Recensione
Capita a volte di mettersi a preparare un dolce seguendo la ricetta alla lettera con tanta attenzione da arrivare ad avere la certezza di aver preparato un piatto perfetto, per poi scoprire, con grande delusione, che la torta in forno si è sgonfiata. Una sensazione simile è quella comunicata dalla lettura de Il sentiero di rose: gli ingredienti base di un classico racconto giallo ci sono tutti, eppure il risultato finale è un po' deludente.
Non basta prendere un misterioso serial killer, farlo tornare in azione dopo quattro anni di inattività, affiancargli l'esperto commissario amareggiato dalla vita che con il crudele omicida ha un conto in sospeso e intrecciare la loro storia con i drammatici ricordi di uno psicologo (o psichiatra? non è chiaro...) ritiratosi a vita privata, per creare una storia coinvolgente che tenga il lettore in tensione fino alla fine. Se non si aggiunge personalità e vigore ai personaggi e non si cura l'intreccio nei dettagli si rischia di produrre una vicenda stereotipata, copia sbiadita di una qualsiasi puntata di uno degli infiniti serial polizieschi che popolano i canali tv. I protagonisti de Il sentiero di rose si comportano esattamente come ci si aspetterebbe da loro, ogni mossa è prevedibile, così come le loro conversazioni che risultano al tempo stesso scontate e poco naturali perché espresse in modo formale, con troppi dettagli: tutti si dicono tutto, subito e molto educatamente, non c'è mai conflitto, mai tensione, mai qualcosa di lasciato non detto anche quando sarebbe del tutto logico che ci fosse.
Il fatto che i personaggi sembrino tutti desiderosi di parlare, raccontare, spiegare non aiuta a rende avvincente una trama già di per se molto semplice che si muove da sola verso la sua naturale conclusione, tanto che gli unici elementi che riescono vagamente a depistare il lettore dall'indovinare subito il colpevole sono dovuti più a incongruenze nella narrazione che all'effettiva difficoltà nel decifrare il rompicapo. Ci sono infatti errori abbastanza evidenti, alcuni curiosi ma tutto sommato innocui ai fini della trama (perché mai uno studente di ingegneria dovrebbe scrivere una tesina su un romanziere?) e altri più dannosi come uno dei protagonisti che prima vive in un palazzo fatiscente in un quartiere malfamato e poi in un normalissimo appartamento in tutt'altra parte della città o il mancato legame tra le modalità di uccisione del serial killer e le ragione che l'hanno portato ad uccidere.
L'impressione è che l'autore abbia un atteggiamento scolastico verso la sua opera: si percepisce la volontà di fare le cose "seguendo le regole" ma in questo modo si sacrifica il guizzo creativo, la storia rimane piatta, lo scrittore stesso pare non esserne coinvolto, tanto da perdere per strada elementi fondamentali della narrazione.
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Il sentiero di rose
- Autore: Marcello Gagliani Caputo
- Editore: CIESSE Edizioni
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: Black & yellow
- ISBN-13: 9788897277101
- Pagine: 184
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 15,80
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