L'autore
L'incapacità di Mykle Hansen ad avere una normale reazione è la chiave della popolarità della sua fiction surreale e del suo giornalismo neo-gonzo. E' l'autore dell'acclamata raccolta di racconti Eyeheart Everything, diverse dozzine di riviste, una rubrica di religione fai-da-te sul Portland Mercury e circa 50.000 righe in Pearl. Il nostro blog ha recensito Missione in Alaska, il suo primo romanzo. Rampaging fuckers of everything on the crazy shitting planet of the vomit atmosphere è la sua prima antologia di racconti satirici.
Il libro
"Cercano spesso di convincermi che gli esseri umani hanno bisogno della natura. E non di quella degli zoo e dei parchi, si badi bene, ma del selvaggio, caotico marasma di natura primordiale che c'è in Alaska. lo di una cosa sono certo: se gli esseri umani per stare bene giù a Seattle hanno bisogno che enormi orsi vadano in giro per l'Alaska a mangiare la gente, allora l'Alaska intera dovrebbe essere messa fuorilegge. Forse, quando in quello Stato si decideranno a sbattere fuori a calci quei quattro straccioni di eschimesi e cominceranno a cercare un po' di petrolio, allora avranno i soldi per importare qualche poliziotto come si deve dalle nostre città e mettere in riga gli orsi. Negli anni Cinquanta l'America era riuscita a mettere al suo posto la natura, ma poi torme di capelloni abbracciabalene si sono infilate nelle infrastrutture della società, indebolendola. È stato dichiarato un cessate il fuoco con la natura, ma lei proprio non capisce quando è il momento di fermarsi. È sempre alla ricerca di un nuovo scontro, e giuro sul cruscotto della mia Rover che con me ha trovato pane per i suoi denti. Sono un Homo Sapiens, io, e sono gli uomini che comandano su questo pianeta!" Il romanzo più folle e scorretto di uno dei maestri della "bizarro fiction".
L'intervista
Il testo dell'intervista in lingua originale lo trovate in fondo al post.
Scroll down for english version.
Ciao Mykle, grazie per averci concesso questa intervista.
Vorrei cominciare col farti i complimenti per il tuo libro, che ho trovato esilarante. Da dove arriva l'ispirazione?
Grazie a te, Valetta. Ma, mi dispiace, non saprei dire da dove arrivino le idee. Strane idee volano dentro e fuori la mia testa tutto il giorno come piccioni in un campanile. Io cerco di afferrare quelle più grosse prima che scappino.
Missione in Alaska è stato definito un esempio di Bizzarro fiction. Ultimamente questo genere letterario sembra essere considerato il più adatto per descrivere la società moderna. Che cosa ne pensi? Sei d'accordo?
Ad essere onesti, non sono sicuro che Missione in Alaska sia il miglior esempio di Bizzarro fiction. La maggior parte delle opere di questo genere, inclusi alcuni altri miei libri, sono molto più surreali e subcoscienti. Ma credo di preferire descrivere le condizioni all'interno del cervello della gente mentre si aggira per il mondo, piuttosto che descrivere il mondo stesso. Molta letteratura bizzarra si occupa di follia, istinti primordiali, tabù e altri meccanismi interni della mente.
Quando hai iniziato a scrivere? Hai sempre voluto scrivere romanzi surreali o hai cominciato con uno stile più tradizionale?
Giocavo con la macchina da scrivere di mia mamma quando a malapena sapevo sillabare, quarant'anni fa. Non sono sempre stato bravo a farlo, ma ho sempre scritto. Sembra io abbia un talento per aggiungere humour a qualsiasi cosa mi vada di scrivere, il che mi dà la libertà di seguire i miei capricci e sperimentare. Sono molto, molto annoiato dalla narrazione tradizionale e sono sempre alla ricerca di qualsiasi altra cosa una storia possa essere.
Il tuo stile di scrittura riflette il tuo atteggiamento verso la vita?
