L'autrice
Antonella Monterisi è nata nel 1988 a Bari.
Sin da piccola è stata affascinata dal mondo della scrittura e dalle sue infinite possibilità, dai mondi particolari e del tutto originali che si possono creare solo mettendo delle parole su carta, una dopo l’altra, come se si stesse dipingendo una fantasia.
Ha sempre scritto, ma solo nell’ultimo anno ha deciso di dedicarsi appieno a questa sua passione e ha partecipato ad alcuni concorsi letterari ottenendo discreti risultati. Ha pubblicato un racconto grazie al concorso Giallo di Romagna dal titolo Il lato macabro dell’arte ed uno con FreaksEdizioni nel volume 'I brevissimi' intitolato L’esercito del bene, nonché uno con IoRacconto3 (“Il barbone”) nella sezione narrativa. Con Dimitri e l'asteroide, ha deciso che è arrivato il momento di provare a fare un passo un po' più grande: la pubblicazione di una raccolta di racconti tutta sua e, nel frattempo, è occupata nella stesura del suo primo romanzo fantasy.
Il libro
Cosa hanno in comune un alieno verde, un bambino che vuole fare l’astronauta, un elfo che sembra uno gnomo ed un mantello spiegazzato?
E se ci aggiungessimo anche quattro ragazzi in montagna, un fantasma di dodici anni, tre monete, un cane e un orsacchiotto?
Ecco che avremmo ottenuto i protagonisti particolari e, a loro modo, un po’ matti di questo libriccino, nato per allietare le ore dei più grandi e dei più piccini.
Questo volume vi aprirà dunque le porte verso un mondo fantastico fatto di strane creature e persone come tante, tutte miscelate insieme a dare un piccolo quadro di immaginaria realtà.
L'intervista
Ciao Antonella, innanzi tutto complimenti, sei giovanissima e hai già una raccolta di racconti nel tuo curriculum.
Grazie Valeria, in effetti mi sono dovuta impegnare molto per riuscire ad arrivare fin qui.
1) A che età hai iniziato a scrivere e cosa ti ha spinta a farlo?
Non ricordo precisamente a che età ho cominciato. Ricordo però che la mia prima raccolta di racconti, un quaderno a righe tutto sgualcito, risale ai tempi in cui facevo le elementari. Mi è sempre piaciuto scrivere, è come se facesse parte di me. All'inizio rammento di aver cominciato per poter cambiare i finali dei libri o dei film che non mi erano piaciuti. Ho sempre amato il lieto fine, non ce la facevo proprio a vedere i miei personaggi preferiti morire. Poi più tardi ho iniziato ad inventare storie che fossero totalmente mie, lasciando libera la fantasia.
2) Con Dimitri e l'asteroide ti rivolgi ad un pubblico di giovanissimi, perché hai scelto questo target? Pensi di dedicarti esclusivamente alla letteratura per l'infanzia o in futuro ti piacerebbe scrivere qualcosa per un pubblico più adulto?
Innanzitutto perché adoro le storie per bambini. I più piccoli hanno dentro di loro un fascino ed un'innocenza che poi negli adulti viene a mancare. Sono dei sognatori, non ancora imbruttiti dalla vita ed è bello poter scrivere per loro. Aiuta ad immergersi ancora in quel mondo dell'infanzia troppo spesso dimenticato o messo da parte. Sicuramente mi piacerebbe scrivere ancora testi per i più piccini. Proprio in questo momento sto lavorando ad un progetto fantasy per un target di età maggiore, anche se rientra comunque nella letteratura per ragazzi.
3) I racconti di Dimitri e l'asteroide hanno ambientazioni molto diverse fra loro, da dove trai l'ispirazione? Cosa stuzzica di solito la tua fantasia?
L'ispirazione in realtà arriva nei momenti più impensati e nasce dalle piccole cose del quotidiano. Ad esempio la storia su Claudio, il bimbo che voleva fare l'astronauta, è nata ascoltando l'oroscopo in televisione e quella di Dimitri da una domanda che mi è capitato di leggere su di una rivista: "Cosa c'è al centro dell'universo?". Poi è la fantasia che fa il resto.
4) Spesso nei tuoi racconti c'è una morale. Qual è il messaggio più importante che ti piacerebbe comunicare ai tuoi lettori?
