L'autrice
Paola Sironi è nata nel 1966 a Milano. Vive con il marito e la figlia in un paese dell’hinterland milanese. Ha lavorato come consulente informatico per diverse aziende e attualmente è capo progetto presso una società di credito. Ha pubblicato con Todaro Editore “Bevo grappa” nel 2010 e “Nevica ancora” a settembre 2011.
Il libro
Nevica il giorno in cui Flaminia riceve l’inattesa visita di Arnel Villaluna, storico vicino di casa filippino. Poco è cambiato nella vita dei fratelli Malesani: Flaminia è sempre affaccendata nella sua frenetica quotidianità, Massimo continua a essere un detective più dedito all’adescamento di femmine facoltose che all’attività d’investigatore. Eppure, è a lui che, dopo mesi di esitazioni, Arnel ha deciso di chiedere aiuto per ritrovare la moglie Evelyn, scappata di casa senza spiegarne le ragioni
L'intervista
1) Ciao Paola, complimenti per il tuo ultimo libro Nevica ancora. Con grande piacere ritroviamo Flaminia Malesani che affianca, suo malgrado, il fratello Massimo nelle sue investigazioni che ci portano ai confini di una realtà quotidiana apparentemente tranquilla, verso l’oscurità che spesso si cela dietro esistenze genericamente definite “normali”. Come nasce questo libro?
L’idea è partita innanzitutto dalla voglia di proseguire a raccontare la storia dei protagonisti di “Bevo grappa”, i fratelli Malesani. Quando ho terminato di scrivere il primo libro, ho continuato automaticamente a immaginare come potesse svilupparsi la loro vita ed è venuto spontaneo renderne partecipi i lettori. Di base, però, tutto l’intreccio narrativo si è sviluppato intorno al delitto. Non inizio mai a scrivere un libro senza aver prima elaborato la dinamica dell’omicidio e lo scenario che gli ruota intorno. In “Nevica ancora” ho costruito attentamente tutta l’evoluzione originaria che ha portato all’attimo in cui il crimine si manifesta, partendo da un passato piuttosto remoto. Anche se il prodotto finale potrebbe indurre a supporre il contrario, in realtà, attraendo l’attenzione su avvenimenti collaterali, si forniscono contemporaneamente tutti gli elementi necessari alla soluzione del caso, seppure in maniera dispersiva e cronologicamente disordinata. Alla fine, il lettore può, come Flaminia, rimettere insieme i pezzi e accorgersi che ciascuno ha avuto la sua parte. Anche quelli all’apparenza meno rilevanti.
Penso che questo sia molto simile a ciò che accade nella vita reale, chiedendoci uno sforzo continuo di rielaborazione.
2) Massimo Malesani è un giovane uomo affascinante, manipolatore, dotato di una forte dose di sangue freddo e di arroganza. Leggendo ‘Nevica ancora’ mi sono trovata a pensare che la sua personalità ha, in un certo senso, accentuato i suoi lati oscuri rispetto al tuo primo libro ‘Bevo Grappa’. E’ come se gli anni lo avessero reso più cinico e più duro. Parlaci di lui e del suo modo di rapportarsi alle donne.
In effetti, questo romanzo è particolarmente incentrato sulla figura di Massimo, così come il primo lo era su quella di Flaminia. Risaltano di conseguenza quelli che tu definisci i suoi lati oscuri. Di fatto è quello che di solito succede quando si conosce meglio una persona.
Nel corso della storia Massimo, come altri personaggi, si trova casualmente ad affrontare il suo passato sentimentale. L’esito è disastroso, non riuscendo egoisticamente a gestire la propria sfera affettiva, alterna cinismo a reazioni aggressive e impulsi atavici, piuttosto inquietanti. Contemporaneamente persevera nel coltivare con diverse donne rapporti puramente opportunistici, favorito dalla sua camaleontica capacità di compiacerle, pur mantenendo il ruolo dominatore di cui non può fare a meno.
3) Che cosa cercano le donne in un uomo come Massimo Malesani? Nel momento stesso in cui gli si avvicinano sanno già a che cosa andranno incontro eppure non riescono a stare lontano da lui.
Fondamentalmente sono ingannate, il fascino di Massimo va al di là dell’attrazione fisica che esercita sulle donne. Come ho già detto si avvale di una tecnica di manipolazione psicologica, che sa anche offrire momenti di gratificazione, calibrati sulla personalità di ognuna di esse. Purtroppo, è questo quello che le donne cercano in lui. Faticano ad accorgersi che con Massimo pagano un prezzo molto più alto, rispetto a quello che ricevono e la maggior parte di loro non riesce ad allontanarsene.
