Recensione
Chi di voi non ha mai avuto a che fare con le piante alzi la mano: vuoi per passione, vuoi per rispetto verso un regalo ricevuto, vuoi per non trasformare il giardino di casa propria in un Gobi, tutti almeno una volta nella vita ci siamo trovati a prenderci cura di un po' di verde. Questo accudimento ci avrà spinto a riflettere sui massimi (e i minimi) sistemi del giardinaggio: e se anche non siamo botanici provetti, magari un po' di cultura spiccia l'abbiamo comunque. È a noi giardinieri della domenica, improvvisati quanto appassionati, sicuramente testardi e volentieri in difficoltà, che immagino si rivolga l'autrice: non tanto a chi lo fa di professione, questi ormai ne sanno di tutto e di più; ma chi avverte una certa inclinazione al verde, o chi è frustrato dal proprio pollice nero lo troverà di sicuro un piacevole divertissement.
Definire con precisione cosa sia questo libro è arduo: molto più facile dire cosa non sia. Non è un trattato di botanica, non ne ha le pretese scientifiche. Non è un prontuario di consigli per la cura delle piante, ne presenta pochi e molto generici. Non è una raccolta di sapere sul mondo vegetale: anche nei momenti in cui tratta di ibridazioni o semplice vita e riproduzione delle piante, resta a livello più che epidermico.
Si potrebbe dire che sia una riflessione sul giardinaggio fatta da un'amante del verde: seguendo i propri pensieri e ricordi piuttosto che un reale filo logico, l'autrice ci porta in giro per il mondo a conoscere fiori comuni o rarità da intenditori. Aneddoti e riflessioni sono riportati con un linguaggio molto simile al parlato, quasi fosse una conversazione tra vecchi amici. Per tutti gli approfondimenti del caso, si viene rimandati alle note bibliografiche, che ai giorni nostri sono per lo più siti internet, specchio di una cultura immediata , veloce e, purtroppo, spesse volte usa e getta. Mi verrebbe da dire che lo stesso saggio vi si adegui: lo leggi, ti diverti e poi te lo dimentichi senza eccessivi rimpianti.
Non ci sono immagini da sfogliare e riguardare e gustare con comodo - grande, enorme pecca di un testo che, stringi stringi, non ha poi molta sostanza. Non ci sono nemmeno ricette o consigli da ripescare al momento del bisogno.
Ci sono forse idee da copiare, ma o te le segni al volo o finiranno perse in una marea di parole e spazi bianchi. Altro difetto questo che ho riscontrato: stampato a mo' di tesi di laurea, interlinea quasi doppia, ampi margini, forse anche una crenatura fortemente aumentata, Il risultato è un mattone pesante e scomodo sia da portarsi in giro che da tenere in mano mentre lo si legge, senza una giustificazione plausibile come potrebbero esserlo immagini a tutta pagina, per esempio.
Un libro così lo potrebbe scrivere chiunque abbia un minimo di cultura e di passione: chiamarsi Serena Dandini sicuramente aiuta ad arrivare alla pubblicazione. Leggetelo, certo non sarà tempo sprecato: ma se avete una tessera della biblioteca, approfittatene.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Dai diamanti non nasce niente
- Autore: Serena Dandini
- Editore: Rizzoli
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Di tutto di più
- ISBN-13: 9788817048675
- Pagine: 326
- Formato - Prezzo: Brossura - 19,00 Euro
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