Recensione
Non mi spiego perché il romanzo venga presentato da Fazi come il primo dell'autore: affermazione facile da smentire grazie a una ricerca in rete, ma anche la lettura fa sospettare che Pastor non sia uno scrittore di primo pelo, anzi. Noi della Stamberga ormai lo conosciamo bene e viste le recensioni sempre positive non credo di sbagliare affermando che siamo suoi fan. Con questo entusiasmo e la curiosità verso un nuovo lavoro, mi sono accinta a leggere "Il giocattolaio" - questa volta centellinandolo per bene, anche perché non è certo una lettura facile.
Protagonisti, come già altre volte, sono ragazzi di diverse età, dai dieci ai sedici anni, ancora innocenti, che purtroppo hanno visto troppo presto infrangersi quei sogni che ancora dovrebbero avere.
Massimo, dieci anni, affidato allo zio alcolizzato dopo la morte della madre, crede che il mondo sia violenza. Vorrebbe solamente rifugiarsi in un posto sicuro per non dover stare sempre sul chi vive. Vorrebbe solo una vita normale.
Mina è anche lei senza madre e a sedici anni è già una donna adulta: il padre camionista è sempre in viaggio, lasciandola sola anche nei rari momenti in cui torna a casa.
Jon è un clandestino, minorenne, che si arrabatta accettando lavori in nero. È orgoglioso e fiero, sempre diffidente come un animale braccato.
E poi c'è Peter, adulto che non è mai cresciuto, ingenuo e fragile nella sua stranezza.
Attorno a loro ruota una storia crudele e terrificante, di quelle che non ti fanno dormire la notte: sei ragazzini scappati di casa spariscono nel nulla, ma la polizia non fa niente per trovarli. Sbandati, con famiglie problematiche, sembrano non essere degni delle attenzioni delle alte sfere. Finché il cadavere di uno di loro non viene trovato nel quartiere di periferia dove vivono Massimo, Mina, Jon e Peter. Coinvolti in prima persona nella vicenda, chi per un motivo, chi per un altro, si troveranno soli ad affrontare un mostro spietato e crudele.
Nel "Giocattolaio" ho trovato la solitudine che si respira in "Cam", quella dell'emarginazione dei più deboli e dei quartieri difficili. Ho trovato anche le stranezze del ricco filantropo della "Correzione", quelle che fanno pensare che la vita vera non può conoscere situazioni così surreali, ma che in fondo risultano credibili - perché vogliamo crederci, perché ne abbiamo bisogno.
Anche in questo ultimo lavoro, Pastor conferma il suo stile particolare, fatto più di dialoghi e azioni che di descrizioni o riflessioni - fresco e spontaneo come la vita vera, perché è così che conosciamo chi ci sta attorno, parlando e "facendo" insieme. Se non fosse per l'argomento così duro, le 398 pagine volerebbero in un soffio: ma il cuore non permette una lettura così intensa, troppe emozioni, troppa crudeltà, in un'altalena di speranza e disperazione.
Consigliatissimo.
Giudizio:
+5stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il giocattolaio
- Autore: Stefano Pastor
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: 2012
- ISBN-13: 9788864115498
- Pagine: 398
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 9,90 Euro
0 Commenti a “Il giocattolaio - Stefano Pastor”
Posta un commento