Desmond Lewis, un professore universitario inglese molto discusso, scompare mentre è diretto a Berkeley, in California, per una conferenza. Con lui sparisce anche un manoscritto inedito e segretissimo, che conterrebbe la verità sull’identità dell’autore più importante nella storia della letteratura mondiale, William Shakespeare. Non sarebbe lui il vero autore di Romeo e Giulietta, Amleto e degli altri capolavori: una teoria sconvolgente che molti scrittori, fra cui Mark Twain, hanno già sostenuto in passato. Jake Fleming, un giornalista del «San Francisco Tribune» e amico di Lewis, si mette subito sulle sue tracce per scoprire che fine ha fatto lo studioso e quale enigma si cela dentro le pagine che ha scritto. Un viaggio che lo porterà nella vecchia Inghilterra, tra accademici spocchiosi, librai eccentrici, un fisico indiano che sa fin troppo di Shakespeare e una conturbante docente di letteratura. Fino a quando lo raggiungerà oltreoceano anche sua figlia Melissa, ragazza testarda e affascinante con una grande passione per il teatro…
Un thriller inaspettato che rompe il silenzio su un segreto che dura da quattro secoli. Sulle tracce di manoscritti perduti, enigmatici librai, diabolici falsari.
Recensione
Se siete amanti di Shakespeare o più semplicemente appassionati di thriller letterari la questione non vi sarà nuova: Shakespeare ha scritto da solo tutte le opere che gli vengono attribuite? Ma soprattutto, ha davvero scritto lui i capolavori che portano il suo nome? Le poche e dubbie notizie che si hanno sulla vita del Bardo e le informazioni contraddittorie ricevute sulla cronologia delle sue opere hanno alimentato studi documentati e leggende fantasiose sulla figura di William Shakespeare, Cigno dell'Avon o colossale impostore. Francis Bacon, Kit Marlowe o addirittura una misteriosa nobildonna inglese, chi di loro potrebbe essere il vero poeta e chi ha cospirato per secoli affinché il suo nome fosse scambiato con quello di Shakespeare? Materiale così succoso sembra essere stato pensato apposta come trama di quei literary mysteries che negli ultimi anni hanno guadagnato sempre più spazio sugli scaffali delle librerie, tra i quali vale la pena di ricordare W. di Jennifer Lee Carrell.
Ecco, se avete già letto il libro della Carrell potete tranquillamente risparmiarvi la lettura di questo "Libro segreto di Shakespeare": la trama è più o meno simile ed è anche scritto un po' meglio. In effetti potete risparmiarvi di leggere questo romanzo in ogni caso, a meno che non abbiate forti problemi di insonnia conditi con un'elevata tolleranza per il ridicolo. Il romanzo di John Underwood (pseudonimo sotto il quale si cela Gene Ayres, preso a prestito dal nome di uno dei membri più celebri dei King's Man, la compagnia di attori alla quale apparteneva Shakespeare) riesce infatti a buttare alle ortiche un giallo praticamente già scritto grazie ad una scrittura piatta, banale e ripetitiva, una totale incapacità di costruire la benché minima suspence e la creazioni di dialoghi e situazioni surreali e assolutamente improbabili.
Jake Fleming, giornalista americano che del Bardo conosce a malapena il nome decide di indagare sulla misteriosa morte di un amico, un importante studioso inglese giunto in America per presentare il suo ultimo saggio, contenente sconvolgenti rivelazioni sulla figura di William Shakespeare. Trascurando il fatto che il nostro giornalista sembra essere l'unico a preoccuparsi del fatto che l'amico non si sia mai presentato alla conferenza a cui era atteso, mentre colleghi americani e inglesi non si pongono il problema della sua scomparsa se non dopo diversi giorni, e che la polizia di tutto il mondo è composta da una manica di imbecilli che ritiene che trovando le ossa di un uomo in una casa carbonizzata si possa archiviare il caso come suicidio, ci gustiamo le improbabili investigazioni del rozzo americano nello spocchioso ambiente accademico londinese dove il nostro astuto investigatore tenta di raccogliere informazioni raccontando tutto ciò che sa a chiunque gli capiti a tiro. Ad aiutarlo si presenta ben presto la figlia Melissa, laureanda in letteratura e aspirante attrice che si presenta a Londra senza un motivo plausibile, racconta al padre balle grandi come una casa senza che il genitore se ne accorga e passa metà del romanzo a urlare stizzita "Ma che idiozie!" ogni volta che qualcuno solleva dubbi sulla vera identità di Shakespeare, per poi passare dall'altra parte della barricata nel giro di un paio di pagine e di nuovo senza un motivo plausibile.