4) Isabella, Evelyn e Flaminia sono tre donne dalle personalità profondamente differenti. Eppure, benché con modalità diverse, tutte e tre dimostrano forza, determinazione nel tenere fede alle proprie decisioni, passione e un modo assolutamente unico di gestire le proprie debolezze e paure nascoste…
Isabella, Evelyn e Flaminia rappresentano una parte, a mio parere consistente, del mondo femminile: quello che si muove sempre in buona fede. Anche quando sbaglia. E nella loro buona fede sono tutte e tre capaci di una forte determinazione, più razionale in Flaminia, più istintiva in Evelyn, più passionale in Isabella. Nel corso della storia, nessuna si salva dal commettere errori, a volte per paura o per debolezza, in una lotta continua con le difficoltà reali e quelle più intime, a cui non si sottraggono mai.
5) Il tuo libro tratta una vicenda carica di lati oscuri che mi ha spesso spinto ad ipotizzare chi poteva essere il colpevole e, ogni volta che mi pareva di avere una risposta, un colpo di scena rimescolava le carte. Come anticipato prima, i lati più bui della storia sono strettamente legati all’apparente anonimato della vita quotidiana. Che cosa anima sia le vittime che i colpevoli?
Questo è un caso che si sviluppa nell’anonimato sociale, in una realtà così priva di visibilità che anche chi ne fa parte ne ha spesso una percezione distorta. Vittime e persecutori sono impegnati unicamente nel loro quotidiano e nella difesa del loro piccolo microcosmo. E’ uno scenario opprimente, dove però la positività e la negatività delle emozioni individuali hanno un’influenza fondamentale, complicandone l’ intreccio .
6) L’evolversi del libro ci porta ad una realtà durissima, una realtà che non si vorrebbe mai affrontare, una realtà che annienta e annichilisce e che purtroppo, oggi come oggi, viene talvolta portata alla luce dalle notizie di cronaca. Senza svelare troppo della trama, che cos’è per te il male? Qual è la differenza tra la malvagità e l’assenza di coscienza, o di consapevolezza, che si cela spesso dietro atti efferati?
Premetto che seguo poco la cronaca nera, perché ho una certa repulsione per la superficialità e l’incompetenza con cui è trattata mediaticamente. Ma ritengo anch’io che questo caso, nello svelare una verità umana così insostenibile, sia assimilabile ad alcuni delitti reali che, proprio per la loro intima durezza, meriterebbero un maggiore pudore. Forse, lo stesso che, pur nell’insieme dei loro difetti, riescono ad avere Massimo e Flaminia.
Per rispondere alle tue domande, che colgono un aspetto rilevante del libro, partirei proprio dalla trama di “Nevica ancora”, per poi arrivare a un concetto più universale. Prometto di non svelare niente d’essenziale.
In questa storia s’indaga su un delitto che interessa vicende private, dove il confine tra bene e male è sempre molto labile, a volte persino soggettivo. Nessuno dei personaggi rappresenta assoluti di positività e negatività, nessuno è immune da piccole meschinità, ma nessuno ha neppure connotazioni di malvagità incondizionata. E’ importante sottolineare però che, alla fine, chi uccide ha dentro di sé un vuoto di coscienza che sgomenta e dovrebbe far riflettere. Ogni attore manifesta un livello più o meno alto di responsabilità verso ciò che gli è esterno, ma l’atto estremo, irrimediabile, è commesso da chi ne è privo, eppure non così facilmente individuabile.
Ovviamente, penso che ci sia un’interdipendenza categorica tra male e senso di responsabilità. Ma credo anche che sulla formazione del senso di responsabilità individuale possano giocare diversi fattori. Se in questo specifico crimine ha un ruolo basilare un’assenza di contenuti ai limiti dell’inconsapevolezza, sulla cui origine c’è comunque da interrogarsi, in altri sono certa che anche la volontà abbia la sua parte.
7) ‘Nevica Ancora’ si apre con una descrizione, esilarante e molto reale, di una di quelle tipiche giornate che si vorrebbe dimenticare all’istante, in cui tutto sembra andare storto. Ci saranno nuove avventure che vedranno ancora come protagonista Flaminia?
Rispondo brevemente: è sicuramente nelle mie intenzioni. Amo molto quel contrasto tra comico e tragico che facilmente caratterizza la nostra quotidianità e trovo che una buona miscela di noir e commedia umana sia il modo migliore per rappresentarlo. Al momento, fatico a immaginare un personaggio migliore di Flaminia per farne da protagonista.
8) Parlaci dei tuoi progetti futuri.
Ho iniziato da poco a lavorare sul prossimo libro, sono ancora nella fase di studio e di ricerca che precede la stesura. Sto pensando di orientarmi su un tema sociale preciso, che preferisco non rivelare. E’ ancora presto per aggiungere altro, sicuramente spero che avrò occasione di parlare con te anche del mio prossimo romanzo.
Grazie, Paola, e ancora complimenti per il tuo romanzo.
Grazie a voi per avermi ospitata sul vostro sito.
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