Non credevamo che sarebbe stato necessario un comunicato del genere, ma siamo qui e tant'è.
Permetteteci di spiegarci, una volta per tutte, in modo chiaro ed esaustivo, perché evidentemente la descrizione in Chi siamo non basta.
Questo blog era stato aperto per raccogliere recensioni libere, ossia di libri da noi scelti, acquistati, letti. Con il diffondersi della rete come mezzo pubblicitario per gli autori esordienti, in un determinato momento abbiamo iniziato a ricevere richieste dagli stessi, e successivamente dalle case editrici, perché accettassimo di leggere e recensire i loro libri. L'abbiamo fatto con piacere: è un modo per noi di conoscere romanzi e generi cui magari non ci saremmo mai accostati, di conoscere una fetta dell'editoria italiana, di ampliare insomma i nostri orizzonti letterari. Su una cosa non abbiamo mai avuto dubbi: mantenere le nostre recensioni disinteressate e sincere.
Nessuno di noi ha antipatie o pregiudizi verso gli autori esordienti, come qualcuno ha avuto modo di insinuare: per chi non lo sapesse, recensire non significa sfogliare un libro e poi buttare giù due righe, magari sulla trama e sui nostri gusti personali, o, ancora peggio, fare un copia/incolla delle opinioni altrui trovate sul web. Recensire significa leggere con attenzione - sì, anche un libro che non ci sta piacendo-, rifletterci su, poi chiuderlo, rifletterci ancora, riaprirlo, capire cosa obiettivamente ha di buono e cosa obiettivamente non va, scrivere la recensione, rileggerla, correggerla, chiedersi dove si sta esagerando e cosa poteva essere detto con altre parole. Tutto ciò comporta tempo ed energie, beni che non investiremmo se non credessimo nel progetto o se non sopportassimo gli autori esordienti. In quel caso ci daremmo al decoupage, alla cucina creativa, o, per restare in tema, torneremmo alla lettura e alla recensione di libri esclusivamente scelti da noi.
Questo non è un blog di critica negativa: non ci divertiamo a stroncare, non ci sogneremmo mai di sfiorare la persona dell'autore esulando dal contesto letterario, e soprattutto non crediamo che sia utile ai nostri lettori un campionario di libri sconsigliati. Ci rendiamo conto che una critica negativa non è mai piacevole e, soprattutto per un esordiente, è una pessima pubblicità, ed è per questo motivo che ci siamo sempre impegnati ad argomentare in modo esaustivo le nostre opinioni. In tal modo i lettori del blog possono valutare quali sono i criteri che stanno dietro ad un giudizio negativo e decidere se essere o meno d’accordo. Nel contempo per gli autori può essere un’occasione per riesaminare la propria opera da punti di vista che non avevano preso in considerazione. Qualcuno direbbe che siamo di gusti difficili, ma vi assicuriamo che spesso e volentieri teniamo conto dell'inesperienza degli autori, tanto che qualcun altro direbbe -al contrario- che siamo troppo di manica larga nei nostri giudizi. Questo non vuol dire che il nostro parere è insindacabile e non può essere contestato. Al contrario, è nostra politica che ogni recensore sia tenuto a rispondere ai dubbi e alle rimostranze dell'autore, sempre che riguardino la recensione e non il presunto quoziente intellettivo del recensore colpevole di non aver saputo cogliere la genialità dell'opera che ha avuto la fortuna di poter leggere.
In ogni caso: il comunicato non è volto a riscuotere le simpatie dei lettori additando loro il triste sistema che ci tocca patire, ma è rivolto proprio agli autori stessi. E il messaggio è palese: per cortesia, se credete di non essere in grado di sopportare una critica, se temete che una recensione negativa possa diminuire le vostre vendite o intaccare il vostro ego, se siete un po' troppo irritabili e leggete critiche alla vostra persona laddove si sta criticando solo il libro, non contattateci. Fatevi un bel giro per il blog, leggete le critiche negative, chiedetevi: “E se ne toccasse una a me?”, e poi agite di conseguenza. Non contattateci per poi chiederci in seguito di rimuovere la recensione se non soddisfa le vostre aspettative, per poi lamentarvi che non l’abbiamo sottoposta al vostro giudizio prima di pubblicarla, per poi segnalare la nostra recensione sul vostro blog o sulla vostra pagina Facebook chiedendo ai vostri lettori di accorrere lancia in resta a difendere il vostro capolavoro, per poi accusare il nostro recensore di non saper scrivere una recensione o di non aver capito niente del libro. O meglio, se volete potete farlo - non ve lo impedisce nessuno –, ma non è molto meglio navigare altrove nel mare virtuale? Esistono molti altri blog pronti a scrivere un fiorente elogio delle vostre doti artistiche indipendentemente dalle stesse.
