Recensione
Bucarest, anni Novanta. Mentre la Romania post-comunista si risveglia su un mondo diverso ed estraneo, un gruppo di liceali prepara l'adattamento teatrale di Dichiarazione d'amore, film cult e scandalo nella Romania ancora comunista degli anni Ottanta. Uno spettacolo che ormai non desta più alcun scalpore nella società post-comunista, al contrario della passione omosessuale che si consuma tra Gabriel, il giovane protagonista dello spettacolo, e Nicu, giovane giornalista in prova mandato ad assistere alle prove. Un parallelo non casuale: se negli anni Ottanta il film scandalo poteva essere metro delle chiusure e dei limiti della società rumena, ma anche del desiderio di apertura, lo stesso accade alla storia tra i due ragazzi, che ben presto diviene simbolo delle contraddizioni e delle difficoltà di una nazione ancora in crescita.
Cosa può significare, dunque, l'amore tormentato dei due ragazzi in un paese in cui "l’odio per i froci era come il tifo per la nazionale di calcio, come la bandiera, unisce tutti"? E cosa può significare, soprattutto, per i due protagonisti? A ben vedere, il loro è un rapporto capace di scardinare violentemente gli equilibri. Porta l'intera società, fatta di compagni di classe, di università, genitori, docenti, a confrontarsi con se stessa. Minaccia di far cadere Gabriel, adolescente ribelle perennemente in bilico sul filo della sua identità, che non riesce mai a mettere a fuoco se stesso, che si sente troppo diverso, troppo solo, senza punti di riferimento, e che in realtà vorrebbe disperatamente essere come gli altri. Trascina infine Nicu in un triangolo amoroso, perché lui ha già qualcuno: Vittorio, un italiano perennemente in completo Armani che lavora a Bucarest.
E apriamo la doverosa parentesi sul singolare personaggio di Vittorio: perché proprio un italiano? La risposta arriva subito non appena si scopre che il romanzo è scritto da un rumeno, ma in italiano (con l'aiuto di un editor). Vittorio finisce allora con l'incarnare la difficile mediazione, il confronto tra queste due culture e nazioni apparentemente distanti; Vittorio stesso diviene simbolo e punto di vista per il lettore italiano, che vede se stesso con gli occhi dell'altro.
La forza di questo romanzo sta dunque nel valicare le barriere, nell'oltrepassare i limiti del romanzo di genere, nel superare i cliché e i pregiudizi, mostrando come una storia d'amore riesca davvero a cambiare la vita. Forse non un intero paese, ma almeno la vita di qualche persona.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Quei giorni a Bucarest
- Autore: Stefan B. Rusu (con A. Bresciani)
- Editore: Playground
- Data di Pubblicazione: 2010
- Collana: High School
- ISBN-13: 9788889113493
- Pagine: 153
- Formato - Prezzo: Brossura - 11,00 Euro
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