Recensione
La bellezza triste degli unicorni
Patrick Furey è un adolescente all'ultimo anno delle superiori: bello, di un fascino triste, solitario, incompreso, fragile, omosessuale dichiarato. Un lunedì - perché tutte le storie più buie e tristi non possono che cominciare di lunedì - decide di togliersi la vita. Scomparso dalla scena, toccherà a ciò che rimane dei suoi contatti umani fare i conti con la sua ultima fatale decisione.
Monoceros non è un libro sul suicidio, e per quanto sia rivolto a un target adolescenziale, non è nemmeno un romanzo sul mal di vivere adolescenziale, sull'essere gay e sulle difficoltà delle superiori. Ciò che appare chiarissimo un istante dopo la morte di Patrick è la precisa volontà dell'autrice di raccontare l'incomunicabilità, l'incomprensione, lo squallore dell'ipocrisia: se c'è un solo effetto scatenato dal suicidio del protagonista, è quello di scardinare il quotidiano e di costringere tutti i personaggi chiamati in causa a un ripensamento esistenziale. La narrazione così si scompone in un fuoco multiplo serrato, scandito dalla rigorosa successione dei giorni e delle settimane di un calendario che si ridefinisce e trova il proprio anno zero nel lunedì nero di Patrick. Scelta quanto meno coraggiosa, per nulla banale e facile, la galleria dei personaggi narranti: studenti e docenti e genitori, uomini e donne, etero e gay, uno più insulso dell'altro - ma proprio in questo trova la violenta affermazione di una umanità irriducibile, autentica, consapevole delle proprie contraddizioni. Tra gli studenti compaiono personaggi stravaganti, come Faraday, una ragazza, concedetemi il termine, più di qua che di là, ossessionata dalla preservazione della propria verginità e convinta dell'esistenza degli unicorni (i monoceros del titolo), chiamati a salvare i giusti e condannare un mondo ostile sul quale grava un destino manifesto; quindi Petra, glaciale nell'ostilità vomitata addosso al futuro suicida, eppure capace di infiammarsi per un amore in fondo non corrisposto; Ginger, travolto da un'inconsapevolezza assoluta, a cominciare dal suo amore segreto per Patrick che fatica a definirsi. Allo stesso modo il mondo adulto si trova faccia a faccia con le proprie contraddizioni: la madre di Patrick che non sa cosa accettare prima, se la morte del figlio o la scoperta della sua omosessualità, l'insegnante Maureen, stritolata tra una vita affettiva insoddisfacente e una frustrante vita lavorativa, e infine Max e Walter, rispettivamente preside e assistente scolastico, alla resi dei conti della loro segretissima vita di coppia. Il tutto conduce a un epilogo sorprendente, forse non del tutto inaspettato, dal forte sapore allegorico.
Privo di buonismo, facili sentimenti, e dotato invece di un linguaggio schietto, Monoceros smaschera un'umanità triste, ipocrita, incapace di comunicare, ma che ha ancora una via di salvezza, per quanto il terreno sia accidentato. Se il target pare adolescenziale, il suo messaggio risulta decisamente universale: a volte basta poco per cambiare una vita, fermarsi un momento ad ascoltare.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Monoceros
- Titolo originale: Monoceros
- Autore: Suzette Mayr
- Traduttore: F. Gamberini
- Editore: Miraviglia
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Atlantide
- ISBN-13: 9788889993231
- Pagine: 331 pagine
- Formato - Prezzo: Brossura - 17,00 Euro
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