Recensione
Era una piccola medaglia dai bordi lucidi. Me la porse, con il braccio teso e il viso serio. “La chiamano amailija, una specie di amuleto, di talismano portafortuna.”
Il talismano. Come quello che Alice ha ricevuto in dono dal nonno anni prima e che all'improvviso sembra esser diventato qualcosa di più di un semplice ciondolo. Attraverso di esso le esistenze di due giovani donne vissute a 700 anni di distanza si intrecciano in una danza dapprima ammaliante ma che ben presto si rivela, per Alice, mortale.
Amailija comincia come una fiaba, con tanto di castello, Castel Grafenstein, dove la nostra moderna Cenerentola lavora come guida turistica, e di principe, o meglio conte in questo caso, l'affascinante Patrick che un bel giorno compare dal nulla per portare in salvo la damigella in difficoltà. Bastano pochi capitoli, tuttavia, perché la fiaba si tinga di tonalità più cupe fino ad assumere i contorni di un horror, man mano che la tragica storia di Margareth, signora di Castel Grafenstein alcuni secoli prima, emerge con prepotenza sempre maggiore dal passato per insinuarsi nelle pieghe della vita di Alice con conseguenze imprevedibili. Nel mezzo, i tarocchi e la tradizione della cultura Rom, con i suoi misteri e le sue mille ambiguità. Sono proprio i tarocchi a dettare il ritmo ed il contenuto del romanzo, i cui capitoli vengono simbolicamente introdotti da una carta diversa; uno stratagemma narrativo molto ben riuscito che arricchisce l'originalità del racconto, così come ben riuscito è l'avvicendamento dei tempi tra presente e passato, che in principio si alternano osservandosi a distanza e poi si fondono in un unico flusso.Lo stile dell'autrice è semplice ma allo stesso tempo elegante e curato e si accompagna ad un certo intuito nell'evocare atmosfere aiutandosi con location ed eventi atmosferici opportuni, anche se a volte manca la capacità di suscitare un vero senso di inquietudine e tensione nelle parti più drammatiche della trama, soprattutto nella sezione centrale del romanzo. Anche la trama presenta qualche incongruenza, in particolar modo quando si tratta delle reazioni sempre un po' inverosimilmente pacate di Alice agli eventi drammatici in cui è coinvolta, e dell'improvviso allontanamento di Patrick che non viene chiarito in modo del tutto convincente. E' proprio Patrick uno dei personaggi più deboli: per quanto affascinante non può fare a meno di apparire un po' stereotipato, così come forzate appaiono le figure dei nonni "hippie" Daniel e Rose, i cui canzonatori battibecchi ricadono un po' nel cliché dei vecchietti simpatici. Migliore impressione lasciano la sorella di Alice, Vera, e il migliore amico Matt, anche se la palma di personaggio più interessante spetta sicuramente alla maga Tala, confidente e amica della giovane Margareth, il cui ruolo nella vicenda si evolve in tutta la sua complessità man mano che il racconto procede. Al di là dei difetti che ho evidenziato, comunque, non posso che dirmi soddisfatta della lettura di Amailija, che ho effettivamente divorato in pochi giorni, complice una storia affascinante raccontata con originalità; Romina Casagrande dimostra di avere fantasia e cultura, qualità che si combinano discretamente in questo suo romanzo romanzo d'esordio.Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Amailija
- Autore: Romina Casagrande
- Editore: Anguana edizioni
- Data di Pubblicazione: 2011
- ISBN-13: 9788873718161
- Pagine: 280
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 18,00
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