Recensione
L'Antico Peccato è quello commesso da Verenith Aurennan, somma signora Aelthin, la quale, spinta dalla sua incontenibile ambizione, risveglia una forza antica che dovrebbe aiutarla a conquistare un potere assoluto. Come spesso accade quando si superano certi confini, la crudele e spietata Verenith scopre che la forza da lei evocata è ancora più incontenibile della sua ambizione e per gestirla dovrà ricorrere all'aiuto (più o meno consapevole) di qualcuno altrettanto potente. E' per questo motivo che, dalla parte opposta della galassia, una navicella spaziale con a bordo un carico di prigionieri politici, tutti in qualche modo colpevoli di essersi opposti al regime che governa con pugno di ferro la Coalizione, si trova improvvisamente sbalzata dalla propria rotta e costretta ad un atterraggio di fortuna proprio sul periferico pianeta Micondar. I sopravvissuti al disastro sono una compagnia eterogenea e ognuno di loro nasconde più di un segreto nel proprio passato e alcuni di loro non sono chi dicono di essere. Così, quando il gruppo si mette in viaggio attraverso i selvaggi territori di Micondar sotto la guida del misterioso Geth, gli imprevisti si dimostreranno fin troppi.
Gli eventi che vi ho raccontato sono solo le accattivanti premesse di questo coinvolgente romanzo, a metà strada tra il fantasy e la fantascienza, della scrittrice nostrana Giulia Marengo. Trattandosi del primo capitolo di una trilogia è difficile formulare un giudizio su ogni aspetto dell'opera perché, al di là del finale completamente aperto, si può notare una certa disparità nell'approfondimento dei personaggi così come una mancanza di equilibri tra alcuni aspetti della trama che potrebbero però ritrovare armonia nei romanzi successivi della serie. La Marengo si prende decisamente i suoi tempi nel narrarci questa avventura, così l'avanzare di Gerth e compagnia attraverso paludi e foreste verso Aelthin è lento ma non noioso, cadenzato dalle numerose incursioni nei pensieri dei protagonisti che, attraverso una serie di flashback, ripercorrono gli eventi che li hanno portati fin lì. L'autrice, con tono caldo, ricco e avvolgente si dedica con perizia allo sviluppo delle relazioni fra i compagni di sventura, presentandoci attraverso la voce del narratore onnisciente i dubbi, le paure e i sogni di ognuno.
Grazie ad un vocabolario molto "visivo" e ad una grande capacità descrittiva, luoghi e personaggi colpiscono da subito l'immaginario del lettore coinvolgendolo immediatamente nella narrazione tanto che il romanzo si gusta facilmente in pochi giorni nonostante appunto non si tratti di una di quelle opere costituite da raffiche di colpi di scena.
Unico appunto che si può fare allo stile è che a volte tende a essere eccessivamente barocco, quasi l'autrice si compiacesse della sua proprietà di linguaggio fino a farsi prendere la mano, indugiando in modo eccessivo in descrizioni particolareggiate non sempre necessarie. Altro elemento un po' spiazzante è la gestione dello spazio dedicato ai singoli personaggi; infatti, se il romanzo inizia distribuendo in modo uniforme l'attenzione sui diversi passeggeri della navetta spaziale, dopo alcuni capitoli lo sguardo del narratore sembra focalizzarsi solo su uno di essi, la giovane Jayce, suggerendo quindi che solo lei è la vera protagonista del racconto, salvo poi concedere nuovamente spazio ad alcuni degli altri viaggiatori, in particolar modo ai fratelli Morgan e alla diplomatica Lerin. Questi cambi di prospettiva, inoltre spesso avvengono nello stesso capitolo e all'interno dello stesso paragrafo, senza che alcun tipo di variazione nella grafica dell'impaginazione prepari il lettore al cambiamento. Naturalmente il narratore onnisciente ha la facoltà di seguire l'evoluzione di ogni personaggio ma immergersi nei pensieri di uno o dell'altro nel breve spazio di un punto mi sembra tolga un po' di coerenza alla narrazione.
Nel complesso direi comunque che si tratta di difetti marginali che non pregiudicano il piacere di leggere questa avventura, la quale ha tutte le caratteristiche per attrarre gli amanti del genere anche perché bisogna riconoscere che ambientazioni e protagonisti si collocano nel solco dei classici della narrativa fantasy/fantascientifica con richiami alle opere di Marion Zimmer Bradley ma anche a pietre miliari come la saga di Guerre Stellari (ad esempio la Lega delle Fiamme che si ribella allo strapotere del governo centrale ricorda decisamente la lotta della Ribellione contro l'Impero e la stessa Lerin ha molto in comune con la figura della principessa Leia...). Se queste similitudini garantiscono al romanzo un appeal sicuro tra gli appassionati, d'altro canto pregiudicano l'originalità dell'opera, contribuendo a farle perdere una stellina nel giudizio finale, che comunque è decisamente buono. E' infatti vero che il genere in questione è stato ampiamente sfruttato negli ultimi decenni, tanto che trovare analogie con opere precedenti è abbastanza inevitabile ma questo non impedisce di trovare questo Antico Peccato coinvolgente e appassionante, al punto da attendere il seguito con una certa impazienza.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Un antico peccato
- Autore: Giulia Marengo
- Editore: Reverdito Editore
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Pegaso
- ISBN-13: 9788879781787
- Pagine: 288
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 15,00 Euro
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