tutti i fili della narrazione pendenti. Ciò non accade: protagonista è questa volta Valdivia, padre della giovane fidanzata di uno dei terroristi, intento a dare un senso alla violenza, all'improvviso diventare donna - una donna perversa, che non riconosce - del suo angelo, a una vita andata in rovina. E ancora una volta ricompaiono Manila e il serial killer, ma non sono più protagonisti, quanto fantasmi che si aggirano sperduti nel romanzo, o forse nell'antologia di tre racconti, chissà, di un autore che probabilmente aveva chiaro il messaggio ma non il modo in cui veicolarlo.
Il termine spagnolo “derrumbe”, fortemente onomatopeico, in italiano significa “precipizio, crollo”. Quel che crolla in questo romanzo, oltre alle vite dei protagonisti, è la comprensione e l'aspettativa del lettore, entrambe messe a dura prova da un noir in cui succede tutto e nulla in meno di centottanta pagine.
Menéndez Salmón è una voce coraggiosa, in grado di chiamare le cose con il loro nome, senza pudore e senza temere di recare offesa agli occhi e all’immaginario dei lettori, troppo spesso inclini a storcere il naso innanzi a semplici trivialità quali “cazzo”, “ano” e “merda”. Se è vero che a volte certe descrizioni sfiorano il turpiloquio, la pornografia, all’autore spagnolo va il merito di non tirarsi indietro fronte alla degradazione di menti malate, di aver usato parole affilate come pugnali per descrivere il male in diverse forme.
Non gli si può tuttavia scusare la forma incerta di quest'opera, che non si riesce a considerare romanzo né raccolta di racconti correlati, l'incapacità o forse proprio il disinteresse di incastrare i tasselli, di dare un senso al tutto. Perché anche i tuoi lettori, Menendéz Salmón, desidererebbero un senso, una ragione per ore di lettura che non lasciano niente se non la sgradevolezza residua di scene disturbanti che talvolta ricordano il pulp di Palahniuk.
Giudizio:
+1stella+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Derrumbe
- Titolo originale: Derrumbe
- Autore: Ricardo Menéndez Salmón
- Traduttore: Tarolo C.
- Editore: Marcos y Marcos
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Gli alianti
- ISBN-13: 9788871686226
- Pagine: 187
- Formato - Prezzo: Brossura - 15.00 Euro
0 Commenti a “Derrumbe - Ricardo Menéndez Salmón”
Posta un commento