Vogliamo inoltre specificare una volta per tutte che non siamo critici professionisti, per cui se siete dell’idea che un libro può essere stroncato solo da un professionista mentre noi dovremmo limitarci a tessere le lodi di qualunque cosa ci passi fra le mani, di nuovo: non contattateci.
Per chiudere il comunicato con una nota positiva, vorremmo ringraziare di cuore tutti quegli autori -perché ce ne sono stati, eccome- che hanno saputo mettersi in discussione, accettare una critica negativa e persino farne tesoro.
Le amministratrici Valetta e Sakura
Non appena ho trovato lavoro, anni fa, ho potuto cominciare a spendere soldi per comprare libri. Entravo in libreria, e uscivo con 5, 10 volumi alla volta.
Negli ultimi due anni non è stato più così. Credevo fosse un problema mio. Forse, mi dicevo, leggere non mi piaceva più come una volta.
Mi sbagliavo. La verità è che i libri *che trovavo in libreria* non mi piacevano più come una volta. E allora ho cominciato a seguire i blog letterari, come questo. E ho trovato, finalmente, un sacco di titoli che mi hanno riconciliato con la lettura.
La prima regola di un blog letterario è l'onestà. Perché ci si prende una grossa responsabilità quando si consiglia un libro in rete. Perché io spendo dei soldi per seguire un vostro consiglio. E se un blog comincia a mentirmi - a censurare opinioni negative per compiacere questo o quello - allora ecco, per me non ha più senso leggerlo. Tanto vale tornare a girare spersa in libreria e a affogare tra mille quarte di copertina.
Perciò ho apprezzato molto questo post. E grazie, Stamberga, spero che tu non cambi mai.
En passant: la stamberga è stato uno dei primi siti che ha recensito il mio libro. E per quanto la recensione non sia stata una delle più positive, è ancora una delle mie preferite. Se fosse stata negativa del tutto, certo mi avrebbe fatto male. Ma recensioni negative ne ho ricevute, e, cavolo, certo che mi è dispiaciuto. Però non mi sono arrabbiata, se non con me stessa, per non essere stata in grado di comunicare i miei contenuti nel modo migliore. Signori autori, un po' di umiltà: non siamo Hemingway.
Secondo me fate un bel lavoro, certe volte non sono d'accordo con le recesioni, altre si, è il bello dell'essere lettori e lettrici, ma in alcuni casi ho anche scoperto dei libri che mi sono piaciuti. Suppongo che una critica negativa faccia sempre male, ma se mossa con onestà, come credo facciate, va almeno rispettata, soprattutto da parte di chi ha chiesto di sua spontanea volontà un'opinione.
Anche il mio libro non è stato da voi recensito positivamente", ma nel momento in cui ve l'ho proposto per una valutazione avevo già messo in conto che potesse verificarsi questa eventualità.
Per me è stata comunque un'occasione per instaurare un confronto, secondo me costruttivo, con chi ha recensito il mio lavoro.
In fin dei conti se un libro non è piaciuto, non è piaciuto... c'è poco da fare; ma soprattutto una recensione negativa non è certo la fine del mondo! Buon proseguimento e buon lavoro! :-)
BRAVE!
Pienamente d'accordo!
E poi,nella "scienza" della comunicazione - e quindi nelle lezioni di marketing sociale -è anche detto "parlatene male ma parlatene". Per un autore sconosciuto, è comunque un progresso essere portato alla ribalta in un modo o nell'altro: non ci si crederà,ma anche questo, stranamente, fa vendere.Che ne dite?
Gregorio Giungi