Recensione
Premessa: l'edizione del romanzo che ho letto e che mi appresto a recensire è l'Urania numero 1214 datato 19-9-1993, da quel che so diversa dalla versione Einaudi Stile Libero, che mi sembra abbia accorpato a questo il secondo episodio della trilogia de "La notte del Drive-in".
Detto ciò, passo a riconoscere a Lansdale una fantasia degna di Stephen King, al netto di quell'autocompiacimento che a me personalmente fa mal digerire il "Re". Per questo "La notte del Drive-in", nonostante vari difetti, mi è piaciuto. Purtroppo, della sconfinata bibliografia dell'autore texano ho letto solamente questo romanzo e "Mucho Mojo", ma al più presto possibile cercherò di rimediare.
Chiaro omaggio ai "B-movie" che poi fecero la fortuna di Tarantino & Co., "La notte del Drive-in" inizia con una tranquilla serata a base di horror movie all'"Orbit", un enorme drive-in da tempo oggetto del desiderio del protagonista narrante e i suoi tre amici. La serata è quella giusta e tutto sembra filare liscio, quando ad un certo punto un meteorite squarcia il cielo notturno a metà della proiezione di "Utensili per l'omicidio" (il titolo originale americano è "The Toolbox Murders", pellicola diretta nel 1978 da Dennis Donnelly e interpretata da Cameron Mitchell. Nel libro il titolo è opera del traduttore, all'oscuro della localizzazione italiana "Lo squartatore di Los Angeles"). Da quel momento una specie di bolla nera e acida circonda il drive-in, isolandolo dal mondo esterno. La gente al suo interno all'inizio aspetta con fiducia la liberazione e nell'attesa si gode la visione degli horror a rotazione, cibandosi delle classiche schifezze da cinema tipo pop-corn, hot-dog e bibite varie. Ma col passare del tempo, vedendo che nessuno arriva a salvarli, incattiviti prima da un'alimentazione iperglicemica e poi dalla mancanza di cibo, i "prigionieri" si abbandoneranno alle più turpi violenze e prevaricazioni.
La linea che divide il genio dal cialtrone è sottile. Ancor di più lo è quando si parla dei "B-Movie". Lansdale rientra a mio parere nella prima categoria. Prosa spigliata e ironica quanto basta per raccontare le nefandezze compiute all'interno del drive-in alleggerendole ma senza renderle eccessivamente ridicole, protagonisti ben disegnati e una storia che si fa leggere d'un fiato lasciando nel lettore sensazioni contrastanti. Insomma, la "Notte del Drive-in" disturba senza appesantire con inutili orpelli. Dritto al cuore della storia, senza tanti ghirigori, ma con una fantasia straordinaria nel creare situazioni parossistiche. C'è da riconoscere però una certa stanchezza verso la fine del romanzo, quasi come se l'accumulo di situazioni avesse portato l'autore in un vicolo cieco e questi non sapesse come chiudere la storia. La fantasia di Lansdale ha però portato ad un finale aperto che può scontentare, ma che rimane in linea con quanto accade per tutto il romanzo.
In conclusione, "La notte del drive-in" è un bel "B-Book", perfetto per questo periodo di fine estate, che si fa leggere velocemente senza cadere nelle trappole tipiche del genere, ma anzi sfruttandole per creare un atmosfera unica. Lansdale è un autore da seguire assolutamente. Menzione per la versione Urania: terribile. Impaginazione a due colonne che inficiano la lettura e traduzione perlomeno antiquata. Sarà anche un pezzo di storia al quale guardare con nostalgia, ma secondo me è da evitare.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La notte del drive in
- Titolo originale: The Drive-in
- Autore: Joe R. Lansdale
- Traduttore: Curtoni Vittorio
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 1993
- Collana: Urania
- ISBN-13: 8806170028
- Pagine: 143
- Formato - Prezzo: Brossura - 2,00 Euro (5.000 lire)
mmmm... geniale cialtrone? :D
Ho letto molto di questo autore e lo straconsiglio a tutti, recensore compreso. Oltre al ciclo di Hap & Leo, imperdibile, ci sono tante altre perle: La ragazza dal cuore d'acciaio, Freddo nell'anima, In fondo alla palude... E anche cose che caplavori non sono, ma godibili senz'altro.