Recensione
Sembra per il nuovo sovrano di Landover le eccitanti avventure che si era auspicato -e che forse ora vede con occhio diverso- non siano ancora finite: una mattina, infatti, Ben, Questor Thews e Willow scoprono di aver fatto sogni molto strani. Ben ha sognato il suo amico Miles nei guai; a Questor il sogno ha rivelato il luogo in cui sarebbero nascosti gli antichi libri di magia perduti da tempo, e che potrebbero ritrasformare il canino scrivano Abernathy in un uomo; il sogno di Willow, invece, non prospetta nulla di buono: l'Unicorno Nero, da sempre, è stato accompagnato da incredibili disgrazie. Invano Abernathy tenta di mettere in guardia gli amici sulle trappole che i sogni potrebbero nascondere: l'Alto Signore decide immediatamente di tornare a Chicago per timore che Meeks abbia intenzione di giocare un brutto tiro all'ex-collega, Questor si affretta a partire alla ricerca della magia perduta, e Willow vuole a ogni costo saperne di più sull'Unicorno, per cui si mette in viaggio verso Elderew per incontrare la madre.
Ancora una volta, peggio della precedente, qualsiasi tentativo (se mai c'è stato) di sdrammatizzare sul tema fallisce miseramente: il romanzo si prende tanto, troppo sul serio, e se qualche scambio di battute riesce a far sorridere, si avverte decisamente il peso di mille occasioni mancate per ridimensionare i toni. I personaggi, se si esclude il protagonista -banale ma coerente e approfondito, come ho avuto modo di dire nella recensione al primo volume-, sono più piatti che mai: Questor e Abernathy, il pasticcione e il sarcastico, i cui battibecchi avevano il potere di alleggerire una narrazione che già nel primo volume tendeva a prendersi troppo sul serio, hanno un ruolo pressoché inesistente, così come la silfide Willow, ancora una volta personaggio pateticamente scontato nella sua purezza e perfezione. Tornano anche la Strega e il drago Strabo, personaggi a dir poco macchiettistici nel loro procrastinare l'uccisione del protagonista quel tanto che basta per permettergli di fuggire e, già che c'è, di sottometterli. Uno dei personaggi con più spazio, la new entry Dirk Edgewood, caustico gatto parlante così pomposo da non essere divertente un quarto del più famoso collega del Cheshire, scioglierà sicuramente in un brodo di giuggiole qualsiasi gattofilo: Brooks non si risparmia nel mettergli in bocca i più aulici elogi alla razza felina.
Peccato che io detesti i gatti.
Che Brooks invece li adori, in ogni caso, dubito possa essere messo in questione: il mondo di Shannara è popolato da animali fantastici che hanno l'aspetto e l'essenza di felini.
Pollice verso, insomma, per il secondo romanzo della saga di Landover: confido molto poco nella capacità dei successivi di risollevarsi.
La saga di Landover è composta attualmente da sei volumi, cinque dei quali tradotti in italiano e pubblicati da Mondadori nello stesso anno d'uscita, mentre il sesto è attualmente inedito:
- Il magico regno di Landover (Magic Kingdom for Sale - SOLD!), 1986
- L'unicorno nero (The Black Unicorn), 1987
- Mago a metà (Wizard at Large), 1988
- La scatola magica di Landover (The Tangle Box), 1994
- La sfida di Landover (Witches' Brew), 1995
- A Princess of Landover, 2009
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: L'unicorno nero. Ciclo di Landover vol. 2
- Titolo originale: The Black Unicorn
- Autore: Terry Brooks
- Traduttore: Perria L.
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 1994
- Collana: Oscar Bestsellers
- ISBN-13: 9788804380115
- Pagine: 278
- Formato - Prezzo: Brossura - 9,50 Euro
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