16 febbraio 2012

Diecipercento e la Gran Signora dei tonti - Antonella Di Martino

Il fantasma di un uomo politico osserva il proprio funerale dall’alto: nella sua regione, e soprattutto nella sua città, era noto come Diecipercento, Dieci per intimi e familiari. Tra i volti in chiesa, il fantasma riconosce Margherita, una nipote fuggita anni prima lontano dalla famiglia. La donna, che non crede alla versione ufficiale della morte dello zio, è tornata in incognito per cercare la verità. Nei giorni seguenti il fantasma di Diecipercento segue Margherita nella sua indagine, nella speranza di scoprire l’identità del suo assassino. La ricerca, però, si complica e diventa esplorazione delle memorie e confronto tra i valori che dividono i due protagonisti.

Recensione

Bellissima sorpresa questo breve romanzo di Antonella Di Martino, destinato a catturare l'attenzione del lettore fin dal titolo, intrigante e spiazzante, per conservarla fino all'ultimissima pagina.

Diecipercento è, o meglio era, un uomo politico di medio spessore, un pesce piccolo che nella vita è riuscito a coltivare un modesto ma utile orticello di privilegi per sé e la sua famiglia sfruttando la solita rete di corruzione e malcostume che imbriglia l'Italia da quando è nata. Come molti uomini del suo stampo per farsi strada nella vita ha pedissequamente seguito una rigida scala di comandamenti, tutti riassumibili nel lapidario "fotti prima che ti fottano". Nonostante i buoni propositi, tuttavia, qualcuno ha trovato il modo di chiudere il cerchio e ora Diecipercento si ritrova in una cassa da morto con un bel buco in testa. Ma la sua vita non si è ancora conclusa, prima deve scoprire chi ha avuto la sfrontatezza di fregarlo e, per assurdo, l'unica che sembra avere la possibilità di aiutarlo è quell'ingenua della nipote Margherita, così assurdamente refrattaria alle logiche del profitto personale che hanno da sempre guidato zio Dieci da essersi guadagnata il soprannome di Gran Signora dei tonti. Quello che era iniziato come un giallo si sviluppa in una sorta di duello a distanza tra due opposti modi di intendere la vita, portato avanti a colpi di viaggi nei ricordi e nel quale i ruoli di vincitore e vinto sono destinati a ribaltarsi cosicché Margherita, una sconfitta dalla vita agli occhi della famiglia, saprà dimostrare il valore delle sue scelte.

Non mi trovo d'accordo con coloro che hanno ritenuto poco calzante la quarta di copertina del romanzo, dove questo viene dipinto come un giallo: questo è un giallo, seppur un giallo sui generis, e il protagonista è effettivamente di fronte a un mistero, per risolvere il quale dovrà prestare attenzione agli indizi che lui stesso ha seminato nel corso della sua esistenza.

L'autrice è sicuramente abile nel far emergere le personalità dei due personaggi principali attraverso le loro memorie: dolore, rabbia, frustrazione ma anche affetto e inaspettata felicità affiorano palpabili attraverso la cortina dei pensieri e ci mostrano un uomo e una donna reali nelle loro imperfezioni. Ho particolarmente apprezzato come Margherita, pur convinta della giustezza delle proprie posizioni e duramente ferita dal trattamento riservatole dalla famiglia, sia pronta a mettere in discussione il proprio carattere collerico ed impulsivo e si rifiuti di crogiolarsi passivamente nell'autocompatimento. Ugualmente ben rappresentato è il faticoso cammino compiuto dallo zio Dieci tra le maglie del passato, ad ogni passo del quale egli si spoglia delle proprie certezze ed arriva fino a scorgere la verità al di là delle proprie meschinità, che pian piano perdono di consistenza  alleggerendo la sua anima dalla zavorra che ancora lo tratteneva a terra. Significativa e molto toccante, da questo punto di vista, è la rivalutazione della figura del padre, che finalmente zio Dieci riesce ad apprezzare con volti nuovi e da cui emerge senza filtri l'affetto per un uomo semplice che ha saputo dare un significato concreto alla parola "felicità".

Ciò che invece non mi ha molto soddisfatta è la caratterizzazione dei personaggi secondari, eccessivamente irrigidita nello stereotipo di un arrivismo meschino e crudele; Maman e il Patrigno, la Signora, il cugino Carlo e la stessa madre di Diecipercento sono tutti accomunati dalla loro ignoranza e dall'ingiustificato senso di superiorità che non ammette nessuna forma di riscatto e che li rende un po' monodimensionali, anche se devo ammettere che lo stile ironico e spontaneo dell'autrice riesce a mascherare questo limite, rendendo godibilissima l'intera narrazione.

La morale di Diecipercento e la Gran Signora dei tonti è semplice ma nient'affatto banale e, nonostante l'intento dell'autrice si palesi intorno alla metà del romanzo, il racconto mantiene intatto il suo fascino fino all'ultima parola.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Diecipercento e la Gran Signora dei tonti
  • Autore: Antonella Di Martino
  • Editore: Autodafé
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • ISBN-13: 9788897044208
  • Pagine: 128
  • Formato - Prezzo: Brossura - 13,00 Euro

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