Alla mia età probabilmente dovrei saper dire qual è il mio atteggiamento verso la vita! Ma ancora non mi sono deciso. Una cosa che mi spinge a scrivere è che posso sperimentare diverse filosofie. "Se credessi in A, e supportassi B, cosa farei in una situazione come C?" Ma non ho trovato nessuna filosofia che superi questo test! Tutto ciò che posso fare è mettere in discussione tutto, e non aver mai paura di ridere.
C'è qualche particolare autore a cui ti ispiri? Qualcuno a cui vorresti essere paragonato?
Cito sempre Donald Barhelme quando mi fanno questa domanda. L'ho scoperto quand'ero giovane, riguardo a come un racconto può essere aveva idee più aperte, pazze e selvagge rispetto a qualunque altro autore avessi mai letto. Probabilmente la fase adulta della mia carriera è iniziata quando ho smesso di imitarlo pedissequamente. Ma se mi paragonaste a Barthelme, concludereste che è meglio di me sotto ogni aspetto. Sarebbe davvero imbarazzante! Quindi per favore paragonatemi invece a Jerry Jenkins, il ghost-writer della serie di romanzi cristiani apocalittici Left Behind. Sono molto più interessante di lui.
Marv, il protagonista di missione in Alaska, sembra un totale bastardo: arrogante, prevaricatore, sessista, inquinatore. Hai mai incontrato qualcuno come lui? Cosa faresti se Marv fosse il tuo capo?
Marv è un collage di diversi tipi di stronzo. Non ho mai incontrato qualcuno pessimo come lui, sebbene ogni imbecille che ho incontrato ha dato il suo contributo alla personalità di Marv. Non lavorerei per Marv, ma se Marv lavorasse per me lo metterei a capo dei venditori: lo adorerebbero.
Leggendo il tuo libro ho avuto l'impressione che a Marv non fosse lasciata alcuna possibilità di riscatto morale, al contrario mi è parso ti divertissi molto a fargli avere ciò che meritava. E' così?
Oh yes! Onestamente, non mi sono mai divertito tanto a scrivere come con questo libro. Ogni mattina strisciavo sotto la scrivania (avevo un problema alla schiena e ho scritto tutto il libro da disteso) e mi chiedevo "Marv potrebbe essere più cattivo? Potrebbe soffrire ancora di più?" Poi mi veniva in mente un modo, ridacchiavo tra me e iniziavo a scrivere. Ho sempre odiato un certo tipo di persone, e l'odio è seducente. Era quasi troppo facile. Non mi sono mai preoccupato del fatto che Marv potesse "crescere" o "cambiare" e "redimersi"; ci sono già abbastanza storie di quel tipo. Ma lo sforzo di Marv è quello di continuare a prendersi in giro, di continuare a credere di essere un eroe e un superuomo, a dispetto dell'evidenza schiacciante del fatto che è uno stupido perdente destinato a morire. E questa sua determinazione, idiota com'è, è ciò che amo di lui.
Possiamo considerare il tuo libro come una critica verso il modo in cui la nostra società tratta i suoi membri più deboli e la natura in generale o si tratta di un semplice racconto comico senza significati nascosti?
Se una persona ride leggendo i miei libri non mi importa di nient'altro. Ma per me questo libro è una critica all'antropocentrismo. L'amore di Marv per se stesso, la sua tracotanza, la sua incapacità di comprendere il mondo della natura, tutto ciò descrive la nostra maldestra specie umana e gli enormi errori che stiamo sempre facendo.
Marv ritiene che l'abuso di psicofarmaci possa risolvere ogni suo problema. L'abuso di questo tipo di medicinali è diventata un'abitudine diffusa. Perché ciò accade, secondo te?
Non è un opinione, ma un semplice fatto: le più grandi industrie farmaceutiche fanno miliardi vendendoci pillole, e sono molto bravi a farlo. Il messaggio delle loro pubblicità è: i farmaci risolvono i problemi. Corrompono dottori e ospedali per ridurre la pratica della medicina al semplice ingoiar pillole.
