Vive a Manhattan, lavora a Wall Street e con i colleghi Timothy, David, Patten e Craig, frequenta i locali più alla moda, le palestre più esclusive e le toilette dove gira la migliore cocaina della città, discutendo di nuovi ristoranti, cameriere corpoduro ed eleganza maschile.
Ma la sua vita è ricca di particolari piuttosto inquietanti e quando le tenebre scendono su New York, Patrick Bateman si trasforma in un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato.
Recensione
Se questo romanzo e il suo protagonista si possono considerare un epitome degli anni '80, il decennio degli Yuppies, quello che ne viene fuori è l'immagine di un mondo che assomiglia molto a un catalogo pubblicitario estremamente patinato. E ricoperto da uno strato denso e viscoso di sangue, interiora umane e brandelli di materia cerebrale: Pat Bateman rientra nella categoria letteraria dei personaggi con doppia personalità, indossa una maschera di rispettabile successo sociale su una abisso di disperazione e crudeltà. Si tratta comunque di una maschera di lusso, degna di un esteta raffinato.
All'estetismo decadente e leccato di certi modelli letterari - per esempio quello di Des Esseintes di A rebours - si incrocia quello di altri modelli, sempre letterari, nel genere del duo Jekyll-Hyde di Stevenson: il risultato è un personaggio, più che una persona, che associa allo sdoppiamento consapevole della personalità un raffinato senso del glamour, al limite della svenevolezza.
Un serial killer psicopatico, che uccide solo con lame firmate. La trama non esiste: è semplicemente il diario in prima persona - tranne alcuni frammenti in cui il narratore vede se stesso dall'esterno in preda al delirio da dissociazione - di un dandy di professione, nella città dentro la città più cool da sempre, Manhattan, che a tempo perso lavora come simil-broker a Wall Street.
Lo scenario è ristretto e si limita - con l'eccezione di una breve parentesi negli Hamptons per una vacanza con la fidanzata occasionale, Evelyn - a Manhattan, tra downtown e uptown.
Il su è giù rispecchia l'andamento altalenante dei suoi deliri. Che le sue nevrosi sanguinarie - nei cui dettagli splatter l'autore indulge senza risparmiare nulla agli stomaci più deboli, dal sadismo al cannibalismo - siano da considerare sublimate più che reali lo indica lo stanco andamento descrittivo con cui questi orrori vengono spiattellati: metodicamente come descrive nei dettagli, quasi fosse una sorta di autismo fashion, l'abbigliamento indossato da lui e dai suoi amici, Bateman riporta i particolari truculenti delle sue esplosioni 'gore'.
Il fatto che per i suoi amici lui rimanga sempre 'il bravo ragazzo della porta accanto' aumenta solo la sua frustrazione e l'efferatezza degli omicidi.
La vena assassina dello yuppie rampante e classista emerge a poco a poco dalle fessure di una vita programmata, strutturata e ingabbiata da convenzioni e regole non scritte - Bateman è un'autorità riconosciuta nella sua cerchia di conoscenti in fatto di eleganza e stile, un novello Petronio Arbitro o Lord Brummel - e al lettore rimane a lungo il dubbio se si tratti di una nevrosi trasformata in visioni oppure di azioni reali.
Dovrebbe essere il modo in cui Pat Bateman urla al mondo il vuoto pneumatico che costituisce la sua vita: le sue uniche vere occupazioni sono trovare un locale abbastanza 'in' da prenotare per la sera, avere un pusher a disposizione per fare il giusto mix di cocaina e ansiolitici, abbinare scarpe e cravatte al completo indossato. Al di là di queste paranoie che assumono la forma di veri e propri incubi a occhi aperti, da cui Bateman non riesce a svegliarsi perché vive in un mondo che lo ignora nonostante tutto, del protagonista non sappiamo nulla. Della sua famiglia - una madre affetta da demenza senile e sepolta viva in un ospizio e un fratello più piccolo di cui invidia l'indipendenza - non viene raccontata la provenienza, della sua storia non ci sono che accenni: le ragioni profonde del suo malessere, per usare un eufemismo, sono destinate a rimanere ignote.
Per quanto la fisionomia di Bateman sia quella di una figura 'letteraria', in sostanza artificiale e a volte in modo eccessivo, assomma molte sfumature che fanno parte del modello maschile imperante: la sua cura del corpo con la palestra, il lettino abbronzante e i cosmetici, il suo narcisismo, la passione per il design e la tecnologia lo rendono un esemplare di 'metrosexual' ante litteram.
E il suo destino è chiuso senza via di scampo tra l'incipit e la fine del libro: "Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate", legge il protagonista in apertura su un muro di New York e, in un locale con degli amici, quando ormai le sue paranoie hanno raggiunto il culmine, su un'uscita di sicurezza torna la scritta "questa non è un'uscita".
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: American psycho
- Titolo originale: American Psycho
- Autore: Bret Easton Ellis
- Traduttore: G. Culicchia
- Editore: Einaudi
- Data di Pubblicazione: 2005
- Collana: Super ET
- ISBN-13: 9788806174040
- Pagine: 522
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 13,00
Mi sembra molto interessante questo libro... ci sto facendo seriamente un pensierino!