Recensione
Ci pensi troppo. Lo sconquasso, è vero, ci aveva reso ormai Saturno. Poca vita in mezzo e tanti giri intorno. Sì, sulla circonvallazione, un traffico continuo. Tu dentro avevi, invece, una velocità enorme. E in un attimo avevi calcolato: che un mondo alla volta non si poteva più, che quel centro - che pure c'è stato - si vedeva solo così, braccio appoggiato, dal finestrino, e non c'era altro modo che quella fila e quell'andare sempre. E passavano gli anni con quella tua rapidità frustrata.
Capita di volere/dovere recensire libri di questo genere. L'incipit, fulminante, è già pieno di invenzioni che potrebbero essere sviluppate in quattro o cinque romanzi. Per scrivere un romanzo, invece, di invenzioni ne basta una sola, pensata, ragionata e sviluppata come si deve. Invece, procedendo con la lettura (vi giuro che l'ho letto tutto!), si scopre che il libro è proprio fatto così: un groviglio di idee brillanti, di invenzioni linguistiche. Ma è l'autore stesso ad aiutarci e a fornirci la spiegazione che il lettore cerca invano in tutto il romanzo: "è un tuttùno". Il personaggio, il protagonista, il suo antagonista: "è un tuttùno", nel/al quale l'io narrante è avvinghiato/avviluppato/impantanato. Il lettore si chiederà, ad esempio: questo "tuttùno" è maschio o femmina? Assomiglia lontanamente all'autore oppure no? Se questo povero lettore cercherà una risposta semplice e univoca a queste domande, posso subito avvertirlo: non la troverà. E se, magari pensando di fare un dispetto all'autore, costui provasse, per fare un esperimento, a saltare qualche capitolo (perché di una cosa il lettore può essere certo: il libro è diviso in capitoli, che l'autore ha voluto chiamare, chissà perché, "chapters"), il risultato sarebbe identico: troverebbe passaggi fulminanti, trovate esilaranti che si succedono su un esile filo logico, come giocolieri e/o abili equilibristi.
Posso garantire che la lettura è divertente, ma ovviamente per chi è in grado di apprezzare questo girare intorno a un qualcosa che non c'è, un centro che viene deliberatamente sottratto all'intelligenza del lettore, in grado di recepire solo alcuni messaggi criptati senza un ordine né una chiave. O meglio, a un certo punto, a p. 132, c'è una voce femminile che pone una semplice domanda a quella che parrebbe la voce narrante: "Allora, vuoi sposarmi?".
Da qui fino a p. 170 l'autore gira intorno a qualcosa che assomiglia a un matrimonio. I promessi sposi riveduti e (s)corretti? Un po' anche questo, volendo. Perché Swing! assomiglia molto a una resa dei conti con l'esistenza da parte di un poeta troppo giovane per morire e troppo vecchio per il rock'n roll, per citare la celebre canzone dei Jetro Tull ("nel mezzo del cammin della sua vita" avrebbe detto un altro poeta).
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Swing!
- Autore: Michele Fianco
- Editore: Polimata
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: ultra/corpi
- ISBN-13: 9788896760215
- Pagine: 170
- Formato - Prezzo: Brossura - 10 euro
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