L'autrice
Romina Casagrande. Nata a Merano nel 1977 è laureata in Lettere con indirizzo Classico. Insegna presso la scuola media “Giovanni Segarini” di Merano. Ha collaborato con il museo del Turismo- Touriseum di Merano e con il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano-Museion, sotto la direzione dell’artista Heinz Mader. Appassionata di storia, tradizioni e folklore, divide il suo tempo tra scrittura, pittura in una casa piena di animali. Nel 2011 pubblica con Anguana il suo primo romanzo:Amailija, seguito a breve da Dreamland forest. Entrambi sono stati recensiti sulle pagine della Stamberga.
I libri
Amailija. Anno 1342. Il patriarca di Aquileia lancia un terribile anatema su tutte le terre di Margareth, ultima Signora del Tirolo. Calamità e sciagure sconvolgono il paese e sollevano l’odio del popolo contro di lei, chiamata da tutti strega. Ma cosa si nasconde davvero dietro la maledizione della principessa triste, di cui nessuno conosce il volto? E soprattutto cosa la lega, quasi sette secoli più tardi, al destino di Alice, guida giovane e inesperta nel suo antico castello? Anno 2010. Merano. Un apparente colpo di fortuna porta Alice a diventare una guida estiva per Castel Grafenstein, dove l’attende una presenza misteriosa, che visiterà i suoi sogni e cercherà di cambiare il suo destino. Tra passato e presente, scomuniche papali, cupe superstizioni e talismani Alice dovrà fare una scelta. La propria vita o un amore eterno ma impossibile?Dreamland forest. A.D. 978, Raetia. Una foresta che racchiude misteri occulti. Forze contrapposte in movimento, battaglie per l’imposizione del cristianesimo, un popolo ancora legato al Paganesimo. L’amore che abbatte ogni barriera. Tra storia, leggenda, amore, magia, un nuovo fantasy di Romina Casagrande.
L'intervista
Ciao Romina,
grazie per aver accettato quest'intervista. Noi della Stamberga abbiamo avuto il piacere di leggere e recensire entrambi i tuoi romanzi,Amailija e Dreamland Forest.
Grazie di cuore a voi per esservi interessati ai miei romanzi e per averli recensiti con tanta cura. Vederli citati sul vostro blog è stata una bellissima sorpresa.
1. Prima di parlare di loro vorrei prima parlare un po' di te. Com'è nata la tua passione per la scrittura? Quando hai capito che scrivere era qualcosa di più di un hobby e che avresti voluto vedere i tuoi scritti pubblicati?
Mi è sempre piaciuto molto inventare storie, prendendo spunto da situazioni reali, film, canzoni, personaggi storici, immaginandone la vita, o creare finali alternativi. Mettere nero su bianco una storia vuol dire darle una forma più complessa, seguendo un intreccio coerente, ponendo attenzione ai dettagli e a decine di variabili che rendono una storia autentica e che solo nel momento in cui ci si appresta a scrivere risultano in tutta la loro complessità. Per questo credo che scrivere sia sempre qualcosa di più che un hobby. Naturalmente dipende dal significato che diamo al termine. Ma sono convinta che servano tecnica e costanza. Ci si deve applicare molto, attraverso un esercizio che a volte diventa fatica. Devi scavare dentro di te, nelle vite dei tuoi personaggi, con umiltà. La scrittura ti assorbe completamente. E l’ho vissuta come qualcosa di molto serio fin dall’inizio. Non speravo che i miei romanzi fossero pubblicati perché non sapevo se sarebbero piaciuti ad altri. Ma avevo qualcosa da dire e mi è sembrato importante tentare.
2. E’ stato più difficile scrivere il tuo romanzo d’esordio oppure il tuo secondo libro? Cos’è cambiato nella stesura dei due? Che aspettative avevi quando hai scritto Amailija, quali con Dreamland forest?
Ho cominciato a scrivere Dreamland Forest subito dopo Amailija, quando quest’ultimo aveva già trovato un editore. Il fatto che a qualcuno interessassero le mie storie mi ha sicuramente dato slancio e un ulteriore stimolo per continuare. La stesura di Dreamland è stata molto più serena, anche se è avvenuta in un periodo personale ugualmente movimentato. Ho potuto far tesoro degli insegnamenti della prima editor di Amailija. Credo che rivedere la propria scrittura con persone del settore, appassionate e competenti valga quanto un buon corso di scrittura. Quindi ho cercato di correggere alcuni difetti e di migliorare per raccontare la mia storia nel modo più efficace. Ma è un percorso che continua e credo non finirà mai.
3. Entrambi i tuoi romanzi sono ambientati nella tua terra d'origine,il Trentino Alto-Adige, per quanto in periodi storici completamente diversi. Sei molto legata alla tua terra? Cosa più ami e cosa invece vorresti cambiare di essa? La storia e le tradizioni della tua terra in che modo influenzano la tua vita e il tuo modo di essere?
