Recensione
King stesso lo afferma nella Prefazione - in cui, ancora una volta, ci racconta i retroscena dell’affaire Bachman: L’occhio del male (titolo originale: Thinner, ‘più magro’, che è anche la maledizione scagliata dallo zingaro su Billy – a tal proposito: vorrei proprio sapere dove l’espressione occhio del male è diffusa sul suolo italiano, e quando ha soppiantato il più comune malocchio) è pura storia. Non cercateci diversi livelli di lettura, non cercateci chissà che approfondimento psicologico o sottinteso, non ne troverete: c’è solo trama, una trama buona se si cerca un puro horror che intrattenga per qualche ora permettendo di spegnere il cervello.
Basterebbe questo per concludere la recensione, ma d’altronde basterebbero
poche pagine per raccontare la storia di un grasso e ricco avvocato vittima di
una maledizione gitana che lo sta letteralmente asciugando. La moglie di Billy Halleck, infatti, ha scelto proprio
un bel momento per aprirgli la zip e fargli un servizietto di mano: in
macchina, esattamente mentre un’anziana zingara sta attraversando
distrattamente la strada con la sua sporta della spesa.
Billy ha ben poche colpe, ma anche se fosse stato imbottito di alcool e cocaina,
la cittadina di Fairfax avrebbe chiuso entrambi gli occhi e se li sarebbe
sigillati con la ceralacca pur di proteggere un suo stimato cittadino: dal
processo esce senza una macchia, nemmeno una sospensione temporanea della
patente. Per non parlare del fatto che la vittima è un’indesiderabile. Billy tuttavia non dimentica, e nemmeno Lemke, un orrendo zingaro che sembra vecchio come Matusalemme, e che dopo averlo toccato in volto
lo condanna con una semplice parola:
- Dimagra.
Insieme a un chilo dopo l’altro, Billy perde tranquillità, salute, famiglia. Il
raziocinio, la convinzione di essere fisicamente ammalato, cede finalmente il
posto all’evidenza dei fatti: la medicina deve arrendersi alla stregoneria.
Quando l’uomo realizza che entro poco
perderà anche la vita, decide di rivolgersi all’amico gangster Ginelli
perché convinca Lemke a ritirare il malocchio. Non a caso italiano, la patria
della jettatura.
Un romanzo, in definitiva, che ingrana immediatamente e che procede a ritmo serrato. Raccapricciante al punto giusto, angosciante al pensiero di quei chili che filano ogni giorno, una giustizia vecchia come il mondo che scaglia la sua spada laddove quella umana fallisce. E forse King davvero non intendeva far riflettere, ma è impossibile non rimuginare sulla vita degli zingari e sul modo in cui vengono accolti e poi espulsi, sulla paura del diverso e sul modo in cui condannarlo diventa fondamentale mezzo per l’autoaffermazione della propria identità: troppe pagine l’autore dedica a illustrare – raccontare – la loro vita, la loro arcana e spaventosa bellezza, a condannare la giustizia parziale fino al punto di portare il lettore a parteggiare per loro.
In ogni caso, Richard Bachman è una delle due facce di Stephen King: va goduto per il puro amore dell’intrattenimento, ma non certo esaltato per la sua profondità.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: L'occhio del male
- Titolo originale: Thinner
- Autore: Stephen King
- Traduttore: F. Brera, T. Dobner (Prefazione)
- Editore: Sperling&Kupfer
- Data di Pubblicazione: 2002
- Collana: Super Bestseller
- ISBN-13: 9788882744304
- Pagine: 335
- Formato - Prezzo: Brossura - 9,90 Euro
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