Nella parte dei cattivi abbiamo "l'uomo magro" (sic!) la cui identità è evidente al lettore da pagina 1 nonostante l'autore si ostini a chiamarlo con questo terrificante soprannome per la maggior parte del racconto e il "tipo grosso" (nuovamente: sic!), che pateticamente pedina i nostri eroi che a volte fuggono da lui mentre altre volte lo affrontano in inquietanti scontri verbali del genere:
- Jake: "Che vuoi da noi? Vattene"
- Tipo Grosso "MUHAHAAH. Io vado dove voglio".
E se ne va.
L'autore a questo punto riesce a togliere qualunque fascino al contorno letterario del racconto con lunghe digressioni sulla storia della letteratura inglese che recuperate tranquillamente leggendo la pagina di Wikipedia intitolata "Attribuzione delle opere di Shakespeare", interrotte saltuariamente da maldestri e insensati tentativi di far fuori i due protagonisti (a questo proposito, sappiate che se vi capita di rimanere chiusi al buio in una cabina della London Eye e telefonate alla polizia per farvi aiutare, la polizia inglese vi risponderà che non è possibile che siate bloccati sulla London Eye visto che è oramai passato l'orario di chiusura).
A onor del vero, mi pare giusto informarvi che da questo libro l'anno scorso Roland Emmerich, regista di Indipendence day e 2012, ha tratto il film Anonymous, interpretato da Rhys Ifans e Vanessa Redgrave, segno che qualcuno ha visto in questo libro qualcosa di più che un mattone noiosissimo e sconclusionato, nel caso vogliate dargli il beneficio del dubbio!
Giudizio:
+1stella+Dettagli del libro
- Titolo: Il libro segreto di Shakespeare
- Titolo originale: The Shakespeare Chronicles
- Autore: John Underwood
- Traduttore: M.Faccia - R.Prencipe
- Editore: Newton Compton
- Collana: Gli insuperabili
- Data di Pubblicazione: 2011
- ISBN: 9788854136052
- Pagine: 437
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 5,00 Euro
Mi interessava l'argomento (che non ho mai avuto modo di approfondire) ma se mi dici che è così brutto, e hai argomentanto bene da risultare perfettamente credibile, allora lascio perdere.
Ma invece l'altro titolo che citi (W.) è un buon libro? Me lo consiglieresti?
Diciamo che è un po' meglio, meno noioso, gli avevo dato 3 stellette, comunque a partire dalla stessa tesi gli autori sviluppano teorie diverse. Si tratta comunque di lavori di fiction, per quanto basati su citazioni di testi autentici, se ti interessa laggere seriamente qualcosa sui dubbi sulla paternità delle opere di Shakespeare penso ti convenga cercare un testo di altro genere. Comunque la pagina di wikipedia sull'argomento è abbastanza ben fatta come infarinatura generale.
Ah, no, non volevo leggere un saggio o roba troppo seria, mi basta un romanzo che parli dell'argomento in modo abbastanza credibile, ma non sono pignola, anche se è una teoria non comprovata mi accontento, quindi le fiction vanno benissimo ;-)
Ok, allora direi che W. è più romanzato mentre in questo libro ci sono riferimenti èiù dettagliati e specifici alla letteratura sull'argomento. Però io l'ho trovato incredibilmente mal scritto, quindi non saprei :)