9 ottobre 2012

Il giocattolaio - Stefano Pastor

Non si sa molto del passato di Massimo, il bambino di 11 anni appena arrivato nel Quartiere. Accolto in casa dello zio, alcolizzato e violento, Massimo ha subito l’impressione di essere precipitato all’inferno. Ma il male, quello vero, non si annida tra le mura domestiche. C’è qualcosa, infatti, nel Quartiere; un’energia malefica che si sente sulla pelle, che s’intuisce ma non si vede tra i palazzoni abbandonati e le vie semideserte di quest’area suburbana depressa e grigia, dove diversi bambini sono recentemente spariti senza lasciare traccia. La paura del mostro scivola sulle coscienze degli adulti, arroccati nella loro irriducibile distanza rispetto al mondo dell’infanzia. Soltanto Peter, il gentile titolare di un banco di pegni zeppo soprattutto di giocattoli, sembra in grado di colmare quella distanza e di comunicare davvero con i desideri e le paure dei bambini. Quando il cadavere di uno di questi viene rinvenuto con i segni di orribili torture, i sospetti si concentrano sul giocattolaio. Massimo si rende conto che il prossimo a sparire sarà proprio lui, è la vittima perfetta, quella designata. Nessuno è in grado di aiutarlo, nessuno è in grado di impedire che si compia il suo destino. Nessun adulto, almeno. Ne Il giocattolaio, romanzo d’esordio di Stefano Pastor, la presenza del male s’insinua nella frattura tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli, nutrendosi dei sogni agitati dell’infanzia, per poi balzare nella realtà e diventare qualcosa di concreto, tangibile. Come due mani che ti trascinano via.

Recensione

Non mi spiego perché il romanzo venga presentato da Fazi come il primo dell'autore: affermazione facile da smentire grazie a una ricerca in rete, ma anche la lettura fa sospettare che Pastor non sia uno scrittore di primo pelo, anzi. Noi della Stamberga ormai lo conosciamo bene e viste le recensioni sempre positive non credo di sbagliare affermando che siamo suoi fan. Con questo entusiasmo e la curiosità verso un nuovo lavoro, mi sono accinta a leggere "Il giocattolaio" - questa volta centellinandolo per bene, anche perché non è certo una lettura facile.

Protagonisti, come già altre volte, sono ragazzi di diverse età, dai dieci ai sedici anni, ancora innocenti, che purtroppo hanno visto troppo presto infrangersi quei sogni che ancora dovrebbero avere.
Massimo, dieci anni, affidato allo zio alcolizzato dopo la morte della madre, crede che il mondo sia violenza. Vorrebbe solamente rifugiarsi in un posto sicuro per non dover stare sempre sul chi vive. Vorrebbe solo una vita normale.
Mina è anche lei senza madre e a sedici anni è già una donna adulta: il padre camionista è sempre in viaggio, lasciandola sola anche nei rari momenti in cui torna a casa.
Jon è un clandestino, minorenne, che si arrabatta accettando lavori in nero. È orgoglioso e fiero, sempre diffidente come un animale braccato.
E poi c'è Peter, adulto che non è mai cresciuto, ingenuo e fragile nella sua stranezza.
Attorno a loro ruota una storia crudele e terrificante, di quelle che non ti fanno dormire la notte: sei ragazzini scappati di casa spariscono nel nulla, ma la polizia non fa niente per trovarli. Sbandati, con famiglie problematiche, sembrano non essere degni delle attenzioni delle alte sfere. Finché il cadavere di uno di loro non viene trovato nel quartiere di periferia dove vivono Massimo, Mina, Jon e Peter. Coinvolti in prima persona nella vicenda, chi per un motivo, chi per un altro, si troveranno soli ad affrontare un mostro spietato e crudele.

Nel "Giocattolaio" ho trovato la solitudine che si respira in "Cam", quella dell'emarginazione dei più deboli e dei quartieri difficili. Ho trovato anche le stranezze del ricco filantropo della "Correzione", quelle che fanno pensare che la vita vera non può conoscere situazioni così surreali, ma che in fondo risultano credibili - perché vogliamo crederci, perché ne abbiamo bisogno.

Anche in questo ultimo lavoro, Pastor conferma il suo stile particolare, fatto più di dialoghi e azioni che di descrizioni o riflessioni - fresco e spontaneo come la vita vera, perché è così che conosciamo chi ci sta attorno, parlando e "facendo" insieme. Se non fosse per l'argomento così duro, le 398 pagine volerebbero in un soffio: ma il cuore non permette una lettura così intensa, troppe emozioni, troppa crudeltà, in un'altalena di speranza e disperazione.

Consigliatissimo.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il giocattolaio
  • Autore: Stefano Pastor
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • ISBN-13: 9788864115498
  • Pagine: 398
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 9,90 Euro

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