Tiberio di Castro, medico speziale alla corte vaticana, sarà chiamato a indagare sul mistero. Ma la sua fama di uomo retto attirerà le attenzioni anche di un’ospite particolare. Caterina Sforza è infatti imprigionata a Castel Sant’Angelo, portata a Roma come bottino di guerra dal Valentino, e con le sue arti magiche e ammalianti chiederà al giovane speziale di aiutarla nel suo progetto di fuga.
Le indagini di Tiberio, introdotto ai misteri del veleno da Caterina, andranno a lambire gli alti vertici della Chiesa, ma qualcuno, nei palazzi del potere, segue con attenzione ogni suo passo, pronto a sacrificarsi per l’oscuro demone che lo governa.
Dopo L’arcano della Papessa, Tiberio di Castro torna a indagare sui misteri della Roma rinascimentale. Sangue giudeo è un romanzo che alla precisa documentazione storica aggiunge la fascinazione dell’esoterico, il tutto narrato con indiscutibile passione e competenza.
Recensione
Un complotto antisemita terrorizza Roma agli inizi del XVI secolo, quando il ritrovamento di una serie di cadaveri di esponenti della comunità giudaica rischia di provocare una fuga collettiva dalla città eterna, mettendo così in pericolo gli introiti fiscali, garantiti da commerci e prestiti ad usura, su cui la curia pontificia e in particolare il rampollo dei Borgia, Cesare, conta per finanziare militarmente le proprie ambizioni di conquista nell'Italia centro-settentrionale.
Questo lo scenario in cui Tiberio di Castro, sorta di CSI agli ordini di un ostile Cesare Borgia, già protagonista di altri due gialli di Luca Filippi, indaga su una catena di omicidi e incontra la contessa di Imola Caterina Sforza Riario, prigioniera del Valentino, catturata dopo la caduta della roccaforte emiliana e confinata nel palazzo del Belvedere.
Lo scenario storico è ben ricostruito: la situazione italiana molto complessa vede lo scontro tra la sanguigna famiglia Borgia, con alla testa il papa mondano Alessandro VI, e gli alleati Veneziani e Francesi, contro le Sigorie dei Medici e degli Sforza per l'egemonia nella penisola e la creazione di uno Stato regionale nelle Romagne da affidare alle ambizioni politiche del Valentino.
Per gestire le continue campagne di guerra necessarie all'attuazione di questa strategia politica e consentire gli sfarzi della curia spagnola servono i proventi delle tasse e in particolare il continuo flusso di denaro che scaturisce dalla numerosa comunità ebraica confluita a Roma dopo la cacciata dalla Spagna unificata.
Per fronteggiare la catena di delitti Cesare si rivolge a Tiberio di Castro, suo nemico nelle precedenti puntate della serie, di cui però apprezza le capacità investigative. L'uso di un potente veleno, oltre al fatto che le vittime presentano tutte una sorta di marchio, XP, il cristogramma, cioè le iniziali di 'Cristo' in greco, a indicare la matrice fanatica dei delitti, offre al medico patologo ante litteram il destro per ottenere dal duca Valentino il permesso di consultare la contessa Caterina Sforza, riconosciuta esperta in campo di venefici e alchimia e dotata di una vasta educazione umanistica.
Il personaggio di Caterina - al cui ritratto dal sorriso enigmatico, quasi a suggerirne un improbabile ruolo di modella per la celeberrima Gioconda, lavora Leonardo da Vinci nel finale - è forse il pezzo più pregevole di questo giallo, che presenta una buona ricostruzione storica e uno stile corretto e coerente. Filippi delinea un carattere intrigante, poliedrico e sensuale, dalle fortissime passioni, strettamente legato alla propria storia e alle radici famigliari, insomma tutte le caratteristiche della madonna rinascimentale e della femmina mediterranea insieme, affascinante e pericolosa ma irresistibile.
La storia prosegue con un'escalation di efferate violenze nei crimini ai danni degli ebrei romani, concentrate nella zona del Ghetto e di Trastevere, e parallelamente l'autore inserisce anche un filone politico, il tentativo di fuga organizzato da Lodovico il Moro, il Duca di Milano spodestato dai Francesi e protetto dall'Imperatore, in favore della nipote Caterina, come parte di un controffensiva ai piani dei Borgia.
La fusione delle trame, quella 'poliziesca' e quella politica, risulta credibile e interessante, soprattutto per gli sviluppi macabri degli omicidi che danno vita alla figura oscura dell'assassino, un prototipo di serial killer, e si realizza nel protagonista, Tiberio di Castro, che è il punto d'incontro dei filoni, però rimane qualche difficoltà, dovuta soprattutto alla debolezza con cui viene caratterizzato. Per esempio il retroscena legato alla sua inimicizia con il Valentino è accennato ma per chi non abbia letto gli altri romanzi rimane alquanto nebuloso; ancora, la rapidità con cui, una volta esaurita la parte politica della vicenda, se ne risolve anche quella criminale appare piuttosto artificiosa.
Il risultato di questo rapporto tra le due anime di 'Sangue Giudeo' è un equilibrio precario tra i due aspetti del racconto, che sembra quasi doversi comprimere e subire bruschi rallentamenti o accelerazioni nel ritmo o nella definizione dei personaggi secondari, per esempio il gendarme che accompagna Tiberio di Castro nelle indagini, o il gruppo dei canonici teutonici, e anche il colpevole stesso, il cui profilo sembra frettolosamente calcato sullo stereotipo del fanatico religioso.
Anche la spiegazione finale, che dovrebbe essere il culmine della suspense in un buon giallo, risente dell'essere affrettata e non del tutto plausibile, in un contesto in cui invece lo stile scorrevole e l'ambientazione storica avrebbero anche permesso uno sviluppo più coinvolgente e meno sbrigativo dell'intreccio noir.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Sangue giudeo
- Autore: Luca Filippi
- Editore: Leone Editore
- Data di Pubblicazione: 2012
- ISBN-13: 9788863930535
- Pagine: 248
- Formato - Prezzo: Brossura - 15,00 Euro
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