Recensione
Siamo nel mondo della Società. Un'ambientazione orwelliana in cui gli individui sono regrediti ad automi, macchine quasi perfette che hanno sconfitto le malattie e parcellizzato ogni singolo aspetto della vita quotidiana. Le ore della giornata sono pedantemente destinate a occupazioni prestabilite; l'alimentazione è funzionale al nutrimento e gli stessi cibi sono distribuiti dalla Società; tutto, dai mestieri alle relazioni personali, è calcolato statisticamente e assegnato ai cittadini dalle avanzate tecnologie informatiche, che in particolare analizzano il loro patrimonio genetico per combinare (to match: è questo il significato del titolo) i matrimoni più favorevoli, i quali vengono comunicati agli interessati durante la cerimonia d'Abbinamento dopo il compimento dei diciassette anni d'età. Non c'è spazio per il sentimento: le coppie sono stabilite per il puro scopo procreativo; né c'è spazio per il caso o per qualsiasi imprevisto: persino la morte è programmata, precisamente al compimento degli ottant'anni.
Questa l'ambientazione, un meccanismo preciso come un orologio svizzero; ma ogni distopia è caratterizzata da un'anomalia che inevitabilmente verrà a turbarne l'equilibrio, e in questo caso si tratta di Cassia, la diciassettenne protagonista del romanzo. Cassia si prepara a un tranquillo futuro programmato, reso ancor più roseo dalla profonda confidenza che la lega al suo promesso, l'amico d'infanzia Xander, ma per un momento la microscheda con i dati relativi al suo abbinamento le restituisce un viso che conosce bene, e che non è quello di Xander: è Ky, un suo conoscente, dichiarato Aberrazione a causa di una colpa commessa dal padre. Cassia, pur ritrovandosi a pensare un po' troppo spesso a Ky, decide di non dar peso all'incidente, presa com'è dall'avvicinarsi dell'ottantesimo compleanno dell'amato nonno, il quale, com'è previsto, si spegnerà serenamente attorniato dai suoi affetti. Le ultime parole del nonno per la ragazza sono un segreto: all'interno del portacipria che le ha regalato diversi anni prima, appartenuto alla nonna, si cela un foglietto che riporta due antichi componimenti esterni al canone di Cento Poesie tramandato dalla Società; ed è cullata dal dolce ritmo delle parole di Dylan Thomas [non andartene docile] che la coscienza di Cassia inizia a risvegliarsi.
Ammetto di essermi avvicendata a Matched con diversi pregiudizi, ammonita dalla minaccia, letta qua e là, di ritrovarmi davanti l'erede di Twilight. Non è stato così: il romanzo di Ally Condie manca di patetismo, e il messaggio di fondo è estremamente positivo in quanto fa da sprone alla ricerca dell'autonomia e della libera espressione. Cassia, la protagonista, rappresenta il desiderio d'indipendenza, l'affermazione della volontà individuale; lontana anni luce dall'annullarsi per un morboso sentimento d'amore, tutto ciò che prende coscienza di desiderare è una timida libertà di decidere chi amare: il vedere il viso di due persone nella microscheda, la tenue possibilità di un errore, le ha per un momento fatto capire che la vita può prendere strade diverse. Un romanzo onesto, che non promette nulla di più di ciò che semplicemente dà: una delicata storia di formazione, che non manca di scivolare in qualche cliché, ma per compenso si salva da molti; Cassia è affascinata da Ky (che preferisce al più desiderabile Xander) non perché il ragazzo sia diverso, misterioso o tenebroso: sono la sua tristezza e la sua solitudine ad attrarla. L'amore negato, in ogni caso, è solo un ingrediente della ricerca di libertà, non di certo il fulcro attorno cui ruota la storia, per nulla melliflua o svenevole, ma anzi venata di una delicata malinconia che mai scade nella facile trappola del lacrimevole.
Non si può ignorare che il target cui Matched si rivolge è di giovane età, pertanto ne risulta penalizzata la gravità del contesto in cui l'azione si svolge: manca, di fatto, una realistica resa degli effetti del plagio operato dalla Società. La protagonista, che in questo caso è anche la narratrice in prima persona, vive in un mondo con personalissime regole etiche: regole che, essendo state completamente assorbite, il punto di vista del narratore non può mettere in discussione; la voce di chi vive in un mondo in cui il cibo viene distribuito dalla Società e scelto in base alle prestazioni non può evidenziare che non si mangia per gusto: non dovrebbe nemmeno essere a conoscenza del fatto che esista la possibilità di mangiare per gusto. Gli interventi del narratore, che vogliono additare al giovane lettore la totale mancanza di libertà del contesto narrativo per mezzo di continui confronti con un mondo reale che nella storia non esiste o è esistito molto precedentemente, risultano superflui e dannosi nel romanzo di un genere che si basa tutto sul meccanismo dello straniamento. Sempre in linea con il target, lo stile dell'autrice non è nulla di eccelso: molto semplice, anche se non povero e, a tratti, quasi poetico. Considerando che il romanzo è il primo di una trilogia (il secondo volume, Crossed, dovrebbe uscire in patria nel novembre 2011), intravedo un bel margine di miglioramento.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Matched. La scelta
- Titolo originale: Matched
- Autore: Ally Condie
- Traduttore: Pellegrini S.
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Lain
- ISBN-13: 9788876251160
- Pagine: 351
- Formato - Prezzo: 18,50 Euro
Ho letto il libro e questo è il mio commento:
L'idea di una società del futuro organizzata in modo tale da impedire le scelte personali degli individui è molto buona, ma a mio parere non è stata sfruttata al meglio. I primi capitoli sono interessanti perchè ti illustrano la realtà del libro, gli ultimi poi sono belli perchè sono dinamici e coinvolgenti. Tutti i capitoli intermedi invece risultano piuttosto monotoni e poco interessanti, ricchi di belle descrizioni, ma di poca azione. Speriamo che i prossimi libri siano migliori.
Conosco moltissimi ottimi libri che si basano proprio sulla mancanza d'azione; il problema non è tanto questo, credo che il libro avrebbe potuto reggersi benissimo sulla quotidianità di Cassia se essa avesse rimandato implicitamente al contesto senza che l'autrice si sentisse in dovere di sottolineare continuamente le differenze dal nostro mondo al suo (ci sono pagine in cui la narrarice metaforicamente non fa che dire 'Vedete, da noi manca la libertà. Funziona così'. E' il motivo per cui ho citato l'esempio del cibo).
E' per questo che la lettura degli young adult spesso mi irrita: invece di abituare i lettori adolescenti a letture più pregne, anche più arzigogolate stilisticamente, scrittori ed editori preferiscono non rischiare e appiattire tutto mantenendo i lettori su un livello basso. Ma perché? Essere adolescenti non vuol dire certo essere scemi.
Ho letto l'anteprima e bellissimo....ora voglio leggerlo tutto il libro mi ha attirato molto....