Recensione
Il secondo (breve) romanzo di Jonathan Carroll presenta in formazione tutti i temi tipici dell'autore, la sua visione del mondo, il suo modo di costruire le relazioni tra i personaggi, il suo particolarissimo stile. Ci sono qui le premesse delle sue opere più fortunate: gli "strappi" alla realtà che si ritrovano in tutto il cosiddetto Sestetto delle preghiere esaudite, una volontà indagatoria del mondo dei morti, il ricorrere, in veglia, degli incubi più assurdi e concretizzatisi direttamente dall'inconscio più profondo.
C'è tutto questo, ma in realtà è soltanto accennato. Un lettore abituato allo stile di Carroll riesce a scorgerlo, ma a ben vedere il romanzo si presenta un po' sottotono. Non regge assolutamente il confronto, del resto, con il lavoro precedente: Il paese delle pazze risate, che pure è la sua opera prima, è decisamente superiore.
Di surreale in queste pagine ve n'è appena abbastanza: è, in effetti, il meno surreale e più sentimentale romanzo di Carroll che abbia letto. Probabilmente si deve ad una precisa scelta dell'autore: il primo romanzo era stato un trionfo di surreale, ma l'attenzione alla storia aveva determinato una caratterizzazione dei personaggi non particolarmente brillante; al contrario, in questo romanzo l'autore punta tutto sul protagonista, dilaniato dal senso di colpa, e sulle sue relazioni.
Allora diviene chiaro come il surreale diviene un puro mezzo di rivelazione dell'inconscio, e quando giunge il finale sorprendente (tipico di Carroll), viene da chiedersi: ma non è che per caso era tutto nella testa del protagonista?
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: La voce della nostra ombra
- Titolo originale: Voice Of Our Shadow
- Autore: Jonathan Carroll
- Traduttore: C. Vannuccini
- Editore: Fazi
- Data di Pubblicazione: 2009
- Collana: Lain
- ISBN-13: 9788876250620
- Pagine: 220 pagine
- Formato - Prezzo: Brossura - 16,00 Euro
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