Recensione
Malerba non sceglie per soggetto l'epica guerra di Troia,
né le sventure patite da Ulisse in mare per affanno di conoscenza, né la
speranzosa attesa di Penelope intenta a disfare ogni notte la sua tela. Sceglie
piuttosto il momento intimo in cui Ulisse bacia
la sua petrosa Itaca, depositato - più simile a un mendicante che a un re -
dai marinai Feaci sulla spiaggia dell’isola che ha agognato per vent’anni.
Il resto è storia: proprio sotto le spoglie di un mendicante Ulisse decide di
presentarsi non solo ai principi Proci che assediano la sua dimora, ma anche
alla sua stessa moglie Penelope in attesa di saggiarne la fedeltà.
V’è che, in questa rivisitazione, Penelope abbia riconosciuto immediatamente il marito di cui tanto aveva atteso il ritorno. V’è anche che Penelope non abbia apprezzato l’inganno, i dubbi, e la consueta sfiducia degli uomini greci nei confronti delle loro donne. Ecco dunque che Penelope beffa Ulisse, l’eroe multiforme, non solo ingannandolo a sua volta nel mostrarsi all’oscuro della sua vera identità, ma confermando il raggiro anche quando il marito deciderà di rivelarsi, umiliandolo e costringendolo a numerose prove per dimostrarsi il vero Ulisse.
Luigi Malerba dimostra di conoscere bene la psiche della media femminile, poiché Penelope – com’è frequente – perde la battaglia tra orgogli chinando la testa per prima. Cosa non si farebbe per riavere tra le gambe l’uomo che se ne andò in giro per dieci anni per poi tornare e dubitare della tua fedeltà?
Una guerra tra sessi, insomma, questo Itaca per sempre, ben rappresentata dai quarantasei monologhi alternati di Ulisse e Penelope, rilettura nata – per stessa ammissione dell’autore – da un commento della moglie che riflette perfettamente ciò che ogni donna ha pensato leggendo l’Odissea. Restituisce un ritratto non troppo lusinghiero dell’eroe omerico, e per contro una profonda introspezione del personaggio di Penelope, relegato ai margini dell’epos come colei che attese indefessamente suo marito per vent’anni senza perdere la speranza.
Se lo spunto è interessante, anche se non certo nuovo, non si può dire lo stesso della resa. Non sono nessuno per alzare la penna – la tastiera – contro lo stile di un pezzo grosso della letteratura italiana di metà Novecento quale Luigi Malerba, ma lo farò ugualmente: i monologhi risultano piatti, limitandosi a constatare gli avvenimenti circostanti (per lo più ‘epicamente’ accurati) e sciorinando flussi di pensieri ed emozioni poco originali e spesso ridondanti. La prosa di Malerba è evocativa e accurata, questo va riconosciuto, ma il romanzo eufemisticamente parlando non tiene alta l’attenzione, pur lasciando addosso il desiderio di immergersi (o reimmergersi) nella lettura dell’originale.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Itaca per sempre
- Autore: Luigi Malerba
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 1998
- Collana: Oscar Scrittori Moderni
- ISBN-13: 9788804453253
- Pagine: 185
- Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro
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