La mia è una terra piuttosto complicata e che ha alle spalle una storia di divisione e conflitto di cui ancora fatica a liberarsi completamente, nonostante le cose ora siano sicuramente migliorate rispetto al passato. È una regione in cui convivono tre lingue, tre culture, e io stessa provengo da una famiglia in parte tedesca e in parte italiana. Devo dire che non ho mai incontrato grosse difficoltà e ho sempre vissuto come un arricchimento il fatto di appartenere a due mondi per alcuni versi agli antipodi. E ho trovato nelle tradizioni, nelle leggende e nella storia dell’Alto Adige un materiale molto vivo, sul quale si innesta bene la mia creatività.
4. Sia Amailija che Dreamland forest sono romanzi fantasy inseriti in un contesto storico reale e accuratamente studiato e descritto. E' stato difficile combinare realtà e fantasia in questo modo? Perché questa scelta invece che adottare un’ambientazione totalmente immaginaria? In che modo hai tracciato una linea di demarcazione tra gli eventi storici reali e quelli fantastici?
Entrambi prendono piede dalle leggende della mia regione: Amailija dalle superstizioni e dai travisamenti storici riguardo a un personaggio realmente esistito; Dreamland, invece, dalle leggende che alimentano il mistero che le lega un luogo particolare. In tutti e due i casi, ho trovato affascinante il modo in cui storia e invenzione-costruzione fantastica si compenetrano e si intrecciano per trovare spiegazioni, dare razionalità a un qualcosa di misterioso e inquietante, sfuggevole al punto da mettere in difficoltà gli uomini che si confrontarono con queste realtà. Ho voluto riprodurre nei miei romanzi la stessa ambiguità, ma da subito ho pensato che il contesto, in particolare quello storico di Dreamland, dovesse essere il più possibile attendibile. Un po’perché, da amante e studiosa di storia, avrei avuto la coscienza troppo sporca nello stravolgere dati e situazioni a favore di una trama, un po’ per dare maggiore profondità alla storia e permettere al lettore di conoscere un mondo che è realmente esistito. La fantasia prende sempre le mosse dal dato reale, non può prescindere da esso, nemmeno la costruzione più bizzarra. A me piace rendere più labile il confine, riflettere su alcune tematiche sfruttando tutti i mezzi di cui posso disporre.
5. Le tue opere ruotano attorno a figure femminili molto diverse fra loro, dalla spregiudicata e passionale Margareth di Amailija all'ingenua Iworin di Dreamland Forest, per quanto tutte accomunate da una grande forza di carattere. Le tue protagoniste rispecchiano il tuo modo di vedere le donne? Ti senti particolarmente legata ad una di loro? Cosa più ami delle tue protagoniste?
Margareth, nonostante sia modellata sulla figura di una contessa tirolese vissuta nel Trecento, è un personaggio attuale e per alcuni aspetti sorprendentemente moderno, proprio come l’originale. Iworin rappresenta il centro di una riflessione che mi ha coinvolta profondamente nel momento in cui ho elaborato la storia. Sono entrambe donne che dubitano, non sono eroine tutte d’un pezzo. Ma hanno la forza di essere ciò che vogliono a dispetto delle costrizioni e delle inibizioni sociali, come Margareth, o di sovrastrutture poco comprensibili o condivisibili quali una finta religione, nel caso di Iworin. Le ho amate molto entrambe, ma alla fine mi capita di affezionarmi allo stesso modo ai miei personaggi secondari. Ad alcuni di loro, infatti sono dedicati i due seguiti di Dreamland Forest.
6. Dreamland forest è un fantasy particolare in cui il sovrannaturale si manifesta come un conflitto fra angeli e demoni. Da dove è nata l'idea? Attraverso il dualismo angeli/demoni hai voluto esprimere un messaggio particolare?
Angeli e demoni sono i due lati contrapposti dell’animo umano, pulsioni in eterna competizione per la sopravvivenza. Il dramma è quando vorresti essere angelo, vorresti con tutta la tua anima aiutare la persona che ami o comportarti da eroe, ma finisci per scegliere la strada sbagliata. Siamo umani, quindi assolutamente fallaci. È la nostra maledizione e il nostro fascino. La perfezione è noiosa. Almeno in letteratura. E poi, anch’io sono una gran pasticciona, e combino spesso dei bei guai. In questo senso mi sento vicina a Erik, il mercenario che movimenta la trama con le sue debolezze assolutamente umane.
7. Ho molto apprezzato come hai gestito l'aspetto religioso della vicenda, soprattutto nel modo in cui paganesimo e cristianesimo si confrontano e si intrecciano fra loro. Si tratta di tematiche delicate, ti sei sentita in qualche modo limitata nella scrittura del romanzo? Ci sono delle aree considerate "tabù"?
