12 aprile 2012

Tanit. La bambina nera - Lara Manni

Italia, 2008. In un paese dove inizia a colpire la grande crisi economica, fa la sua comparsa Axieros, l'oscura dea che ha tramato affinché mondi separati venissero in contatto. Cerca una donna umana piena di rabbia e odio, che possa partorire sua figlia Tanit, la bambina nera destinata a essere fatale per il genere umano. Sul cammino di morte che Axieros sta disegnando si incontreranno due demoni: Hyoutsuki, in cerca del suo destino, e Yobai, in cerca della vendetta. Ma sulla stessa strada cammina anche Ivy, che ha il potere di far diventare reale ciò che disegna e che rappresenta un pericolo per tutti: per la dea, per i demoni, per una coppia misteriosa che ha il compito di riequilibrare i due mondi. Solo Ivy può compiere la scelta definitiva: ma a un prezzo che forse non è disposta a pagare.

Recensione

Nota: essendo Tanit logicamente e cronologicamente successivo a Esbat e Sopdet, risulta impossibile parlarne senza spoilerare sui primi due volumi della saga.


2008, Italia. La dea Axieros, che fin dall’inizio aveva ordito il contatto tra due mondi che non avrebbero dovuto mai toccarsi, è riuscita nel suo intento: costringere Yobai a fecondarla perché possa trasferire la propria creatura nel mondo umano. Tanit, la bambina nera, sarà colei che metterà fine al mondo degli uomini in modo che l’epoca degli youkai possa non aver mai termine.

Yobai, profondamente debilitato, approfitta dell’ultimo gesto d’amore di Ivy (“Dimentica.”) per manovrare ancora una volta Hyoutsuki e dirigerlo nel mondo umano per mettere fine alla vita della ragazza, l’unica che potrebbe ancora fermare la dea e l’infernale bambina che ha trapiantato nel corpo di una donna piena d'odio. Ivy, a sua volta, si è imposta di non interferire più nella vita del demone che ha amato e che tuttora ama, e sta tentando di recuperare una parvenza di esistenza normale convivendo con Max nella casa che era appartenuta a sua madre. Qualcosa sta cambiando in lei, qualcosa di troppo grande da affrontare.

E poi c’è lei, Nadia. Sangue di youkai le scorre nelle vene, e l’incontro con Brizio, molti anni fa, le ha posto una terribile responsabilità sulle spalle: ha infatti accettato il compito dei Grigori, i Guardiani, che da secoli vigilano affinché i due mondi non si tocchino tramite l’opera di umani particolarmente dotati. Qualche nome su tutti: Lovecraft, Poe, Stephen King. Tolkien. E la Sensei, ovviamente. E adesso c’è anche Ivy. Il momento di agire è finalmente giunto: non c’è più uno spiraglio, a collegare le due dimensioni, ma un portale che si sta per spalancare.

Mentre la follia si diffonde per le strade di Roma, annebbiate da una polvere nera che porta la firma di Tanit, Hyoutsuki affronta nuovamente il rituale dell’Esbat. La scelta, per l'ultima volta, ricadrà sulla giovane Ivy.


Lara Manni, con questo volume, conclude la sua trilogia nata da una fanfiction su Inuyasha. Lontanissime sono ormai le connessioni con il manga di Rumiko Takahashi: l’autrice ha trovato una sua strada autonoma che l’ha portata a esplorare a fondo i territori dell’urban fantasy. Nel mondo di Tanit si aggirano divinità e demoni, anticristi, e ibridi mescolati alla gente ordinaria che si sono votati alla salvaguardia del nostro mondo.

Tanit riprende e approfondisce il sasso scagliato da Esbat: la profonda connessione tra la creazione artistica e un ipotetico universo ‘altro’, tema non nuovo in letteratura e ripreso, per citare un nome, anche da Stephen King nel suo Duma Key (o nella saga della Torre Nera). Proprio Stephen King viene citato da Brizio, insieme a molti nomi noti, tra coloro che riescono ad aprire spiragli tra una realtà e l’altra, artisti nati con il Dono di raccontare ciò che accade nell’altrove. Lara Manni scrive con sapienza ed entusiasmo di un argomento che solletica da sempre tutti gli appassionati di letteratura fantastica, coinvolgendo la mitologia ellenica e cartaginese: Axieros sarebbe infatti una divinità del culto di Samotracia che corrisponderebbe grossomodo a Demetra, la dea della fertilità, mentre la dea Tanit deteneva un ruolo fondamentale nel pantheon cartaginese, essendo una delle consorti di Baal e legata anch'essa alla fertilità, oltre che alla guerra.

Riducendo il numero di personaggi principali e il respiro del romanzo, l’autrice riesce a creare nuovamente una buona caratterizzazione psicologica di tutti loro, descrivendo le scene con un buon ritmo narrativo che non costringe, com’era accaduto a me in Sopdet, a tornare indietro per comprendere dinamiche narrate in modo troppo frettoloso. Il salto di qualità che Lara Manni aveva tentato (in modo non troppo riuscito) con il secondo volume viene raggiunto pienamente nel terzo, soprattutto grazie alla riduzione dei richiami pretestuosi a problematiche sociologiche-storiche-economiche che mi erano sembrati realmente forzati.

In definitiva, un’ottima conclusione a quello che, nonostante il secondo volume un po’ sottotono, rimane un gran bel trittico consigliato a tutti gli appassionati del fantastico e soprattutto ai consueti detrattori della narrativa italiana.


La trilogia è composta da:

  • Esbat (Feltrinelli, 2009)
  • Sopdet (Fazi, 2011)
  • Tanit (Fazi, 2012)

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Tanit. La bambina nera
  • Autore: Lara Manni
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • Collana: Lain
  • ISBN-13: 9788876251139
  • Pagine: 382
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 16,00 Euro

2 Commenti a “Tanit. La bambina nera - Lara Manni”

  • 12 aprile 2012 alle ore 21:40
    Anonimo says:

    Ma hai letto la storia per cui Lara Manni sarebbe lo pseudonimo di Loredana Lipperini?

  • 12 aprile 2012 alle ore 21:48
    sakura87 says:

    Ho sentito, ma di queste cose onestamente non so nulla, io giudico il romanzo e non la persona (se non come 'autore').

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