Recensione
Ammetto di essermi avvicinata a questo secondo romanzo di Massimo Cortese con un pregiudizio positivo: adoro infatti quelle storie che ci riportano indietro nel tempo, raccontando di un'Italia appena passata ma che già non c'è più.
Da questo punto di vista Non dobbiamo perderci d'animo è stato all'altezza delle aspettative: Cortese ci riporta nell'Italia degli anni '40 e '50 ripercorrendo il dramma della guerra, la paura e la fame che caratterizzarono quegli anni e quelli che immediatamente seguirono, attraverso la vita della madre nell'Ancona distrutta dai bombardamenti. Ogni piccolo racconto è una sorta fotografia un po' sbiadita che ci permette di affacciarci seppur brevemente su una vita faticosa e a volte tormentata, fatta di piccole gioie e molte difficoltà, in cui si rispecchia il coraggio di tutto un popolo che lotta per andare avanti. Il filo conduttore di ogni storia è proprio quella capacità tutta italiana di non perdersi d'animo, di affrontare ogni difficoltà a testa alta, sapendo che la vita deve continuare.
A questo tema si affianca nuovamente quello dell'educazione, che era il tema principale del primo romanzo di Cortese, Candidato al Consiglio d'Istituto, e che qui viene riproposto soprattutto nei racconti che formano la seconda parte del libro, dove l'autore abbandona la figura della madre, esempio unico di forza d'animo e generosità, e sposta la sua attenzione su soggetti diversi: ragazzini spaventati dalla vita, studenti di belle speranze e persino un assassino. Si tratta di piccole storie che racchiudono contemporaneamente sprazzi di tragicità e ironia, vicende che in apparenza non hanno nulla in comune ma che si muovono tutte lungo i binari di un percorso di vita animato dalla volontà di riscatto, la capacità di crescere e maturare traendo insegnamento dai propri sbagli.
Con questa raccolta di racconti Massimo Cortese fa decisamente un passo avanti rispetto al suo romanzo d'esordio. Abbandonando la forma del diario, l'autore dimostra di saper comunicare col lettore con passione, senza che questo vada a scapito della comprensibilità, come accadeva in precedenza. Cortese non ha rinunciato a parlare delle tematiche che più gli stanno a cuore ma ha imparato a lasciare che i protagonisti dei suoi racconti si facciano portavoce dei suoi pensieri attraverso le loro azioni, i loro errori e le loro paure. In questo libro l'autore dimostra di saper evocare in poche righe le atmosfere che hanno caratterizzato un'epoca, qualità essenziale perché un racconto sia efficace, cosicché il lettore viene conquistato senza che neppure se ne renda conto.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Candidato al consiglio d'istituto
- Autore: Massimo Cortese
- Editore: Montag
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: Le Fenici
- ISBN-13: 9788896793176
- Pagine: 71
- Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro
recensione ottima perchè corrisponde pienamente e onora il libro, che io ho già letto e che "ritrovo" in queste sue parole
oriana bartolini
Grazie, ho cercato di trasmette il più possibile lo spirito le libro.
Valetta