Credi ci sia una battaglia in corso tra specie umana e Natura? Se sì, chi vincerà?
Okay, seriamente: Uomo e Natura sono la stessa cosa. Le persone sono animali, anche se in grado di essere qualcosa di più.
Come individui possiamo essere molto saggi, ma in gruppo ci comportiamo come lupi. Se non siamo i grado di trascendere la nostra origine animale, allora faremo ciò che fa ogni specie: consumeremo tutte le risorse disponibili, fino a che improvvisamente non ci renderemo conto che la nostra popolazione è cresciuta oltre il limite sostenibile. Allora, inevitabilmente, l'umanità verrà ridotta dalla carestie guerra e malattie finché non saremo tornati di nuoco ad un livello sostenibile. Quando ciò accadrà, credo che tutta la popolazione non- umana sulla terra starà meglio... ma sarà una terribile tragedia per noi! La sola alternativa che vedo è smettere di fraintendere la crescita con la prosperità e gestire l'innegabile problema della sovrappopolazione. Vorrei saperlo dire in modo più divertente, ma le cose stanno così. E' il messaggio più urgente che posso darvi: la sovrappopolazione è il nostro più grande problema. Scarsità del petrolio, riscaldamento globale, estinzioni, povertà... questi sono solo sintomi.
Hai mai avuto qualche esperienza spaventosa con la natura? Come perderti in un bosco o incontrare un orso?
Ho avuto un avvelenamento da cibo in uno zoo una volta. Un'altra volta una donnola mi ha fatto la pipì nella scarpa. Ma questo è avvenuto al chiuso.
Stai scrivendo qualcosa di nuovo al momento? Puoi darci qualche anticipazione?
Ho in ballo diversi progetti: la biografia di un amico, una raccolta di buffe storie sulla morte e un libro su unicorni gay nello spazio. Non so ancora quale finirò per primo. Sto anche organizzando un tour per promuovere il mio ultimo libro, su un cannibale che mangia solo milionari. Tenete d'occhio il mio sito se volete sapere le novità.
Grazie ancora per la tua pazienza, ti facciamo i migliori auguri per la tua carriera di scrittore.
The Interview
Thanks for granting us this interview.
I’d like to start with making you my compliments for you book, which I found very hilarious. Where did you get the inspiration from?
Thank you, Valetta. But I'm sorry, I simply don't know where ideas come from. Strange ideas fly in and out of my head all day like pigeons in a campanile. I try to grab the fat ones before they escape.
Help! A Bear is eating me! has been defined an example of “Bizzarro fiction”. In recent times this literary genre seems to be considered the most suitable for describing modern society. What do you think about it? Do you agree?
To be honest, I'm not sure HELP! is the best example of Bizarro. Most of Bizarro, including some of my other books, are far more surreal and subconscious. But I think I would rather describe the conditions inside one person's brain as they move through the world than describe the world itself. A lot of Bizarro is interested with madness, primal urges, taboos and other deep inner workings of the mind.
When did you start writing? Have you always wanted to write “surreal fiction” or did you start with a more “traditional” style?
I used to play on my mother's typewriter when I was just old enough to spell, forty years ago. I wasn't always good at it, but I've always been writing. I seem to have a talent for adding humor to whatever I feel like writing about, which gives me freedom to follow my whims and experiment. I'm very, very bored with traditional storytelling, and I'm always searching for other things a story can be.
Does your writing style reflect your attitude toward life?
At my age I probably should be able to say what my attitude toward life is! But I'm still not decided. One thing that motivates me to write is that I can test-drive philosophies. "If I believed A, and stood for B, then what would I do in a situation like C?" But there is no one philosophy that I have found that can pass this test! All I can do is question everything, always, and never to be afraid to laugh.
Is there some particular author you take inspiration from? Someone whom you would like to be compared with?