Di messaggi da far arrivare ce ne sono tanti, ma credo che la cosa più importante da trasmettere ai bambini sia la voglia di inseguire i propri sogni, senza arrendersi mai.
5) Ti ricordi il primissimo libro che hai letto? Che età avevi? Ti ha lasciato un ricordo particolare?
Dunque, il primissimo libro che ho letto era uno di quei volumi cartonati con le scritte enormi che si regalano ai bimbi proprio piccoli. Credo di aver avuto all'incirca quattro o cinque anni, visto che ho imparato a leggere all’asilo. Parlava di una micina che andava allo zoo e dava da mangiare agli animali. Ricordo ancora col sorriso quel volume perché mi piaceva talmente tanto che avevo finito per impararlo a memoria. C'erano molte figure e amavo sfogliarlo la sera prima di andare a dormire.
6) Le tue storie hanno tutte un ambientazione fantastica. Il fantasy è il tuo genere preferito come lettrice? E come scrittrice?
Un genere preferito in realtà non lo ho. Amo il fantasy, ma anche i gialli, i thriller, gli horror e i romanzi storici. Sembrerà strano, ma davvero, leggo di tutto. Però come scrittrice, sì, preferisco il fantasy. Più che altro perché mi lascia libera di inventare tutto, ma proprio tutto, quello che mi salta in mente senza che mi debba preoccupare che possa essere reale oppure no.
7) Molti credono che scrivere racconti per ragazzi sia semplice perché non richiede l'invenzione di trame particolarmente sofisticate, tu cosa ne pensi?
Non credo che sia così. In effetti penso che sia molto difficile scrivere racconti per ragazzi, perché ci sono parecchie cose da tenere a mente: innanzitutto bisogna inventare dei mondi completamente nuovi di sana pianta, ed è più complicato che far agire i personaggi nel mondo reale che già tutti conosciamo. E poi bisogna creare dei personaggi e farli muovere in questi mondi facendo sembrare le loro personalità e le loro azioni perfettamente consone al nuovo ambiente che abbiamo creato. Di trame se ne possono ordire disparate, anche parecchio complicate, sia che si scriva per ragazzi, sia che lo si faccia per gli adulti. E' ovvio che nei racconti brevi non si può inventare trame troppo complesse, a prescindere dal target a cui ci rivolgiamo, altrimenti si rischierebbe di creare solo una gran confusione nella mente del lettore.
8) Sei una scrittrice esordiente: che idea ti sei fatta del mondo dell'editoria italiana? Cosa bisogna fare per portare il proprio romanzo all'attenzione di una Casa Editrice disposta a pubblicarlo?
Questo è un argomento piuttosto complicato. Ci sono molte persone in Italia che vorrebbero fare gli scrittori e, di conseguenza, sono nate parecchie case editrici che cercano di guadagnarci sopra. Bisogna stare attenti, rivolgersi esclusivamente a quegli editori che sono chiari a riguardo e che pubblicano non a pagamento. Io sono stata molto chiara sin dall'inizio con le case editrici a cui mi sono rivolta e sono riuscita a ricevere ben due proposte non a pagamento da due case editrici differenti. Il mio consiglio è d'informarsi prima d'inviare il proprio manoscritto, non solo sul pagamento di un'eventuale pubblicazione, ma anche sul target a cui la casa editrice si rivolge e sul tipo di opere che cerca. In modo da non mandare a casaccio il proprio testo ed evitare di far perdere tempo a voi scrittori e alle case editrici oneste, già sommerse di lavoro.
9) Che progetti hai per il futuro? Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Come dicevo prima, sto lavorando ad un romanzo fantasy per ragazzi (dai 14 anni in su). Si tratta di un progetto piuttosto ambizioso perché la trama è abbastanza complessa, a differenza di quelle più semplici incontrate nella raccolta di racconti. Spero vivamente di riuscire a completare il libro entro la fine dell'estate prossima. Poi, per dopo, ho già un'altra idea in mente: un romanzo per bambini (dagli 8 anni in su questa volta) davvero molto carino che ha come protagonisti una bambina e il suo gatto e tanta fantasia. Poi si vedrà cos'altro mi verrà in mente.
Grazie per il tempo che ci hai dedicato.
Grazie mille a voi per l'intervista e l'attenzione che mi avete dato. Per un'esordiente è davvero molto importante.
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