Recensione
Un poliziotto che sconta la sua accelerata nomina con il più grave dei peccati, l'omertà; un imprenditore sinistro che segue fedelmente la sua specifica e personale morale; una donna alcolizzata e mezza pazza, vittima delle visioni di una mente che non riconosce più come propria; un vecchio guardone, bambino dentro, che vive ai limiti della cittadina e della società; una banda di ragazzini troppo annoiati per passare per teppisti; un adolescente abbandonato a se stesso, che legge Tolstoj, guarda film russi di 4 ore e come passatempo sperimenta il kamasutra; una adolescente abbandonata a se stessa, mangiata viva dal bisogno di concedersi a chiunque - in una grigia e anonima cittadina, sventrata dal più feroce postindustrialismo, questi personaggi si muovono come anime in pena, senza esser tuttavia mossi da tormento, quanto, piuttosto, dalla noia, una noia che rende pazzi, che intossica e crea dipendenza. E quando cinque ragazzini spariscono, uno dopo l'altro, ognuno di questi personaggi finisce con lo scoprire la parte inevitabilmente oscura di sé. Ma solo a pochi eletti spetta la redenzione.
Glister è un romanzo davvero anomalo. In un contesto provinciale extraurbano, che fa l'occhiolino alla critica sociale, si innesta il nodo narrativo di un romanzo apparentemente noir, con un fuoco multiplo sorprendentemente potente, capace di scavare nella personalità dei personaggi coinvolti, e con una progressiva e ben presto definitiva virata verso il surreale. Non si può dire che sia un thriller, dunque, né tuttavia pare essere fino alla fine un romanzo di critica sociale; a ben vedere, nel suo mutare continuamente forma, insieme al punto di vista della narrazione, l'unico aspetto a rimanere costante è quello psicologico - ecco, dunque, sarebbe più giusto dire d'esser davanti ad un romanzo psicologico. Un romanzo psicologico particolarmente coraggioso, che tiene incollato il lettore e alla fine lo fa affogare in una spirale di nonsense, allucinazione ultima di un processo d'intossicazione iniziato con la prima pagina.
Certo, qualcosa non mi ha proprio convinto, e anche parecchio. Sarà anche legittimamente funzionale a rappresentare l'alienazione dei personaggi, ma quella virata surreale che prende la storia non può convincere del tutto. Gli interrogativi rimangono, le perplessità pure, soprattutto per tutti quei piccoli dettagli di realismo che non possono esser tralasciati: i personaggi agiscono in vario modo, ma sembra che l'autore dimentichi tutte le ovvie e inevitabili conseguenze delle loro azioni. Il protagonista, Leonard, sparisce per giorni, lasciando in casa il padre morto, e nessuno sembra farvi caso. Non è plausibile. Così come non convince pienamente l'altrimenti brillante caratterizzazione di Leonard, adolescente atipico dall'inverosimile maturità.
Credo che, alla fine, questo sia un romanzo del quale si possa dire tutto e il contrario di tutto. Che possa piacere e lasciare indifferenti, affascinare e fare schifo. Forse proprio per il suo voler essere, a tutti i costi, una storia ai margini: ai margini della realtà, del "mondo là fuori", del verosimile, del normale.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo originale: Glister
- Autore: John Burnside
- Traduttore: E. Terrinoni
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: Le strade
- ISBN-13: 9788864110844
- Pagine: 309
- Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18,50 Euro
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