Recensione
Una catena di piume è il romanzo d'esordio di Matteo Zanellati; concepito originariamente come una sceneggiatura cinematografica ne mostra tutte le caratteristiche, nello stile immediato ed estremamente visivo che è contemporaneamente pregio e difetto di quest'opera.
Zanellati racconta una storia semplice, un breve scorcio nella vita di un liutaio di fama internazionale a cui il destino offre un'opportunità più unica che rara: quella classica "seconda occasione" che molti di noi hanno desiderato per rimediare ad un errore commesso in gioventù e che ha stravolto la nostra esistenza. Quando nel suo laboratorio si presenta Francesco, giovane studente desideroso di apprendere ogni dettaglio sulla fabbricazione dei violini, per Parisi si spalancano inaspettatamente le porte di un passato che credeva sepolto, sconvolgendo la vita di quieta rassegnazione che conduceva da troppi anni, da quando il guizzo creativo che aveva fatto la sua fortuna l'aveva abbandonato, insieme all'amore di una vita.
La vicenda si sviluppa velocemente, tra fugaci conversazioni, insistenti deja-vu e lunghi silenzi, attraverso i quali l'autore presenta i suoi personaggi, i loro pensieri e le loro emozioni, proprio come accadrebbe in un film, in cui non c'è spazio per lunghe e approfondite descrizioni. Infatti l'unica sequenza descrittiva è presente all'inizio del racconto, quando Zanellati delinea l'ambientazione della sua storia, la città di Ferrara, e i suoi protagonisti, e, in tutta onestà, si tratta di una delle sequenze meno riuscite dell'opera perché eccessivamente lineare e ripetitiva. La descrizione di Ferrara sembra infatti presa dalla quarta di copertina di una guida turistica; ad essa fanno seguito le presentazioni dei personaggi principali strutturate in modo più adatto al copione di un film che ad un'opera narrativa.
Se Una catena di piume fosse rimasta la sceneggiatura di un film non sarebbe un problema ma volendolo divulgare come racconto queste sequenze andrebbero rivedute ed arricchite, così come andrebbe sistemata la coordinazione tra le diverse scene che spesso si susseguono con stacchi troppo netti e senza un vero nesso logico, sensazione che solitamente non si avverte di fronte ad una pellicola cinematografica, nella quale siamo abituati a vedere condensati in un paio d'ore storie che si sviluppano anche nel corso di anni, ma che in un romanzo tolgono organicità al racconto. L'opera rimane comunque piacevole e scorrevole, sebbene a dir la verità la vicenda risulti piuttosto prevedibile; è infatti chiaro fin dalle prime pagine quale sia la vera identità del giovane Francesco e quali eventi del passato abbiano privato il povero Parisi della sua creatività. Anche i personaggi risultano piuttosto stereotipati: il giovane proiettato vero il futuro che crede che la tecnologia possa rimpiazzare totalmente la creatività, l'anziano liutaio che sa che il segreto per costruire un buon violino risiede nell'anima, l'enigmatica "femme fatale" che spunta dal nulla e nel nulla svanisce, come ogni grande amore che si rispetti, il fedele aiutante dalla mente semplice ma dal cuore grande. In definitiva una storia significativa e coinvolgente ma un po' "telefonata".
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Una catena di piume
- Autore: Matteo Zanellati
- Editore: AltroMondo editore
- Data di Pubblicazione: 2012
- ISBN: 9788890676161
- Pagine: 124
- Formato - Prezzo: Brossura - 15,00 Euro
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