Recensione
Hope è una trentaseienne in crisi: sta appena uscendo dal divorzio con il marito Rob, ha una figlia adolescente che la incolpa della fine del suo matrimonio, la nonna cui è molto affezionata si è ammalata di Alzheimer. Inoltre da appena due anni ha perso la madre per un tumore al seno, cosa che l'ha costretta a ritrasferirsi nel minuscolo paesino di Cape Cod dov'è nata per occuparsi della pasticceria di famiglia gestita da sua madre e dalla nonna prima di lei, quella stessa pasticceria che ora rischia di fallire.
La sua lenta scivolata verso il nulla si arresta quando la nonna, in uno degli ormai rari giorni di lucidità, le mette in mano una lista di nomi che non conosce e le chiede di andare a Parigi a scoprire cosa ne è stato della sua famiglia: è solo allora che Hope scopre che la nonna è ebrea, ed è riuscita a sfuggire ai rastrellamenti del '42 per poi ricomparire negli USA sposata con Ted, suo nonno. Hope comprende che è suo dovere rintracciare le radici della sua famiglia e far sì che i ricordi dei familiari della nonna non vadano persi nel nulla con l'avanzare della malattia.
Finché le stelle saranno in cielo è una favola moderna per casalinghe appassionate di cucina e lieti fini: ogni filo intessuto nella trama della storia è così pregno d'amore e di destino e di buoni sentimenti che il lettore rischia il diabete come se avesse mangiato nel giro dei tre giorni necessari alla lettura del romanzo ognuno dei dolci suggeriti dalle ricette inserite tra un capitolo e l'altro. Probabilmente l'autrice era piena di buoni propositi (forse troppo), ma la sensazione che questo romanzo mi ha lasciato è di sdolcinata sgradevolezza. Non che la Harmel affronti con leggerezza il tema dell'Olocausto, ma lo tratta con una dose di delicatezza eccessiva, quasi volesse risparmiare alle sue destinatarie ideali (già me le vedo: rubiconde, con il grembiule da cucina schizzato di farina e marmellata, a leggere con gli occhi lucidi un capitolo e l'altro in attesa che suoni il timer del forno) tinte troppo nette che rischierebbero di rovinare la sua storia allo zucchero filato. Peccato che da queste non si possa prescindere quando si sceglie di raccontare agli adulti una parte della Storia che ha messo a nudo le mostruosità dell'animo umano, ma d'altronde era evidente già dalle ricette di cucina che il romanzo non si rivolge a un pubblico troppo pretenzioso, bensì a uno facile all'emozione quando si tratta del Grande e Vero Amore della Vita che Non Conosce Confini Temporali né Spaziali.
I personaggi sono banali e scontati come ogni altro elemento del libro. Hope, la protagonista, è una donna dal carattere estremamente debole ed emotivo, nonostante tutti nel romanzo si ostinino ad affermare il contrario: lascia che tutto nella vita le scivoli accanto, il matrimonio, la pasticceria, il rapporto con la figlia, quel tipo di persona estremamente passiva che non agisce finché non può farne a meno. La figlia Annie è il prototipo dell'adolescente in crisi, scorbutica e aggressiva ma che nasconde il classico cuore d'oro. Il marito Rob è uno dei due unici personaggi tratteggiati negativamente in una storia in cui tutti, protagonisti e comparse, hanno qualcosa di buono da offrire e sono sempre pronti a dare una mano: ha infatti preferito alla moglie una ventiduenne di nome Sunshine, che ha precisamente le facoltà intellettive suggerite dal suo nome - per risultare un personaggio più scialbo della protagonista non poteva che essere colmo di difetti. Gavin, il giovane ventottenne tuttofare misteriosamente interessato alla protagonista, oltre ad avere dei bei pettorali starebbe benissimo insaccato in un saio, così pronto com'è a dispensare aiuto, comprensione e buoni consigli disinteressati a tutte le persone che lo circondano. Rose, la nonna, è forse il personaggio meglio approfondito del romanzo, chiusa com'è nel suo senso di colpa per aver rinnegato le proprie origini e per essersi confezionata una nuova vita lontana dalle brutture del passato.
Anche la storia non ha nulla di originale: se pure la ricerca delle radici di famiglia e della memoria storica è uno spunto che in un romanzo può condurre ai risultati più interessanti e variegati, nella storia di Rose c'è ben poco d'inaspettato, e di notevole c'è solo il tema della sua malattia degenerativa che rischia di uccidere per la seconda volta la sua famiglia, cancellandone il ricordo senza che sia stato tramandato ai discendenti. Anche il tema della sapienza femminile trasmessa alla discendenza nella classica linea nonna-figlia-nipote (anche se in questo romanzo la figlia ne è estranea ed è piuttosto la pronipote a continuare quella linea) è interessante: nel libro della Harmel tale sapienza è la pasticceria, che dalla Polonia alla Francia agli USA trasmette un nascosto messaggio di fratellanza tra la cultura ebraica, musulmana e cristiana. Sarebbe stato meglio però evitare le ricette di cucina.
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Finché le stelle saranno in cielo
- Titolo originale: The Sweetness of Forgetting
- Autore: Kristin Harmel
- Traduttore: Sara Carafini
- Editore: Garzanti
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Narratori Moderni
- ISBN-13: 9788811684114
- Pagine: 363
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 16.40 Euro
Condivido pienamente la tua opinione ma mi permetto di dire,per dolorosa esperienza,che Alzheimer è ben altro.