I always mention Donald Barthelme when I'm asked this. I discovered him when I was young, and he had wider, wilder, crazier ideas of what stories can be than any other writer I've read. Probably the "adult" phase of my career began when I stopped slavishly imitating him. But if you compared me with Barthelme, you'd have to conclude that he was better than me in every way. That would be embarrassing! So please compare me instead with Jerry Jenkins, the ghost-writer of the Left Behind series of Christian apocalyptic romance novels. I'm much more interesting than him.
Marv, the protagonist of Help! A Bear is eating me!, seems a complete bastard: arrogant, prevaricator, sexist, polluter. Have you ever met someone like him? What would you do if Marv were you boss?
Marv is a pastiche of various kinds of asshole. I have actually never had to work with anyone as bad as him, although every jerk I've ever met made a contribution to Marv's personality. I wouldn't work for Marv, but Marv worked for me I would put him in charge of the salesmen; they'd love him.
While reading your book, I was under the impression that no possibility for moral redemption was given to Marv, on the contrary it seemed to me that you had some fun in giving him what he deserved. Is it so?
Oh yes! Honestly, I never had as much fun writing anything as I did with this book. Every morning I'd crawl underneath my writing desk (I had an injured back, and wrote the whole book lying down) and wonder "Could Marv be even more evil? Could he suffer even more?" Then I'd think of a way, chuckle to myself, and start typing. I have always hated certain kinds of people, and hatred is seductive. It was almost too easy. I never worried about whether Marv would "grow" and "change" and "redeem" himself; there are already enough stories like that. But Marv's struggle is to keep on fooling himself, to keep believing he's a hero and a superman, in the face of overwhelming evidence that he's a stupid loser who's going to die. And that determination, as foolish as it is, is what I love about him.
Can we consider this book as a criticism on the way some part of our society behaves towards its weakest members and towards Nature or is this just a comic novel without hidden meanings?
If a person laughs out loud while reading my books, I don't care about the rest. But to me the book is a critique of anthropocentrism. Marv's love of himself, his hubris and his inability to grasp a natural world, all of this describes our bumbling human species and the big mistakes we're always making.
Marv thinks that the abuse of psychotropic drugs can solve all his problems. Misuse of this kind of medicine is becoming a widespread habit. Why is this happening, in your opinion?
No opinion, just a fact: the largest pharmaceutical firms make billions of dollars selling us pills, and they're very good at it. The message in all their advertisements is: Drugs Solve Problems. They bribe doctors and hospitals to pervert the very practice of medicine itself into nothing but pill-chewing.
Do you think a battle is ongoing between Man and Nature? If yes, who’s going to win?
Okay, seriously: Man and Nature are the same thing. People are animals, yet capable of being more. As individuals we can be very wise, but in groups we act like wolves. If we can't transcend our animal nature, then our species will do what every species does: we'll consume all available resources, until we suddenly find our population has grown beyond the carrying capacity of our environment. Then, inevitably, human population will be reduced by famine, war and disease until it reaches a sustainable level again. When that happens, I think all the non-human life on earth will be better off -- but it will be a terrible tragedy for us! The only alternative I can see is that we quit mistaking growth for prosperity, and instead deal with the undeniable problem of overpopulation. I wish I knew a funnier way to say that, but there it is. It's the most urgent message I can give you: human overpopulation is our largest problem. Peak Oil, Global Warming, extinctions, poverty ... these are all just symptoms.
Have you ever had some frightful experience with nature? Such as getting lost in a wood or meeting a bear?
I got food poisoning at a zoo once. Another time, a weasel urinated on my shoe. But that was indoors.
Are you writing something new at present? can you give us some anticipation?
I have several projects going: a biography of a friend, a collection of funny stories about death, and a novel about gay unicorns from outer space. I'm not sure which will be finished first. I'm also organizing a book tour to promote my most recent novel, about a cannibal who only eats millionaires. Keep an eye on my website if you want to know the latest news -- http://mykle.com.
Thank you again for your helpfulness and patience, our best wishes for you writing career.
0 Commenti a “Intervista a Mykle Hansen, autore di Missione in Alaska”
Posta un commento