27 novembre 2012

Viaggio nel mondo del romanzo distopico: Parte I

Gli ultimi due anni, in seguito alla pubblicazione della popolare saga young adult Hunger Games, hanno segnato il riemergere dell'interesse del pubblico verso un genere che ha più di cent'anni di vita: il romanzo distopico, per l'occasione riadattato alla fruizione di un pubblico giovane. Il termine distopico ha generato molta confusione nei lettori - soprattutto quelli meno 'navigati' e/o più giovani - e ho pertanto ritenuto piacevole e necessario stendere una retrospettiva di poche pretese a riguardo. Parliamo di aria fritta, s’intende: oggi come oggi – in epoca postmoderna – si tende a non dar troppo credito alla distinzione in generi letterari con regole proprie.


Partiamo dalla domanda principale: cos’è un romanzo distopico e come nasce?
Il romanzo distopico (o antiutopico, o pseudoutopico) è caratterizzato dalla presenza nella storia di una società che è la peggiore possibile. Il termine distopia nasce nel 1868 ad opera del filosofo John Stuart Mill, anche se un termine diverso ma dallo stesso significato (cacotopia) era già stato usato nel 1818 da Jeremy Benthan. Si contrappone, naturalmente, al termine utopia, il quale identifica un non-luogo socialmente perfetto, reale o metaforico.
L’ambientazione del romanzo distopico è sostanzialmente un lontano futuro, o un presente che si è evoluto in modo diverso – e peggiore -  da quello reale. Il genere non è affatto nuovo: già nel primo Novecento incontriamo narrazioni fantapolitiche e antitotalitarie.
Precursore del genere è forse H.G. Wells, che nel 1895, nel suo romanzo La macchina del tempo, aveva immaginato un futuro in cui i discendenti della classe dirigente vittoriana, gli Eloi, venissero allevati come carne da macello dai Morlocchi, discendenti della classe operaia.


Il padrone del mondo di Hugh Robert Benson [1907]

Scritto nel 1907, questo romanzo profetico racconta l'ascesa del grande filantropo Giuliano Felsemburgh, democratico e rassicurante, fautore della pace mondiale, che realizza un mondo ideale con l'avvento di un nuovo umanitarismo che stempera le differenze fra le religioni e predica la tolleranza universale. Tutto viene accettato fuorché la Chiesa Cattolica, che ­ sempre in nome della tolleranza ­ viene straziata fin quasi alla sua completa eliminazione. Comunicazioni istantanee in tutto il mondo, trasporti aerei e sotterranei, luce solare artificiale, un parlamento europeo, attentati con kamikaze, il crollo della Russia, la crisi delle vocazioni, l'apostasia di preti e vescovi, la persecuzione e la solitudine del Papa: tutti elementi che oggi fanno parte della nostra storia e della nostra quotidianità e che in questo romanzo sono stati descritti con impressionante realismo. Il Padrone del mondo racconta il venir meno della fede cristiana non a causa di una persecuzione pubblica ma attraverso la subdola religione umanitaria del relativismo. La speranza è riposta nell'Unico che rimane fedele per sempre e nel Suo glorioso ritorno.


Il tallone di ferro di Jack London [1908]

Racconta una leggenda politica e civile che Ernesto "Che" Guevara debba il suo nome di battesimo a Ernest Everhard, epico protagonista de "Il Tallone di ferro". È un romanzo di fantapolitica: sette secoli dopo la sconfitta definitiva dell'opprimente sistema oligarchico (il "Tallone di ferro" del titolo, che schiaccia ogni velleità di giustizia sociale), viene ritrovato il manoscritto di Avis Cunningham. Figlia di un professore liberale, Avis è dapprima sorda alle idee rivoluzionarie di Ernest, poi ne è sedotta e conquistata, al punto da mettersi al suo fianco nel sostegno del nascente Partito Socialista Americano, al punto da combattere le battaglie degli oppressi, operai, metalmeccanici, studenti, contro le ingiustizie imposte dall'alto. Tanto più eroica e strenua è la battaglia, tanto più sarà drammatica la sconfitta da parte delle forze capitalistiche. L'espediente narrativo consente a London di esprimere fuori dai denti le proprie simpatie politiche, evitando al contempo ogni eventuale accusa di populismo facile e scontato, in virtù di una perizia del raccontare che alterna efficacemente l'azione romanzesca e l'istanza saggistica. Saggio introduttivo di Mario Picchi. Introduzione di Walter Mauro.


