Recensione
“Mi chiamo Vincenzo Caligiuri e sono un mangiaspaghetti”.
Voce narrante di Fegato e cuore è
un giovane immigrato italiano a Londra, sbandato ma onesto, che si barcamena
tra lavori logoranti e sottopagati pur di non gettare la spugna e tornare al
paese d’origine.
La sua vita prende una strana piega nel momento in cui conosce casualmente un
panciuto ubriacone che ne inventa una nuova ogni sera per acquistare birra
oltre l’orario consentito: l’essere scoperto dal capo a vendergli alcolici dopo
le dieci gli causa una bella strigliata e la stima dell’etilista. Di quest’ultima,
non mancherà mai di ripetere Vincenzo, ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Steve Campbell, questo il nome dell’uomo, ha due cuori: uno, trapiantato da
anonimo donatore, gli sussulta nel petto con battito estraneo. L’altro, il suo,
lo tiene in salotto immerso nella formalina, spettatore di una vita consumata nell’alcool
senza scopo alcuno. I problemi cardiaci hanno troncato sul nascere la sua
carriera di giocatore nel West Ham, condannandolo a una deriva senza fine.
Steve, in procinto di aprire uno spaccio, offre a Vincenzo e a Craig Bellamy, gallese
anche lui trapiantato a Londra, di condividere la sua casa nell’East End
londinese e magari i suoi futuri affari, ma si rivela un convivente tutt’altro
che facile: non solo è un semialcolizzato depresso, ma ha un carattere
terribile, spesso incline alla violenza, ed è anche razzista. Per quale motivo
abbia in stima un italiano (per di più astemio per via di problemi al fegato, l’antitesi
del vero uomo – secondo le idee di Steve) e un gallese, questo rimane un mistero, ma
tant’è: i tre iniziano a convivere, e Vinnie e Craig scoprono ben presto che
sotto la scorza da pezzo di merda di Steve c’è sempre un pezzo di merda. Ma non
solo.
Nonostante i refusi e il fatto che permanga un’incertezza nell’uso delle virgole (i vocativi, signori, vi prego, le virgole prima e dopo i vocativi), si nota la maturazione stilistica dell'autore rispetto al precedente Parada Ópera, soprattutto nei dialoghi, ora molto più mimetici e spontanei. Madrid lascia il posto, in questa seconda prova di Marchi, alla caotica Londra, crogiolo di etnie, di cui viene messa in risalto - per l'appunto - la multiculturalità, vista dagli occhi di un emigrato in terra straniera.
Filo conduttore dell'opera è l'amore per il calcio, unica passione di Steve, e successivamente modo per Vincenzo e Craig di entrare in contatto con extracomunitari di altri paesi conversi in una scalcinata squadretta rionale, il Bari FC. Con toni ironici, talvolta velati di malinconia, Vincenzo offre uno sguardo sulla realtà londinese; la Londra vera, non quella delle cartoline: quella città che accoglie a braccia aperte i turisti, ma con pugno di ferro chi vi approda in cerca di fortuna.
Buono l'approfondimento psicologico dei protagonisti: Vincenzo risulta una voce narrante simpatica e mai pedante, mentre Steve viene raffigurato senza pietà nei suoi peggiori difetti, sebbene spesso mostrato anche nei suoi lati più umani. Il titolo contiene un doppio riferimento: uno, più immediato, ai problemi fisici dei due protagonisti. L'altro, che emergerà nel corso della storia, ai cambiamenti che avverranno in loro: il laconico Vincenzo mostrerà fegato in un atto di amicizia, mentre il burbero Steve...
Un romanzo gradevole, tutto sommato ben scritto (se si chiude un occhio e mezzo sui problemi già citati), per qualche ora di lettura in relax.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Fegato e cuore
- Autore: Alessandro Marchi
- Editore: BookSalad
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Opachi
- ISBN-13: 9788890655012
- Pagine: 244
- Formato - Prezzo: Brossura - 13,00 Euro
0 Commenti a “Fegato e cuore - Alessandro Marchi”
Posta un commento