Recensione
Perché le cose, in sé, non sanno a chi appartengono. Non fanno alcuna resistenza, a parte quella puramente fisica, all'uso che noi esseri umani possiamo fare di esse. Gli animali e gli esseri umani invece a chi appartengono lo sanno e possono opporre una deliberata resistenza a qualunque tentativo di uso che giudichino improprio.
Considerata sotto il profilo della fisiologia, la storia di Giulietta e Romeo è fatta di qualche coito e di due intossicazioni. Non è che sia sbagliato, solo che non è l'unico modo di vederla.
L'Italia, si sa, è il paese dei CT stravaccati sul divano. Dal di qua dello schermo televisivo, in canottiera e con la Moretti in bilico sul ventre, tutti sono bravi a imprecare contro l'allenatore incapace che ha messo in panchina Verdi per lasciare in campo quell'impedito di Rossi, ormai buono solo per il Balilla.
E' un po' questo lo spirito di Paolo Brera (scrittore, professore, traduttore e giornalista), e il titolo del suo libro è programmatico: Sparare nel mucchio. Scritti di tuttologia applicata.
Trattasi infatti di una raccolta di quattordici brevi saggi di natura varia:
- La pessima fama degli spartani generata dalla propaganda diffamatoria ateniese;
- Il concetto di proprietà;
- Uomo ed evoluzione;
- Noia e letteratura fantastica;
- Riflessioni sulla rivolta dei Taiping in Cina, sulla guerra di Crimea e sulla guerra civile americana;
- Immigrazione e tolleranza;
- Riflessioni sull'intolleranza che divagano in questioni di logica linguistica;
- Disquisizioni sofistiche sul concetto di plurale;
- Concetto di corpo e personalità, che si ricollega parzialmente al secondo saggio e che, nella seconda parte, contiene riflessioni identiche a quelle del saggio precedente;
- Mark Twain e il tema dell'impostura;
- Scambi, doni e monete nell'antichità;
- Riflessioni sulla finzione televisiva e sui diversi livelli della realtà;
- Storia del caffè, dei caffè e dell'otium: articolo tratto da una presentazione per l'inaugurazione di un bar.
Particolarmente interessante il punto di vista, di tanto in tanto discutibile, esposto nel lungo saggio sulla guerra di Secessione: secondo l'autore, le condizioni in cui versavano gli schiavi in alcuni stati del Sud non erano così misere come la storiografia nordamericana ha sempre sottolineato (torna il tema, già affrontato nel primo saggio su Sparta e Atene, della storia scritta dai vincitori), e a tal proposito Brera esplicita un po' infelice paragone con i suoi antenati del Lombardo-Veneto che di fatto lavoravano più ed erano peggio nutriti - paragone ripreso anche a proposito della frequenza delle esecuzioni.
I saggi, dal taglio ironico che talvolta richiama l'eloquenza sarcastica di Cortàzar, fanno esattamente ciò che il titolo annuncia: sparano nel mucchio. Gradevoli e ben scritti, alcuni sono veri e propri articoli di giornale, altri più intellettuali chiacchiere da salotto, ma tutti catturano l'attenzione e strappano qualche riflessione. Che li si condivida o meno, o che si apprezzi o meno la natura eclettica della raccolta e la tendenza a divagare dei singoli saggi, è un altro paio di maniche. Proprio per questo sospendo il normale giudizio in stellette che solitamente segue ogni recensione su questo blog.
Dettagli del libro
- Titolo: Eos. Sparare nel mucchio. Scritti di tuttologia applicata
- Autore: Paolo Brera
- Editore: Discanti
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Piedi
- ISBN-13: 9788895432144
- Pagine: 148
- Formato - Prezzo: Brossura - 13,00 €
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