Recensione
Estate 1936. In seguito all'uccisione del deputato cattolico Calvo Sotelo, un gruppo di nazionalisti e conservatori insorgono contro il governo del Fronte Popolare di Spagna: è l'Alzamiento, il colpo di stato che inaugura la guerra civile spagnola.
A Maiorca prende il controllo la Falange, ma lo sbarco dei Repubblicani e le vicendevoli rappresaglie che ne seguono dividono politicamente l'isola. Le autorità repubblicane, in particolare, scatenano una violenta repressione anticattolica che si riversa contro chiese e conventi, scuotendo il mondo privato del giovane sacerdote Julián Alcover.
L'accordo tra Francisco Franco e Mussolini determina l'arrivo a Palma del conte Aldo Corsini, demoniaco ufficiale fascista inviato a reclutare giovani maiorchini per trasformarli in perfetti falangisti e a respingere la minaccia comunista. Grazie all'appoggio della Chiesa e degli aristocratici dell'isola, Corsini ne diventa quasi il despota, circondato dai sanguinari Dragoni che lui stesso ha addestrato. Julián, in grado di parlare l'italiano, viene convocato dal priore e designato interprete ufficiale di Corsini. Capovolgendo il senso della frase, sul condottiero è proprio il caso di dire che il diavolo non è brutto come lo si dipinge: marziale e virile, pomposamente eloquente, feroce e superbo, Corsini è abilissimo nel sedurre le donne e nell'incantare gli uomini con la sua personalità, tanto da legare a sé Julián trascinandolo negli inferi della guerra dopo averlo strappato al suo eden di studio e preghiera. Nel sacerdote, che segue il generale non solo a parate e riunioni, ma anche a battaglie, razzie, esecuzioni, stupri, mantenendosi sempre in bilico tra semplice concilianza e vera e propria complicità, si alternano terrore, rispetto, ammirazione e colpa, che traduce in una fedeltà quasi incondizionata al generale, contraccambiata da una sorta di ruvido affetto in cui si mescolano scherno e consapevolezza della propria influenza.
Maiorca, intanto, soccombe sotto i colpi di rossi e neri: eliminata l'immediata minaccia comunista, i falangisti si dedicano a cercare – anche dove non esiste – quella probabile, sequestrando e giustiziando sommariamente chiunque possa essere sospettato di simpatie repubblicane.
A narrare è la stessa penna di Julián, dieci anni dopo, in un sanatorio per tubercolotici: il sacerdote ripercorre le fasi di quell'anno maledetto, la notte del diavolo, in cui ha venduto l'anima a un affascinante ufficiale fascista. E' un lungo resoconto di guerra, dunque, della cui attinenza alla realtà non posso testimoniare perché è arduo reperire informazioni su Maiorca durante gli anni del franchismo. Se pure non fedelissimo, in ogni caso, è un rendiconto narrato in modo tanto dettagliato e credibile che potrebbe riportare plausibilmente avvenimenti e persone reali: gli effetti della guerra su vittime, carnefici e complici (si pensi non solo al popolo oppresso e al potere oppressore, ma anche a Chiesa e aristocrazia che appoggiano il golpe per non perdere i propri privilegi a causa dell'avanzata dei repubblicani, o al civile che incolpa il vicino di idee repubblicane per semplici discordie) vengono resi con una minuzia psicologica ragguardevole, e realmente potente (non mi viene altro modo per descriverla) è la figura di Corsini, di cui vengono descritte luci e ombre. Se a tutto ciò si aggiunge che Dalmau scrive in modo impeccabile, tanto che ho avuto difficoltà a scegliere la frase con cui aprire questa recensione tra le tante selezionate, ne risulta che, resoconto di fatti reali o no, questo è un libro da leggere se si ama la letteratura di guerra.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La notte del Diavolo
- Titolo originale: La noche del Diablo
- Autore: Miguel Dalmau
- Traduttore: Vittorio Bonacci
- Editore: Gremese
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Grandi romanzi
- ISBN-13: 9788884406972
- Pagine: 317
- Formato - Prezzo: 18,00 Euro
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