Tempo pochi giorni e,della zebra ferita, dell'orango e della iena non resta che qualche osso cotto dal sole. A farne piazza pulita è stata la tigre con cui Pi, giovane indiano senza più famiglia, è ora costretto a dividere i pochi metri di una scialuppa. Contro ogni logica, il ragazzo decide di ammaestrarla.
Con l'ingegno, con la forza di uno spirito caparbio e visionario Pi affronta la sua grande avventura.
Ed è un viaggio straordinario, appassionante e terribile, ispirato,spiazzante, ironico e violento, che trascina il lettore fino all'attimo in cui il sipario si leva sull'ultimo, agghiacciante colpo di scena.
Recensione
Vita di Pi è un titolo ingannevole: il libro non racconta in effetti che un periodo limitato della vita di Piscine Molitor Patel, autoribattezzatosi 'Pi' per sfuggire a un destino di prese in giro. Con dei flashback e qualche squarcio nel periodo successivo, il racconto è costituito da pochi mesi, per quanto in effetti quel periodo limitato sia abbastanza intenso da condizionare una vita intera.
Una famiglia indiana, il cui padre e marito ha uno zoo a Pondicherry, decide di trasferirsi in Canada quando l'orizzonte politico dell'India sembra sfiorare la guerra civile verso la fine degli anni '70 e Indira Gandhi proclama lo stato d'emergenza, limitando alcune libertà civili. La fuga verso il Canada della famiglia Patel era una fuga verso un mondo nuovo, una terra promessa.
Anzi, sempre in tema biblico, una partenza in stile 'arca di Noè', visto che sulla nave con cui salpano verso una vita nuova si imbarcano anche parte degli animali dello zoo che il padre di Pi deve consegnare in America dopo averli venduti.
La nave giapponese - il cui nome, curiosamente, 'Tsimtsum', indica nella Qabbalah il momento dell'inspirazione divina che precede il soffio della creazione - soccombe a una tempesta che lascia Pi in balia delle onde nel bel mezzo dell'immenso Pacifico, in compagnia di una zebra con una zampa rotta, di una iena, di un gorilla e soprattutto di una tigre.
La storia successiva è quella dei mesi passati in balia delle onde e di una tigre con la quale la convivenza non è certo facile: Pi per sopravvivere deve esplorare - e si tratta di un adolescente - i propri lati oscuri, quelli 'animali' e istintivi.
La navigazione nel deserto d'acqua del pacifico è segnata dai progressi della convivenza tra il ragazzo e la tigre, che riesce ad addomesticare, creando una convivenza, un equilibrio provvisorio.
Un ruolo centrale - ed è questo che si presenta come il nucleo del libro - ha nelle meditazioni, rese obbligate dalla solitudine e dalla situazione, di Pi la risposta religiosa alla domanda che attanaglia il protagonista: qual è il senso del dolore e di una disgrazia come la sua, la perdita della famiglia e la salvezza momentaneamente affidata alla generosità di una tigre? Qual è il senso della vita stessa?
Figura a metà tra Giobbe, sul quale si abbatte l'ira divina come prova per la sua fede, e Giona, il profeta che finisce per salvarsi dopo essere stato inghiottito da una balena, Pi sperimenta tutte le sfumature della sofferenza, fisica, morale e spirituale, forte solo del confronto che precedentemente - con grande maturità rispetto alla sua età - aveva creato tra le religioni presenti in India, induismo islam e cristianesimo.
La presenza e la dipartita di ognuno degli animali sulla scialuppa acquista un significato simbolico, così come la prova di sopravvivenza con gli scarsi mezzi presenti sul natante e in mare; anche l'incontro con una sorta di isola galleggiante fatta di alghe, che si rivela essere un ingannevole paradiso terrestre nel deserto d'acqua, e poi con un altro naufrago mostrano le insidie nascoste di una natura bellissima e terrificante insieme, pura nel suo essere aldilà di ogni giudizio morale.
>Su questo piano la sfida più difficile per Pi è quella di non perdere la propria umanità, ciò che lo distingue dalla belva con cui è costretto a dividere la scialuppa. Solo a una spiritualità induista in senso lato, aperta al sincretismo e pacifista ma non passivamente apatica, si può adattare un atteggiamento come quello del protagonista, perennemente in bilico tra rassegnazione e ribellione contro un destino orrendo e inspiegabile.
Detto questo, però il vagabondaggio si dilunga troppo e per quanto sia ben scritta tutta la vicenda risulta alla fine di stampo 'buonista', con un lieto fine che sembra pensato già per un film hollywoodiano. Quando il lettore, dopo qualche centinaio di pagine, è riuscito a credere alla storia del naufragio, ecco che viene fuori una verità alternativa che trasforma tutta l'avventura in una metafora così esemplare da renderla didascalica e moraleggiante.
Come romanzo a chiave, visto che l'autore sente di doverne dare nella conclusione una spiegazione esplicita, funziona poco.
Giudizio:
+2stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Vita di Pi
- Titolo originale: Life of Pi
- Autore: Yann Martel
- Traduttore: Clara Nubile
- Editore: Piemme
- Data di Pubblicazione: 2004
- Collana: Bestseller
- ISBN-13: 9788838482540
- Pagine: 379
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 15,90
Totalmente d'accordo con la recensione.