24 febbraio 2013

E Johnny prese il fucile - Dalton Trumbo

La prima guerra mondiale cominciò come una festa d'estate, tutta gonne al vento e spalline dorate. Milioni e milioni di persone sventolavano i fazzoletti dal marciapiede mentre le piumate altezze imperiali, le serenità, i feldmarescialli e altri idioti del genere sfilavano per le strade delle principali città d'Europa alla testa dei loro scintillanti battaglioni. (Dalton Trumbo, introduzione di “E Johnny prese il fucile)
Joe Bonham, un ragazzo come tanti altri, parte per la guerra: lascia un lavoro faticoso (ma che gli consente di vivere decorosamente e di occuparsi della madre e delle sorelle) e una ragazza innamorata che immagina già come la futura madre dei suoi figli. Johnny prende il fucile e parte perché la democrazia è in pericolo, parte con lo spirito di chi va a fare una scampagnata fuori porta e sa che tornerà stanco, ma tornerà. E, in effetti, Johnny, a differenza di molti altri, torna vivo dalla guerra, ma avrebbe preferito non tornare: è cieco, sordo, muto, senza gambe e senza braccia. Eppure è vivo: pensa, ricorda, racconta la guerra dal suo personalissimo e unico punto di vista.

Recensione

“E Johnny prese il fucile” non è semplicemente un libro contro la guerra e le sue conseguenze: o meglio, è anche questo, ma è soprattutto un libro contro l’ipocrisia con cui i governi propagandano l’intervento militare e la manipolazione che attuano nei confronti di chi poi si trova a combattere sul campo di battaglia.

Quando gli eserciti si mettono in marcia le bandiere sventolano e gli slogan risuonano dovunque stai in guardia piccolo uomo perché le castagne al fuoco non sono le tue ma di qualcun altro. Tu combatti solo per delle parole e non stai facendo un contratto onesto la tua vita in cambio di qualcosa di meglio. Fai il nobile ma quando ti avranno ammazzato quella cosa per cui hai tradito la tua vita non ti servirà a niente ed è molto probabile che non servirà nemmeno a qualcun altro.

E’ un libro angosciante perché il lettore si trova a immaginare la condizione di un uomo, perfettamente in sé, che non può comunicare con nessuno ed è totalmente perso nei suoi pensieri. Johnny rievoca la sua infanzia, la sua adolescenza, la sua storia d’amore con Kareen, ricorda con tenerezza l’amore dei genitori e contrappone tutto quello che ha dovuto abbandonare con la sua attuale condizione di “tronco umano”. I ricordi si alternano ai pensieri di Johnny sulla guerra, sull’inutile celebrazione di parole (come “libertà”, “democrazia”, “onore”) che gli appaiono vuote, usate per incantare giovani ingenui che non hanno la possibilità di decidere della propria vita. Questo è certamente il nucleo centrale dell’intero libro ed è chiaro che il protagonista, superando la finzione letteraria, da voce alle convinzioni personali dell’autore, membro del partito comunista americano.

“Il libro uscì nel 1939, quando ormai gli americani stavano per intervenire nel secondo conflitto mondiale, ma dopo l'episodio di Pearl Harbour fu ritirato dalle librerie e occultato ai più. Dal 1945 ricomparve nelle librerie e andò a ruba ogni volta che l'America entrava in guerra con qualcuno. (Fonte: Wikipedia)”

Al di là del valore intrinseco del messaggio dell’autore, la requisitoria contro la guerra e contro la propaganda governativa è anche la parte in cui il ritmo procede più lentamente e i concetti si avvitano su se stessi, ripetendosi più volte. La grandezza del romanzo, secondo me, è invece nella capacità di far immedesimare il lettore nella situazione di Johnny, di sentire la forte angoscia del protagonista, giungendo alle stesse conclusioni declamate da Trumbo non attraverso la razionalità e la logica ma sul piano delle emozioni. I ricordi di Johnny e il confronto con la sua situazione attuale sono il miglior atto d’accusa contro la guerra, spingono il lettore a immedesimarsi con il protagonista e la lettura procede rapida, quasi senza respiro inseguendo le parole racchiuse tra i due punti che racchiudono i paragrafi (l’unico segno di interpunzione usato da Trumbo): ci si ferma solo quando Johnny, stremato dal dolore o dalla frenesia dei suoi stessi pensieri, cade in stato di incoscienza. Il tempo di prendere un respiro e poi ricominciare con Johnny a lottare per la riconquista della sua dignità di uomo.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: E Johnny prese il fucile
  • Titolo originale: Johnny Got His Gun
  • Autore: Dalton Trumbo
  • Traduttore: Milli Griffi
  • Editore: Bompiani
  • Data di Pubblicazione: 2003
  • Collana: I grandi tascabili
  • ISBN-13: 9788845254628
  • Pagine: 250
  • Formato - Prezzo: Brossura - € 7,60

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