Noi di Evgenij Zamjatin [1921]

"Per annientare il diavolo è permessa, si capisce, qualsiasi alterazione della verità - e così il mio romanzo scritto nove anni prima, nel 1920, è stato presentato come la mia ultima opera. È stata organizzata una persecuzione quale non si è mai avuta nella letteratura sovietica." Tratte dalla lettera che Evgenij Zamjatin (1884-1937) spedì a Stalin nel 1931 nel tentativo di vedersi commutata in esilio quella "privazione della possibilità di scrivere" che pesava sul suo animo come una "pena di morte", queste parole sono la testimonianza della dura censura che colpì "Noi", l'avveniristico e lungimirante atto d'accusa contro la spietata e progressiva diffusione del taylorismo nella società sovietica e la morsa totalitaria in cui la Russia sarebbe rimasta strangolata sotto il regime di Stalin. Nella città di vetro e di acciaio dello Stato Unico gli individui sono ridotti a numeri e vivono nel rigoroso rispetto dell'autorità del Benefattore, garante assoluto di una felicità "matematicamente" calcolata. Non esistono né vita privata né intimità. Le pareti degli edifici sono trasparenti, e anche il tempo dell'amore è scandito da orari e modalità rigorose. Scritto in forma di diario tenuto dal costruttore di una macchina spaziale, l'Integrale elettrico, che avrebbe il compito di esportare in tutto l'universo "il benefico giogo della ragione", "Noi" incarna una delle più sofisticate e lucide anti-utopie della letteratura novecentesca.


Il mondo nuovo di Aldous Huxley [1932]

Il mondo nuovo (Brave New World) è un romanzo di fantascienza di genere distopico scritto nel 1932 da Aldous Huxley. È il suo romanzo più famoso e ne sono stati tratti alcuni adattamenti televisivi.
Il libro anticipa temi quali lo sviluppo delle tecnologie della riproduzione, l'eugenetica e il controllo mentale, usati per forgiare un nuovo modello di società. Il mondo che vi è descritto potrebbe essere un'auspicabile utopia ovvero un drammatico limbo esistenziale. Nei fatti il ritratto che ne fa l'autore è distaccato, sebbene a volte traspaia velatamente una cinica esaltazione degli aspetti grotteschi delle varie vicende; più spesso il narratore appare tuttavia interiormente rattristato dalla scena da lui descritta, ed è forse proprio questo il motivo per cui a volte indugia forzatamente negli improvvisi aspetti grotteschi del dramma.


Nel 1949 viene pubblicato il romanzo che è considerato quasi universalmente il capolavoro del genere: mi riferisco, naturalmente, all'arcinoto 1984 di George Orwell. Il romanzo presenta buona parte delle caratteristiche del genere distopico: una società fortemente gerarchica, un regime propagandista che si serve della tecnologia per controllare ogni singolo membro della società, un sistema penale violento che persegue l’eliminazione di ogni dissenso, la riscrittura continua della storia e della memoria, l’incitamento all’odio verso ciò che è esterno o diverso e il conseguente, assoluto conformismo. E' interessante - e inquietante - notare come certi meccanismi profetizzati con terrore da autori vissuti cinquant'anni fa si siano avverati realmente. E' il caso di quanto scritto da Orwell in 1984: la società si è evoluta al punto che in ogni casa è presente un computer, annullando quasi del tutto il concetto di privacy. Enormi dispositivi di videosorveglianza sono presenti anche nell'altrettanto noto Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, che insieme a Il mondo nuovo di Huxley e 1984 costituisce il terzo pilastro del genere distopico. Il romanzo di Ray Bradbury, mi viene da pensare, si è imposto con prepotenza su altri romanzi analoghi perché propone una realtà che è l'incubo di ogni appassionato lettore: un mondo in cui i vigili del fuoco bruciano i libri. La televisione costituisce - e deve costituire - l'unico mezzo d'informazione (pilotato), e ogni altra forma di comunicazione, soprattutto quella scritta, costituisce un reato di lettura.

Spesso nel romanzo distopico è presente un elemento perturbante, solitamente il protagonista, che improvvisamente prende coscienza della perversione della realtà che lo circonda, smascherandone i meccanismi, e cerca un modo per uscirne o per rovesciare il sistema. E' il caso di entrambi i protagonisti dei due romanzi citati, Winston Smith e Guy Montag.

Nel 1953 anche il padre della moderna fantascienza, Isaac Asimov, fa un'incursione nel genere distopico con il suo romanzo Abissi d'acciaio, il primo della lunga serie che vede protagonisti il detective umano Elijah Baley e il robot Daneel Olivaw. La Terra, tremila anni nel futuro, è sovrappopolata, e gli uomini vivono in enormi città sotterranee divenute civiltà pseudosocialiste a causa della totale mancanza di privacy dovuta al sovraffollamento.

Il 1954 vede la pubblicazione di un romanzo distopico particolarmente crudele per l'utilizzo di protagonisti bambini: Il signore delle mosche di William Golding, infatti, immagina un incidente aereo che costringa un gruppo di ragazzini a sopravvivere su un'isola deserta senza la guida degli adulti. Capovolgendo le teorie rousseauiane secondo cui l'uomo nasce benevolo per poi essere corrotto dal contatto con la società, Golding mostra piuttosto come i bambini, tornati allo stato di natura, s'inselvatichiscano sempre più fino a fondare una società distorta e primitiva.

