Menes, uno dei Sette, è ucciso in un bagno pubblico dismesso. Il capitano che comanda la squadra chiama Naïma a sostituirlo.
Naïma è un Occhio di Horo, un detective che si occupa di delitti comuni. Per obbedire al superiore, è costretta ad abbandonare la caccia a un assassino che uccide dissanguando le sue vittime, e ne tumula il corpo in modo insolito: una piramide di fogli bianchi, un violoncello, una lastra di cristallo.
Nel corso delle indagini, i Sette si troveranno ad affrontare il Mare-di-Sotto, una regione sotterranea popolata da creature mostruose, originate da dissennati accoppiamenti pre-rivoluzione tra geni di pesci, di alghe e di esseri umani. E scopriranno che non tutti i resuscitati sono felici di essere ritornati in vita.
Recensione
Quando ho finito di leggere La pesatura dell'anima, il primo romanzo pubblicato per la Kipple, ho subito pensato: c'è bisogno di un seguito! Il mondo creato dall'autrice era talmente affascinante da apparire fin troppo compresso e limitato in un solo romanzo di duecento pagine. Nel giro di un anno, la mia richiesta è stata esaudita!
Con La giustizia di Iside Clelia Farris torna a farci viaggiare nelle Due Terre: l'anacronistico, ucronico Antico Egitto dal sapore steampunk. Nell'epoca che ha visto il declino delle dinastie e l'ascesa di una nuova forma di governo ufficiale, a detenere il potere e il controllo sulla vita e sulla morte sono i Sette, una squadra speciale che si occupa di omicidi, in collaborazione con i Giudici della Morte e la dea Iside. Apoteosi dell'antichissima legge del taglione, i morti per omicidio possono esser resuscitati, la loro anima viene data indietro in cambio dell'anima dell'omicida. Un sistema, però, non infallibile, fosse solo per il peso psicologico che grava sui sette membri della squadra: e tanto basterebbe a chi volesse metterli fuori gioco, come le creature del Mare di sotto. Ma alla fine è con se stesso che ognuno dei sette dovrà fare i conti.
La trama di fondo è essenzialmente un giallo, ma il vero asso portante del romanzo è il gioco tra i personaggi: tutto ruota attorno alle loro relazioni e ai loro conflitti personali. La protagonista, Naima, donna apparentemente forte, ma molto complessa e in conflitto con se stessa, guida di fatto una schiera di personaggi che, ognuno a modo suo, compierà una trasformazione - scelte drastiche incluse - che attraversa l'intero romanzo, mentre il nemico invisibile abbatte, colpo dopo colpo, l'inganno del perfetto controllo della squadra e i loro equilibri.
A fare da sfondo è un'ambientazione, come già detto, estremamente affascinante, originalissima, ottimamente tratteggiata. Senza mai risultare eccessiva, senza mai appesantire la narrazione con digressioni e spiegoni - complice anche un apparato stilistico all'altezza - l'autrice stordisce inizialmente il lettore con un forte straniamento, per poi abituarlo facilmente al mondo fantasioso, ai suoi termini tecnici (grazie anche al dizionarietto) e persino al suo dialetto. Il lavoro inventivo della Farris è notevole e merita il plauso, a cominciare dal profilo linguistico e stilistico. Come ho già detto nella recensione al precedente romanzo, colpisce soprattutto il rovesciamento della nostra società contemporanea e il riappacificamento della tecnologia con la natura.
Se, rispetto al romanzo precedente, l'autrice è andata molto più a fondo nella cura dell'ambientazione e nella caratterizzazione dei personaggi, che raggiunge livelli molto alti, permangono difetti e qualche debolezza strutturale. Innanzitutto, a costo di suscitare l'accusa di una lettura poco attenta, confesso qualche perplessità sulla continuità tra i due romanzi ambientati nelle Due Terre: se è vero che La giustizia di Iside può esser letto come romanzo a sé stante, non si capisce perché effettivamente se ne parli come seguito, al punto che non manca qualche incongruenza con la trama del romanzo precedente.
Una debolezza strutturale si fa evidente nella narrazione, specie nella scelta del fuoco multiplo: per quanto sia azzeccata la narrazione in terza persona, ben lontana però da uno stucchevole narratore onnisciente, il frenetico e schizofrenico cambio di punto di vista rende molto difficoltosa la lettura; se a questo si aggiunge l'abitudine dell'autrice a non rendere facilmente riconoscibili i tanti personaggi, e il forte straniamento iniziale, la lettura si fa ancora più lenta, rendendo necessario talvolta tornare indietro e rileggere.
Tali debolezze non guastano irrimediabilmente la lettura di quello che rimane, comunque, un bel romanzo, originalissimo, che ha molto da dire; una lettura che, a tenere conto del panorama italiano, va certamente consigliata e fortemente incoraggiata.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La giustizia di Iside
- Autore: Clelia Farris
- Editore: Kipple Officina Libraria
- Data di Pubblicazione: 2012
- Collana: Avatar
- ISBN-13: 9788895414737
- Pagine: 252
- Formato - Prezzo: eBook - 2,50 Euro
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