1 febbraio 2011

Jack stupratore di versi - Paolo Magni

Grottesco, drammatico e perverso. Sono questi i tre aggettivi con cui il curatore della premessa definisce questo romanzo forte, crudo e senza peli sulla lingua. Il protagonista si chiama Jack, un ragazzo muto, povero, senza alcuna apparente possibilità di comunicare se non attraverso il linguaggio del sesso e della parola scritta in versi. Nella sua vita due donne: Giuditta, una ragazza cieca scappata da un convento, e Sara, una quarantenne ninfomane e senza scrupoli, proprietaria di un centro abbronzatura. In mezzo a queste due realtà contrapposte, Jack, silenzioso dispensatore di rapporti carnali, apparentemente senza sentimento o forma d’amore.

Recensione

“Jack stupratore di versi” è stato una lettura difficile, impegnativo nei contenuti e nello stile.

Jack è quello che si potrebbe definire un antieroe tragico, un rifiuto della società, un disperato senza passato né futuro. Rinchiuso nel suo mutismo, Jack si esprime con la violenza, feroce e gratuita. E quando il destino, la sfortuna, lo fa accusare di omicidio, si può pensare solo che se l’è cercata. Nel leggere i soprusi ingiustamente subiti da parte della Legge, crudeltà che normalmente farebbero accapponare la pelle, non si riesce a provare empatia nei suoi confronti: non è giustizia, non è il Karma, non c’è la soddisfazione di vedere le offese ricambiate e i torti ricompensati. C’è solo disgusto verso vittima e carnefici, senza catarsi.

Una storia senza capo né coda, quasi un’esibizione di sé, un autocompiacimento che si crogiola nella raffinatezza delle scelte lessicali e stilistiche. Periodi brevi, una serie di versi liberi scritti su un’unica riga. Parole soppesate e scelte minuziosamente, precise e perfette, anche troppo. La lettura zoppica tra un punto e l’altro, non c’è il respiro delle lunghe frasi che scandiscono il tempo. È come avere il singhiozzo negli occhi e nella mente.

Vanità di vanità, tutto è vanità: anche la scelta delle continue citazioni bibliche, indice di una cultura che non è da tutti e che quindi non tutti comprendono. Ed ecco il punto dolente: metafore al limite della blasfemia costellano ogni pagina e scatenano la repulsione anche in chi è ormai ateo. È questione di rispetto e buon gusto: Magni manca di entrambi. In virtù di cosa, mi domando.

Più che un romanzo, “Jack stupratore di versi” è un auto-incensarsi di uno scrittore ancora giovane, non tanto dal punto di vista anagrafico quanto sulla carta, quella dei romanzi che sembrano una terra a lui ancora sconosciuta.

Giudizio:

+1stella+

Dettagli del libro

  • Titolo: Jack stupratore di versi
  • Autore: Paolo Magni
  • Editore: Il Filo
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Nuove Voci
  • ISBN-13: 9788856712995
  • Pagine: 111
  • Formato - Prezzo: Brossura - 14,00 Euro

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