Recensione
Questo non è un romanzo, ma un documento storico: lo scrittore canadese Thomas Keneally, in seguito a un incontro casuale con Leopold Pfefferberg – amico e collaboratore di Oskar Schindler e salvo grazie a lui, come altri millecento ebrei che gli devono la vita -, ha deciso di raccogliere le testimonianze di chi ha conosciuto l’eroe tedesco, per ricostruire l’arco della sua vita che va dal 1939 al 1945.
Il ritratto che ne emerge è quello di un eroe assolutamente umano: Schindler era un grande bevitore, un donnaiolo incallito che mai si preoccupò della felicità di sua moglie Emilie, un uomo d’affari che amava i piaceri del lusso. Lungi dal cadere nei pericoli dell’agiografismo, la biografia non rintraccia nella sua infanzia una particolare tendenza filantropica, né ricerca un momento di illuminazione di divina bontà che convertì il cattivo tedesco nel santo cristiano. I fatti sono quelli, nudi e crudi, che la storia ci ha tramandato: non c’è alcun tentativo di romanzare la tragedia della Shoah, né espurgandone gli aspetti più truculenti per offrirne un quadro più consolante, né esacerbandoli in modo da spettacolarizzarla. Quando i toni sfiorano un po’ troppo l’idealizzazione, l’autore rammenta al lettore che Oskar Schindler fu pur sempre un uomo, sottolineandone un difetto o narrandone un errore.
La lista di Schindler, non essendo un romanzo, non ha una trama, un arco narrativo: i capitoli – alcuni brevi, altri meno – narrano cronologicamente episodi della vita di Schindler, ricostruiti grazie ai racconti di collaboratori e sopravvissuti, restituendo anche un’ipotesi o l’altra nel caso di momenti oscuri. E’ così che, grazie ai ricordi commossi di Leopold Pfefferberg, suo più stretto collaboratore, o di Helen Hirsh, domestica del feroce comandante di Płaszów Amon Göth, e di molti altri che furono inclusi nella nota Lista, possiamo leggere nero su bianco di come Oskar Schindler, disgustato dalla brutalità delle Aktion tedesche e dall’abominio dei campi di sterminio, riuscì a proteggere più di un migliaio di vite ebree facendole lavorare nella sua fabbrica Emalia prima e trasferendole nel campo di lavoro di Brünnlitz poi, dove diede loro vitto e condizioni di vita umane. Non mancano naturalmente nelle testimonianze dei sopravvissuti racconti delle atrocità subite, dalle esecuzioni sommarie delle SS al rastrellamento del ghetto di Cracovia, dal terrificante tenore di vita condotto dai prigionieri all’ultimo, ancor più pericoloso periodo prima dell’arrivo dell’Armata Rossa, che spinse i vertici tedeschi a distruggere i campi e chi vi era prigioniero per eliminare più testimonianze possibili della loro follia.
Banale e scontato sarebbe esprimere un commento sulla Shoah o sull’eroismo di un uomo che investì beni inimmaginabili e rischiò la vita un numero incalcolabile di volte per rimediare alle atrocità commesse dai suoi compatrioti, per cui il mio giudizio riguarda semplicemente la biografia scritta da Thomas Keneally: un gran bel lavoro, anche se ci si poteva sforzare di dare un po’ più di continuità agli episodi narrati e magari ampliare un po’ la cornice storica per aiutare a orientarsi anche chi è all’asciutto delle coordinate storiche della Seconda Guerra Mondiale.
Nota: per chi fosse incuriosito dalle modalità di stesura della biografia e dal suo background, Sperling ha pubblicato anche il libro Cercando Schindler, scritto dallo stesso autore.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La lista di Schindler
- Titolo originale: Schindler's Ark
- Autore: Thomas Keneally
- Traduttore: M. Castino
- Editore: Sperling&Kupfer
- Data di Pubblicazione: 2013
- Collana: Super Bestseller
- ISBN-13: 9788860618610
- Pagine: 385
- Formato - Prezzo: Brossura - 10,50 Euro
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