Recensione
Ecco, questo qui è secondo me l'esempio più rappresentativo di cosa il lettore si troverà davanti leggendo "A volte ritorno" di John Niven. La storia parte da un presupposto semplice: Dio è andato in vacanza durante il Rinascimento. Satana invece non dorme mai e ne ha approfittato per modellare secondo il suo volere la razza umana. Al suo ritorno Dio, vedendo quello scempio che una volta erano gli uomini, decide di rimandare suo figlio Gesù sulla Terra con il messaggio originale che quel mistificatore di Mosè aveva sostituito con i dieci comandamenti: "Fate i bravi!".
Lo sviluppo è così "New York Radical" che le pagine odorano ancora di caffè Starbuck. Nonostante l'autore sia scozzese e viva in Inghilterra, è riuscito a scrivere un romanzo che più americano non si può. O meglio, che più newyorchese non si può. Ci sono ingenuità tipiche dell'elettore democratico americano medio, tipo:
- E verso il Medio Evo abbiamo avuto una piccola caduta di tono, ma subito dopo bum! il Rinascimento –. Dio sospira. – Arte come se piovesse, e ogni giorno si scopriva un continente diverso. Sì, è vero, si vedeva già che avremmo dovuto tenere d’occhio quei mentecatti dei cattolici, ma tutto sommato prometteva bene. E poi? Mi assento un attimo per pescare qualche trota d’acqua dolce, e tutto va a puttane in men che non si dica. Ecco cosa.
Che il Rinascimento sia stato un bel periodo è assolutamente giusto, per carità, ma dire che da lì in poi va tutto eufemisticamente a rotoli omettendo tutta la parte delle migliaia di guerre che venivano combattute non solo a causa dei cattolici e non citando che poi è arrivato l'Illuminismo fa sorridere per l'ingenuità. Va bene anche il voler dare un tono da burbero bonaccione a Dio, ma metterlo pure a capo di un paradiso gestito in maniera piramidale come la più classica delle aziende e poi contestare il capitalismo americano attraverso la figura di un Gesù praticamente hippy fa ancora più sorridere e scuotere la testa. Sarò pignolo, però se si vuole scrivere una satira sull'American Way of Life repubblicana, dove gli omosessuali causano i terremoti e la CIA e l'FBI danno la caccia solo ad innocui coltivatori diretti di marijuana seguendo le indicazioni di pastori evangelici repressi e in odore di pedofilia, bisogna saperlo fare, anche attraverso una prosa compiaciuta che non si limiti solamente a slang e parolacce. C'è però da dire che non tutto è da buttare: a parte l'inizio e la fine, la parte incentrata totalmente sul personaggio di Gesù, che tutto sommato è ben tratteggiato, lascia leggere volentieri. Poi alcune belle idee ci sono e un paio, come l'avventura on the road attraverso l'America e la trafila del talent show, sono anche sviluppate bene. Peccato che Gesù non sia rimasto sulla Terra più a lungo.
In conclusione, A volte ritorno (solita traduzione italiana un po' così: in originale è The second Coming) è un libro solo parzialmente riuscito: certamente è facile da leggere e fa sorridere in alcuni casi, ma è fin troppo facile fare satira su gente che vieta di studiare l'evoluzionismo a scuola. In più ci sono stati fior fior di comici, artisti e intellettuali in generale che l'hanno fatto prima e meglio senza fare tanto i superiori.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: A volte ritorno
- Titolo originale: The Second Coming
- Autore: John Niven
- Traduttore: Rossari Marco
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Stile libero Big
- ISBN-13: 9788858405475
- Pagine: 390
- Formato - Prezzo: Brossura - 19,00 € / Ebook - 4,99 €
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