Sono molto contenta che abbiate notato questo aspetto perché era mia intenzione renderlo uno dei punti cardine di Dreamland. Il romanzo vuole presentare varie prospettive, ma la scelta finale sta a ciascuno di noi. Non esistono ricette per la felicità e soprattutto non credo nelle sovrastrutture e nei dogmi che servono solo a ingabbiare e disciplinare. Siamo liberi. Liberi di sbagliare, di correggerci, di cambiare direzione e di scegliere. L’importante è che a guidarci siano sentimenti autentici, la lealtà verso noi stessi e i mondi ai quali ci sentiamo di appartenere. Il fantasy mi ha permesso di evitare qualsiasi limitazione e procedere piuttosto liberamente. A volte avrei calcato di più la mano…ma non era questo l’obiettivo quindi ho preferito dosare in modo più equilibrato. Ho cercato la riflessione e il dialogo. Nessun dogma, nessuna verità preconfezionata e pronta all’uso.
8. In qualche modo sia Dreamland forest che Amailija si occupano di reincarnazione, esoterismo oltre che di religione. Qual'è il tuo rapporto con il sacro ed il sovrannaturale? E che ruolo giocano essi nella società moderna, a tuo parere?
Sono aspetti che mi affascinano e mi attraggono fin da quando ero bambina. Credo che l’ondata di libri e film di successo che ne parlano metta in evidenza un aspetto della società attuale che andrebbe meglio considerato: viviamo in un’epoca di grandi incertezze, di riflessioni dopo ingenui ottimismi quali la cieca fiducia nella superiorità e nelle assolute capacità della scienza. Sono passati i secoli, ma non siamo ancora in grado di spiegare molti fenomeni, molti aspetti della nostra realtà che continua a sfuggirci tra le dita. Abbiamo ancora bisogno di certezze e rassicurazioni.
9. Un'altra tematica centrale delle tue opere è sicuramente l'amore ed il modo in cui esso influenza le scelte delle persone, non solo l'amore "romantico" ma anche l'amore tra madre e figlia, tra sorelle o quello che lega due amici. Si tratta di diverse facce dello stesso sentimento o a tuo parere uno di essi è superiore agli altri? L'amore è davvero una forza primaria nel guidare le azioni delle persone o questa è un'affermazione valida solo nelle pagine di un romanzo?
Lo credo e lo affermo con assoluta convinzione. Non esiste forza più potente e dirompente. Nel bene come nel male. L’attrazione verso l’oggetto del nostro amore – e può anche essere un ideale o un’arte - può portarci a compiere gesti di cui non ci crederemmo capaci. Quando poi le relazioni si complicano ed entrano in gioco più fattori, il senso di responsabilità, l’amore filiale, la paura di deludere, si crea un composto esplosivo.
10. Spostiamo lo sguardo sulla realtà letteraria attuale. E’ ormai qualche anno che si dibatte sull’avvento dei lettori digitali. Ancora in questo giorni al Salone del Libro di Torino ci si interrogava sulla possibilità che l'avvento dell'ebook segnasse la fine del libro cartaceo. Qual è la tua opinione? In che modo i libri in formato elettronico cambiano il modo di concepire la letteratura a tuo parere?
Aiuto… Quello dell’ebook è un argomento di discussioni infervorate con alcuni miei amici. Personalmente non ho ancora un lettore elettronico perché preferisco il formato “tradizionale”, l’odore della carta. Il libro come entità anche fisica mi dà sicurezza e mi mancherebbe troppo se venisse completamente soppiantato dagli ebook. Ci sono sicuramente ambiti in cui il formato elettronico può rappresentare un vantaggio e una risorsa. Ma credo che, per lo meno in Italia, occorrerà del tempo. E non nascondo di esserne felice.
11. Cosa cambia per uno scrittore ora che c'è la possibilità di pubblicare libri in formato elettronico? Si aprono nuove prospettive? Cambia il modo di scrivere oppure la differenza di formato (cartaceo o elettronico) non influenza in alcun modo il contenuto?
Sicuramente dà una maggiore libertà e offre buone prospettive a chi decide di autopubblicarsi o farsi conoscere attraverso altri canali. Potrebbe essere un modo per aggirare il potere e il monopolio delle poche, grandi case editrici che detengono attualmente il potere in Italia e guidano il mercato. Per quanto riguarda i contenuti, non credo esisteranno mai altre limitazioni che l’autentica motivazione dell’autore.
12. In conclusione la domanda di rito: che progetti hai per il futuro? E’ già pronto un nuovo romanzo?
I progetti sono quei sogni e quelle idee che ci permettono di svegliarci pieni di entusiasmo la mattina. Per fortuna in questo periodo ne ho molti per la testa. Il seguito di Dreamland, di cui è quasi terminato l’editing, e altre due storie – una ambientata nell’Ottocento, intorno alla vita piuttosto travagliata di un artista precursore della bohème, e una seconda, tutta proiettata verso il futuro. Il presente… meglio viverlo.
Grazie di nuovo per il tempo che ci hai dedicato ed in bocca al lupo per la tua carriera di scrittrice!
Grazie di cuore a voi per la piacevole chiacchierata e… crepi il lupo!
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