Dal 1 settembre scorso è entrata in vigore l'ormai famigerata legge Levi che pone un tetto massimo del 15% agli sconti applicabili ai libri. Come oramai tutti sanno, l'intento è quello di proteggere i piccoli editori e le librerie indipendenti, che maggiormente risentono della concorrenza delle ineguagliabili campagne di sconto fatte dai grandi store on-line e dalle case editrici maggiori. Considerando che la legge potrebbe essere aggirata registrando un sito di vendita all'estero, l'impressione è quella di trovarsi di fronte all'ennesimo maldestro tentativo da parte di una legislazione antiquata di stare al passo con le infinite possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico ed appare piuttosto dubbio il fatto che possa riuscire nel proprio intento. Infatti, nonostante alcuni sostenitori della legge affermino che l'effetto sul lungo periodo sarà quello di produrre un abbassamento dei prezzi di copertina, l'unica cosa certa al momento è lo svantaggio per i lettori che con ogni probabilità compreranno meno libri. Va sottolineato come questa legge sia svantaggiosa anche per le biblioteche, già penalizzate dai tagli dei finanziamenti statali, che vedranno abbassarsi al 20% il massimo sconto che potranno ricevere dagli editori.
Nonostante la legge sia oramai entrata in vigore, il dibattito da essa suscitata non si è ancora placato, tra chi non si rassegna alla perdita dei grandi sconti e chi plaude ad un'iniziativa che porta giustizia in un ambiente finora squilibrato.
Vogliamo qui riportare il punto di vista di uno scrittore emergente, Massimo Cortese, che nell'attuale mondo dell'editoria ha dovuto imparare a barcamenarsi. Invece di limitarsi a sterili lamentazioni, che difficilmente arriverebbero all'orecchio degli interessati, Cortese ha preso la penna in mano ed ha scritto una lettera all'on. Ricardo Franco Levi, spiegando cosa secondo lui funziona e cosa non funziona nell'attuale panorama editoria italiano, con uno sguardo sia alle piccole che alle grandi case editrici e un occhio di riguardo ai Blog Letterari, realtà pressoché sconosciuta ai nostri legislatori.
Lettera cortese all'onorevole Levi
Ancona, 15 ottobre 2011
Gentile Onorevole Ricardo Franco Levi, mi chiamo Massimo Cortese e scrivo per rivolgerle gli Auguri di fine Anno: infatti, dal dicembre dell’anno 2006, ho preso l’abitudine di fare i miei auguri ad alcune importanti Autorità del nostro Stato, unitamente ad un mio scritto. Inizialmente, scrissi al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio dei Ministri, ma dall’anno 2008 rivolgo gli auguri anche ai Presidenti di Camera e Senato, oltre al Segretario del maggiore Partito Politico di Opposizione.
Quest’ anno, oltre alle cinque persone menzionate, invierò gli auguri anche a lei, in quanto è il primo firmatario della Legge n. 121/2011, recante norme sulla Nuova regolamentazione del prezzo dei libri. E’ una legge che, a mio avviso, penalizza pesantemente la lettura e soprattutto i piccoli scrittori: come è mia abitudine, ho pensato di elevare la mia ferma protesta, articolandola con un breve scritto, redatto appositamente per lei, che mi darà la possibilità di far conoscere la mia opinione sull'argomento.
Naturalmente, oltre agli auguri ed al mio scritto personalizzato, che ho intitolato L’opinione di uno scrittore ( Lettera cortese al senatore Levi), le invio i miei tre libri Candidato al Consiglio d’Istituto (gennaio 2009), Non dobbiamo perderci d’animo (maggio 2010) e Un’opera dalle molte pretese (luglio 2011), che fanno parte del progetto della Trilogia della Speranza, Narrativa di impegno sociale. Alle altre cinque Autorità invierò il mio terzo libro Un’opera dalle molte pretese.
Quando ho pubblicato il primo libro, mi resi conto che le cose non procedevano secondo le previsioni, e allora le riporterò un fatto, che è alla base della riflessione che oggi mi porta a scriverle: verso la fine del mese di febbraio dell’anno 2009 entrai nella più importante libreria della mia città, per acquistare tre copie del mio libro Candidato al Consiglio d’Istituto. Ebbene, alla mia richiesta, senza guardarmi in volto, la commessa rispose: “Questo libro non esiste”. Domandai la ragione di una tale inesistenza, e mi fu risposto: “Non ha il distributore”. In quel momento esplose la mia rabbia: gridai: Il libro esiste, in quanto l’ho scritto io. Il resto glielo risparmio.
Uscendo dalla libreria, mi ripromisi di fare qualcosa per me e per il mio Paese.
1. Un grave errore di valutazione
A differenza di quanto accade negli altri Paesi Europei, in Italia si legge troppo poco: basta trascorrere qualche ora in un rifugio di montagna o d’estate in un albergo con ospiti stranieri, per rendersene conto. A mio avviso, due sarebbero stati gli interventi da porre in essere per combattere il fenomeno: favorire la lettura con una manifestazione di carattere nazionale, oltre a consentire prezzi accessibili ai lettori. Paradossalmente, è accaduto il contrario, ma andiamo con ordine. Dal 2006 al 2010, il Centro per il Libro e la lettura aveva promosso una manifestazione, denominata “Ottobre piovono libri”, che stava dando grossi risultati: ebbene, questa iniziativa è stata eliminata, proprio nell’anno dell’ Anniversario dell’Unità Nazionale. Quanto ai costi, la legge Levi ha stabilito la disciplina degli sconti da riservare ai testi, colpendo immediatamente i consumatori che cercano di ottenere prodotti a prezzi più a buon mercato, rivolgendosi in genere alle librerie on line. Come ormai è noto, il Legislatore ha inteso dare seguito al desiderio di librai ed editori, ed in questo operato intravedo un macroscopico errore: il mondo dei libri vede come protagonisti una pluralità di soggetti, e di tutti si sarebbe dovuto tenere conto. Peraltro, ad essere danneggiati da questa misura, sempre che non sia riveduta, saranno proprio gli editori e i librai tradizionali.
Ma prima vorrei dire una cosetta.
Ho letto un editoriale di una rivista letteraria, in cui si dice: le librerie stanno chiudendo per colpa degli sconti e delle Librerie online, Amazon in particolare. Ma con la legge Levi, di cui tutti sembrano soddisfatti, qualcosa potrebbe cambiare. Ancora una volta un addetto ai lavori ignora gli scrittori e i lettori, al pari della commessa della libreria, secondo la quale il mio libro neanche esisteva. Eppure tutti gli addetti dovrebbero sapere che per molti piccoli scrittori l’unica modalità di vendere il loro libro è dato dalla Libreria online. Ognuno deve fare il proprio mestiere, per carità, ma se non si vede un po’ più in là, se non si analizzano tutti gli aspetti, che devono essere sviscerati, se non si fa del problem solving, non si andrà lontano.
Trovate il resto qui
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