In Arancia meccanica di Anthony Burgess, pubblicato nel 1962, l'autore raffigura una società perfettamente plausibile e identica alla nostra: il giovane Alex, capo di una gang bang, viene arrestato e sottoposto a una cura sperimentale che sedi la sua estrema violenza: la cura Ludovico, che consiste in un lavaggio del cervello analogo alle terapie dell'avversione a cui venivano sottoposti negli anni Cinquanta gli omosessuali, considerati affetti da patologie mentali: Alex, cui viene somministrato un farmaco che induce nausea, viene costretto a guardare filmati particolarmente violenti. Uscito dal carcere, non potrà più ricorrere alla violenza perché puntualmente verrà assalito da una devastante nausea.

E' consigliandovi la lettura dei romanzi succitati che vi do appuntamento alla seconda parte di questa retrospettiva, in cui vedrò di disambiguare un po' di termini comunemente associati al romanzo distopico e continuerò il percorso cronologico che ci porterà ai giorni nostri.


1984 di George Orwell [1949]

L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.


Fahrenheit 451 di Ray Bradbury [1953]

In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più conosciuto del celebre scrittore americano di fantascienza.


Abissi d'acciaio di Isaac Asimov [1953]

In un futuro remoto la Terra è un pianeta sovrappopolato e quasi interamente urbanizzato. Le città sono sviluppate in gran parte nel sottosuolo e sotto cupole enormi. L'esplorazione spaziale per i terrestri è solo un ricordo perché i pianeti colonizzati dalle prime ondate sono gelosi delle proprie risorse e dei propri stili di vita e non permettono loro di accedere allo spazio. I terrestri cominciano ad avere in odio i robot, che costituiscono invece una valida risorsa di lavoro ed intelligenza per gli spaziali. Questo è il quadro nel quale si sviluppano le indagini relative all'omicidio di uno spaziale su Spacetown, sobborgo degli spaziali adiacente a New York, fatto inaudito foriero di tempeste diplomatiche. Le indagini sono affidate al poliziotto Eliah Bailey ed allo spaziale Daneel Olivaw, robot proveniente da Aurora. 


Il signore delle mosche di William Golding [1954]

Un aereo cade su un'isola deserta mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici. Qualcosa invece comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana.


Arancia meccanica di Anthony Burgess [1962]

Arancia meccanica è la storia di Alex, teppista sempre pronto a usare il coltello, capo di una banda di "duri" con i quali ripete ogni sera, sui marciapiedi dei sobborghi, il gioco della violenza. «Il mio eroe, o antieroe, Alex - ha scritto Anthony Burgess - è veramente malvagio, a un livello forse inconcepibile, ma la sua cattiveria non è il prodotto di un condizionamento teorico o sociale - è una sua impresa personale in cui si è imbarcato in piena lucidità. La mia parabola, e quella di Kubrick, vogliono affermare che è preferibile un mondo di violenza assunta scientemente a un mondo programmato per essere buono o inoffensivo... Arancia meccanica doveva essere una sorta di manifesto sull' importanza di poter scegliere».
Con una testimonianza di Anthony Burgess e un'intervista a Stanley Kubrick che da questo romanzo ha tratto l'omonimo film.



Nota: immagini liberamente reperite su Google. Le sinossi dei libri a sinistra delle copertine sono tratte da IBS o Wikipedia.

Per maggiori informazioni: le nostre recensioni a Il mondo nuovo/Ritorno al mondo nuovo, 1984, Il signore delle mosche, Arancia meccanica.

7 Commenti a “Viaggio nel mondo del romanzo distopico: Parte I”

  • 27 novembre 2012 alle ore 23:38
    Anonimo says:

    Bellissimo articolo!

  • 28 novembre 2012 alle ore 00:57

    Ci stavo pensando giusto oggi, al distopico... non ricordavo che Il Signore delle Mosche avesse luogo durante una guerra, forse perché l'ho letto troppo tempo fa...
    Tra l'altro sto divorando Hunger Games proprio in questi giorni *__*

  • 28 novembre 2012 alle ore 13:37
    Ledl1na says:

    Un articolo bellissimo,ben scritto,mi hai dato nuovi spunti per le prossime letture.
    E' un genere letterario al quale mi sono avvicinata da poco,pur nn essendo più un adolescente,e mi affascina parecchio!
    ciao

  • 29 novembre 2012 alle ore 02:44
    Gio says:

    La conosco bene, la Dystopia

  • 6 marzo 2013 alle ore 11:08
    Chloè says:

    Grazie, anche a me è piaciuto il tuo articolo.

  • 18 maggio 2014 alle ore 16:10
    Marta Maiolo says:

    ottimo articolo.

  • 9 febbraio 2016 alle ore 13:35
    Anonimo says:

    ... E "La scuola dei dittatori" di Ignazio Silone?

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